Dalle verdure alla carne, i prodotti biologici sono sempre più diffusi e acquistati. Per essere considerati tali devono rispettare una normativa europea, che ne regola anche l'etichettatura. Vediamo le indicazioni principali che si trovano sulla confezione.
Ormai abbiamo imparato che leggere correttamente le etichette dei prodotti è importante per saper riconoscere ciò che compriamo e mangiamo, in funzione di tracciabilità e sicurezza alimentare (quando si parla per esempio di allergeni o additivi). Sempre grazie ai simboli e alle diciture che devono essere posti obbligatoriamente sulla confezione, è possibile capire quando si tratta di un prodotto biologico certificato, quindi conforme agli standard di questa categoria.
C’è da fare subito una premessa di carattere legislativo: la normativa che disciplina la produzione biologica in Europa è il Regolamento (UE) n. 2018/848, che ha sostituito il precedente del 2007. Questo documento stabilisce regole dettagliate su come devono essere coltivati o allevati, lavorati, e imballati gli alimenti biologici, nonché linee guida sulle etichettature e sui controlli. In generale, non devono essere usati additivi chimici, sono proibiti gli OGM e i loro derivati, l’uso di antibiotici è strettamente limitato all'ambito medico, non è previsto l’impiego di pesticidi, erbicidi e fertilizzanti chimici sintetici e neppure di mangimi artificiali. Un prodotto trasformato deve avere il 95% degli ingredienti di origine agricola biologica. Solo il restante 5% può provenire da un elenco limitato di sostanze autorizzate che non sono disponibili in quella versione: al di sotto di questa soglia non può essere definito biologico. A questo punto, vediamo come si orienta il consumatore al momento dell’acquisto.
Che si tratti di verdure, pesce, frutta, legumi, bevande, sfarinati, latte, yogurt, formaggi, carne, cioccolato, tutto il cibo confezionato in vendita deve essere munito per legge di etichetta, sulla quale vengono dichiarati: la denominazione del prodotto (che cos’è), l’elenco degli ingredienti con possibili contaminazioni di sostanze allergizzanti, il peso netto, la shelf life, le modalità di conservazione e quando serve di utilizzo (tipo riporre in frigo per tre giorni, consumare previa cottura etc), l’azienda produttrice e distributrice, il numero del lotto per immediata rintracciabilità e ritiro in caso di problemi, e nella quasi totalità anche la tabella nutrizionale e le istruzioni per la raccolta differenziata. Che cosa si trova di specifico indicato in più in un prodotto biologico? Ecco quali sono le informazioni obbligatorie e quelle facoltative.
Si tratta del "logo biologico europeo", un simbolo a forma di foglia circondata da 12 stelle bianche su sfondo verde ed è obbligatorio su tutti i prodotti bio realizzati all'interno dell'Unione Europea, rispettando così la normativa sopra citata.
Si riferisce all’identificazione dell’organismo di controllo autorizzato dal Masaf (il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) che ha certificato quel determinato prodotto. Deve essere presente vicino al logo UE. Si compone come una sigla formata da: IT (il codice ISO che identifica lo stato membro), BIO (l’abbreviazione nazionale per indicare il termine biologico, che quindi cambia da paese a paese), tre cifre, che coincidono con l’organismo di controllo preposto e la dicitura “operatore controllato n.000”, riferito all’operatore o gruppi di operatori che hanno svolto l’accertamento. Nella pratica, per esempio, leggerai: IT BIO 123 seguito da “operatore controllato n.249”
Abbiamo visto che solo i prodotti che ne contengono almeno il 95% di origine biologica possono considerarsi tali. Come garanzia, il consumatore troverà la provenienza di questi ingredienti come:
La denominazione deve essere accompagnata da una formula che ne specifica la natura biologica (es. "miele biologico o bio", "farina biologica o bio").
Oltre alle informazioni obbligatorie, l'etichetta può includere ulteriori dettagli facoltativi, considerati rafforzativi del prodotto: potrebbero quindi essere presenti note sull’assenza di Ogm o dell’olio di palma, così come affiancare il logo europeo del biologico a quello vegan o del senza glutine o ad altre certificazioni tipo quelle del commercio equo e solidale, dando risalto all’attenzione nei confronti della sostenibilità dell’intera filiera.