Come possiamo esser certi, in fase di acquisto al supermercato, di scegliere una pasta prodotta da grano coltivato in Italia? Le indicazioni da considerare in etichetta e perché importiamo grano dall'estero.
Per quanto dallo scorso gennaio non sia più obbligatoria l'indicazione dell'origine della materia prima, al supermercato come possiamo esser sicuri di acquistare pasta realizzata da grano italiano? In etichetta ci sono due diciture alle quali stare attenti. In fase di scelta al supermercato come poter scegliere una pasta 100% italiana? Come poter essere certi di comprare un prodotto realizzato con materie prime nazionali? Se da una parte crediamo come il nostro grano, solo perché italiano, sia migliore di quello che importiamo, dall'altro lato della medaglia non è sempre così. Detto ciò, però, Coldiretti in un passaggio di una nota recentemente diffusa ha reso note quali sono le indicazioni a cui prestare attenzione per esser certi di comprare un prodotto realizzato in Italia.
"Per acquistare la vera pasta Made in Italy 100% – precisa Coldiretti – basta scegliere le confezioni che riportano le indicazioni “Paese di coltivazione del grano: Italia” e “Paese di molitura: Italia". Ciò nonostante dallo scorso primo gennaio le norme dell'UE siano cambiate, con l'abolizione dell'obbligo di indicare in etichetta l'origine del grano usato per produrre la pasta. L'associazione a questo proposito parla sia di una scelta di qualità sia di un supporto all’economia nazionale in una situazione in cui sono esplosi i costi di coltivazione dei cereali, arrivati quasi a raddoppiare (+80% rispetto al 2021) per la crisi scatenata dalla guerra.
Se da una parte Coldiretti chiede di inserire in etichetta informazioni sull'origine del grano, dall'altra l'associazione dei pastai italiani Aidepi in passato ha espresso qualche perplessità a riguardo, sostenendo come questo aspetto non sia in termini assoluti sinonimo di qualità. La necessità di importare grano dall'estero (soprattutto Nord America e Canada, ma anche California) è dovuta infatti a un fabbisogno interno nazionale che la produzione italiana di materia prima non può soddisfare.
La produzione media di grano italiano si assesta sulle 4 milioni di tonnellate annue, sufficiente a coprire solo il 70% della richiesta totale.
L'Italia, proprio per questo, si ritrova a dover importare e come già specificato non è detto, in linea generale, come grano estero sia necessariamente sinonimo di grano di qualità inferiore.
L'Italia intanto afferma il suo peso specifico nel settore delle esportazioni di pasta. Registriamo infatti un +33% rispetto allo scorso anno, con Germania, Stati Uniti e Francia tra le nazioni che maggiormente importano pasta prodotta nel Belpaese. L'Italia si conferma, tra l'altro, anche il maggiore produttore a livello globale: circa un quarto della produzione totale è italiana e, dati anche i rincari di molti generi alimentari, in molti vedono nella pasta una soluzione facile, a basso costo e veloce.