Dopo anni di studio gli scienziati sono arrivati alla pubblicazione della ricerca: una bibita allucinogena brasiliana, una sorta di tè con piante della foresta amazzonica, può essere utilizzata nella lotta alle malattie neurodegenerative.
In Brasile esiste una bevanda psichedelica che verrà usata per aiutare i malati di Alzheimer e combattere la demenza senile e altre malattie neurodegenerative. L'ayahuasca, questo il nome della bevanda, è in grado di promuovere la nascita di nuove cellule cerebrali nell'ippocampo. Questa bevanda è usata nella medicina tradizionale e dagli sciamani da secoli: è ottenuta da alcune piante e radici della giungla, lasciate in infusione in pentole molto poco invitanti. Creano una sorta di melma scura che, con la cottura, si libera della parte "cattiva" e diventa limpida, di un piacevole rosso. Questo tè è utilizzato anche dalle culture new age per la psicoterapia.
La scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature, arriva dopo anni di studio atti a capire quanto ci fosse di leggendario e quanto di vero dietro queste piante amazzoniche usate per l'infuso.
Questa storia della bevanda allucinogena che fa bene alla fantasia gira da anni perché fa parte degli usi e dei costumi del luogo: un infuso in grado di farvi viaggiare in posti sconosciuti, proveniente dal cuore della foresta amazzonica. I medici brasiliani hanno sempre guardato con sospetto queste storie, pure con gran curiosità a dire il vero. Da alcuni anni gli scienziati di tutto il mondo, capitanati da un'equipe spagnola, sono andati al nocciolo di questa faccenda e hanno scoperto che le leggende hanno un fondo di verità. Il tè della foresta amazzonica aiuta i malati colpiti da malattie neurodegenerative.
L'ayahuasca è un infuso a base di piante dell'Amazzonia in grado di indurre delle allucinazioni. In pratica è una droga psichedelica, né più né meno dell'Lsd, ma questo tè è naturale, mentre la droga simbolo degli anni Settanta è sintetica. L'ayahuasca ha anche effetti purganti e diuretici ed è usata da tempo immemore dalle popolazioni che vivono nella foresta. Nell'articolo di Nature si sottolinea un'importante caratteristica della bevanda che potrebbe aiutare nella lotta alle malattie neurodegenerative in futuro: l'ayahuasca promuove la nascita di nuove cellule cerebrali nell'ippocampo, la parte del cervello in gran parte responsabile della memoria e dell’apprendimento. L'ippocampo, insieme al bulbo olfattivo, è l'unica struttura cerebrale che presenta la neurogenesi, ovvero la capacità di creare nuovi neuroni, anche in età avanzata (ma in maniera molto limitata).
La bevanda brasiliana stimolerebbe proprio questo affascinante processo biochimico, aiutando le persone anziane malate di Alzehimer, demenza senile o altre malattie neurodegenerative. La neurogenesi sarebbe stimolata da un composto psicoattivo ( N, N-dimetil-triptamina) noto per produrre visioni e allucinazioni, insieme all'harmine e alla tetraidroharmina, due composti usati per stimolare la formazione dei neuroni nelle cellule staminali.
I ricercatori hanno dimostrato che l'ayahuasca promuove la neurogenesi nei topi e che questi ultimi hanno svolto dei compiti di memoria in maniera più rapida ed efficace rispetto a "colleghi" non trattati. Secondo gli autori, da questa bevanda potrebbe partire la sfida all'attivazione di nuove capacità neuronali per fare in modo di sostituire i neuroni uccisi dalle malattie con nuovi neuroni.
La ricerca pubblicata su Nature ha preso vita addirittura nel 2016, all'Ospedale di Sant Pau di Barcellona, in collaborazione con la Fondazione Beckley e lo Spanish National Research Council di Madrid. I medici hanno provato a usare la bevanda come parte del trattamento dell'Alzheimer, del Parkinson e per le dipendenze da stupefacenti. I risultati hanno dimostrato già 5 anni fa che due composti che si trovano nel tè allucinogeno (armina e tetraidroarmina), stimolano la trasformazione delle cellule staminali in nuovi neuroni.
La scoperta della neurogenesi dell'ippocampo è relativamente recente: fino al 1990 si pensava che i neuroni fossero limitati e che, una volta morti, non avrebbero avuto modo di "rinascere". Gli studi hanno invece dimostrato che ci sono aree del cervello umano (e dei mammiferi più in generale) che continuano la propria attività anche in età avanzata, con ritmi più lenti.
Lavorare sull'ippocampo può essere fondamentale per gli anziani perché è ritenuto il centro delle emozioni e del sistema nervoso autonomo, ha un ruolo chiave nella memoria. Gli scienziati hanno descritto i risultati di queste ricerche come "impressionanti" e che il tè brasiliano ha stimolato la trasformazione delle cellule staminali in nuovi neuroni funzionanti.