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5 Novembre 2023 11:00

Comfort food: come funziona la cucina del cuore

Alcuni cibi hanno l'innegabile potere di toccare le corde dell'anima. Scopriamo come nasce questa abitudine e se è vero che possano davvero tirarci su il morale.

A cura di Monica Face
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Esiste una categoria di alimenti che va ben oltre la nutrizione: parliamo del comfort food, quel tipo di cibo che ha il potere di evocare emozioni, ricordi, consolazione e sensazioni di puro benessere. Probabilmente stai pensando al beneficio di trovare una zuppa fumante al rientro da una giornata piovosa, o al piacere che si prova nel gustare una cioccolata calda in un pomeriggio da passare sul divano; ogni cultura ha i suoi piatti prediletti quando si tratta di cercare conforto nel cibo.

Origine storica del termine  

Il concetto di cibo come fonte di conforto esiste da secoli, ma il termine "comfort food" è diventato popolare solo nel XX secolo, specialmente negli Stati Uniti. Si ritiene che la sua diffusione sia stata influenzata dalle due Guerre mondiali, periodi in cui il morale era basso e la gente cercava conforto in ciò che poteva, inclusa la cucina.

La prima apparizione documentata del termine comfort food potrebbe risalire agli anni '60, ma è nel decennio successivo che ha iniziato ad acquisire il suo significato moderno. Durante gli anni '70, con la nascita e la diffusione di libri di cucina e programmi televisivi dedicati all'arte culinaria, il termine ha iniziato a prendere piede. È diventato una categoria gastronomica a sé stante, rappresentando cibi che offrono non solo nutrimento fisico ma anche un sollievo emotivo.

Oggi, il termine è universalmente riconosciuto e varia da cultura a cultura, con ogni paese che ha i suoi specifici comfort food legati alle proprie tradizioni e storia.

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Il mistero psicologico dietro il comfort food

La scienza ha cercato di decifrare l'enigma del comfort food esaminando come certi alimenti possano influenzare il nostro stato d'animo. Si è scoperto che alimenti ricchi di carboidrati e zuccheri agiscono come un interruttore biochimico, stimolando la produzione di serotonina, l'ormone responsabile del nostro benessere emotivo. Ma attribuire tutto alla chimica sarebbe riduttivo.

Oltre ai fattori biochimici, entrano in gioco anche l'ambiente, le circostanze e, soprattutto, i ricordi legati a un determinato cibo. Pensate a un piatto di pasta al forno preparato dalla nonna durante le feste di famiglia: l'aroma, la consistenza, il gusto possono evocare una sensazione di benessere che va oltre la semplice sazietà.

E qui entra in gioco quello che potremmo chiamare l'effetto placebo culinario. Non è tanto l'alimento in sé a fare la differenza, quanto piuttosto l'associazione di quel cibo con momenti di felicità, sicurezza o affetto. Può essere una fetta di torta mangiata con gli amici durante una celebrazione o un bicchiere di vino condiviso in un momento romantico: ciò che conta è il contesto.

Comfort food e socializzazione

Un aspetto spesso trascurato del comfort food è il suo potente ruolo nel facilitare la socializzazione: si tratta di qualcosa di personale e intimo, ma anche legato al sociale per natura. Pensiamo ai barbecue estivi, ai pranzi natalizi o alle semplici cenette tra amici: in queste occasioni, il cibo è spesso al centro del palcoscenico. Si tratta di piatti che non solo soddisfano i nostri palati, ma fungono da collante sociale, facilitando la conversazione e la condivisione. In un'epoca caratterizzata da orari frenetici e interazioni sempre più virtuali, il comfort food emerge come un'ancora tangibile nel tessuto sociale, un pretesto per radunare le persone intorno a un tavolo e creare momenti indimenticabili.

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Dolce o salato?

Ogni cultura ha i suoi piatti di comfort, legati a tradizioni, rituali e storie familiari. In Italia potrebbe essere la pizza, un piatto di lasagne o un ciambellone, in Giappone un katsudon, in India un curry speziato, negli Stati Uniti, un brownie al cioccolato o una fetta di cheesecake potrebbero avere lo stesso effetto emotivo. Questi cibi diventano simboli di un patrimonio culturale e di un senso di appartenenza.

