Si fa presto a dire formaggio grattugiato! Qui ti spieghiamo quali sono le tipologie da grattugia più comuni, gli usi in cucina e come conservarle nel modo migliore possibile.
Il formaggio grattugiato è senza dubbio uno dei prodotti più caratteristici della gastronomia italiana: di solito ce n’è sempre una buona scorta in casa, anche se spesso si rischia di non conservarlo nel modo corretto. I formaggi che si spolverano sulle pietanze sono detti formaggi da grattugia e si possono utilizzare in cucina in modo versatile: sono ottimi per guarnire un piatto di pasta, messi a crudo come tocco finale in tavola, oppure in fase di mantecatura, che si tratti di risotti o di sughi per pastasciutta. In preparazioni al forno si usano soprattutto per legare gli ingredienti di uno sformato o di un timballo, oppure per formare quella golosa e irresistibile crosticina in superficie come nelle lasagne. In generale, il formaggio grattugiato dà alle ricette un gusto e una texture inconfondibili, rendendole ancora più appaganti.
Non è un caso che tra le funzioni svolte in una ricetta dal formaggio grattugiato ci sia quella di contribuire al suo sapore. Le tipologie che si prestano hanno infatti per la maggior parte una nota sapida, piccante o affumicata, data dal metodo di lavorazione: si tratta perlopiù di formaggi semi stagionati o stagionati, a pasta dura o semidura e pasta filata. Vediamo i più comuni:
Può capitare che alla fine di una preparazione del formaggio grattugiato avanzi. Bisogna quindi preservarne le qualità organolettiche per avere un prodotto ancora utilizzabile: pratica “buona e giusta” anche per evitare gli sprechi alimentari. Cosa succede a un formaggio se conservato in modo scorretto? Dal punto di vista sensoriale può subire un’alterazione di gusto, solitamente tra l’aspro e l’acido, definito rancido, così come di odore, con un aroma acidificato e pungente. Cambiano anche il colore, con tendenza all’ingiallimento o al verdognolo e la consistenza, con l’ammorbidimento e la comparsa di un liquido acquoso o al contrario seccandosi. Questo significa che il formaggio è venuto in contatto in modo improprio con fattori come l’aria, la luce e le alte temperature, fattori che causano ossidazione, comparsa di muffa e proliferazione di batteri di varia natura.
Questi consigli sono utili per conservare il formaggio grattugiato ricavato al momento dalla porzione intera: per quello in busta è sempre meglio seguire le istruzioni riportate sulla confezione.
Per i puristi del formaggio è un'aberrazione e il Consorzio di tutela del Parmigiano reggiano Dop lo sconsiglia, altri non menzionano l’opzione. Eppure i formaggi si possono congelare, soprattutto per queste tipologie a lunghe stagionature – pecorino compreso – che hanno un contenuto di acqua bassissimo, la conservazione in freezer è possibile in buste alimentari apposite, perfettamente sigillate. La durata va dai 3 ai 6 mesi: una volta scongelato il formaggio grattugiato non può essere però rimesso nel congelatore, ma va consumato entro 24 ore.