I comfort food possono essere sia dolci sia salati, e spesso la preferenza per l'uno o l'altro dipende da fattori personali e culturali. In generale, i cibi salati tendono a essere associati a pasti sostanziosi e rassicuranti, spesso ricchi di carboidrati e proteine, come zuppe, stufati o piatti a base di riso e carne. I comfort food dolci, d'altra parte, spesso contengono zuccheri e grassi che generano una sensazione immediata di piacere, come torte, biscotti e dolci al cucchiaio. Entrambe le categorie hanno la capacità di generare una sensazione di benessere, spesso legata a ricordi felici o momenti particolari della vita.

Tuttavia, nonostante le differenze culturali, alcuni alimenti sembrano avere un potere consolatorio universale, come il profumo del pane appena sfornato o un dolce al cioccolato.

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L'influenza della stagionalità

Il concetto di comfort food cambia dinamicamente con le variazioni climatiche e atmosferiche. Non è solo una questione di temperatura: le stagioni hanno un impatto psicologico su di noi, influenzando i nostri bisogni emotivi e, di conseguenza, le nostre scelte alimentari. Durante i mesi freddi, ad esempio, il comfort food assume una dimensione particolare. Le foglie arancioni e l'aria frizzante sembrano direttamente correlati ai nostri desideri culinari.

In Italia, è il momento delle castagne, della raccolta dei funghi e delle zucche, ingredienti che ci portano a optare per pietanze come risotti e minestre che incarnano il calore. Ad esempio, un bel piatto di risotto ai funghi porcini è come un abbraccio dal sottobosco, mentre la zucca, versatile e dolce, diventa protagonista di vellutate, zuppe, creme, gnocchi o ravioli, ma anche biscotti e plumcake. Questo impulso verso il cibo avvolgente si intensifica quando le giornate si accorciano e la pioggia batte sui vetri. Gli stufati e le zuppe di legumi calde diventano i protagonisti delle nostre tavole, offrendo un senso di protezione e di casa, ma potremmo parlare di minestroni ricchi di verdure autunnali o polente taragne servite con sughi corposi. Il comfort food, in questo caso, risponde non solo ai prodotti di stagione, ma anche a un bisogno psicologico di calore e benessere.

Quando arriva il caldo, invece, il nostro desiderio di comfort si sposta verso il fresco e il leggero. Non è un caso che in questo periodo l'insalata caprese con pomodori succosi e mozzarella fresca diventi uno dei piatti più amati. E che dire delle granite siciliane o dei gelati artigianali? Questi cibi e bevande non solo ci aiutano a combattere il caldo, ma ci riportano spesso a momenti felici delle nostre estati passate, come se ogni sorso o morso fosse un tuffo nella piscina dei ricordi.

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Effetti positivi e negativi del comfort food

Quando parliamo di comfort food, è difficile non pensare anche all'impatto che questi cibi possono avere sulla nostra salute fisica. Sì, è vero, molti dei piatti che rientrano in questa categoria sono spesso ricchi di zuccheri, grassi saturi e sale, ingredienti che, se consumati in eccesso, possono portare a una serie di problemi di salute come sovrappeso, ipertensione e malattie cardiovascolari.

Tuttavia, è fondamentale considerare anche il contesto in cui questi cibi vengono consumati. In molti casi, il comfort food è associato a momenti particolari, occasioni speciali o periodi di stress. Quindi, se mangiato con moderazione e come parte di una dieta equilibrata, il suo impatto sulla salute può essere minimo.

Inoltre, alcuni studi suggeriscono che il comfort food può avere effetti benefici a breve termine, come la riduzione del livello di stress e dell'ansia. Questo è dovuto alla liberazione di neurotrasmettitori come la serotonina, spesso chiamata "l'ormone della felicità", che genera una sensazione di benessere e relax. Ma attenzione: questo non è un via libera per abbuffarsi di cibo spazzatura ogni volta che ci sentiamo giù.

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L'healthy comfort food

C'è anche un crescente interesse per versioni più salutari di comfort food. Ad esempio, se un piatto di pasta al forno è il tuo rifugio emotivo quando hai bisogno di una sferzata di energia e di buonumore, perché non provare una versione con pasta integrale, una varietà di verdure e una besciamella leggera? Oppure, se il tuo comfort food ideale è una fetta di torta, esistono molte ricette che utilizzano dolcificanti naturali e farine alternative per ridurne l'impatto sulla salute.

Il comfort food è molto più di un capriccio momentaneo o una semplice scelta alimentare. È un fenomeno complesso che incarna storia, cultura, psicologia e anche stagionalità. Ci aiuta a navigare gli alti e bassi emotivi della vita, a collegarci con le nostre radici e a celebrare la diversità e l'unità umana. È, in un certo senso, l'abbraccio più caloroso che la cucina possa offrire.

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Quello che i piatti non dicono
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