Un caffè freddo che ha tutte le proprietà del classico espresso caldo. È possibile? Sì, basta preparare il cold brew, che non è la stessa cosa del caffè freddo versato in un bicchiere pieno di ghiaccio. Scopriamo tutte le caratteristiche di una delle mode più interessanti del mondo del caffè.
Hai mai sentito parlare del cold brew? Potresti averlo confuso con il caffè freddo, ovvero quello versato in un bicchiere pieno di ghiaccio, ma non è proprio la stessa cosa. Si tratta di una delle ultime mode dal mondo del caffè e anche una delle più interessanti.
Il cold brew, infatti, prevede un metodo di estrazione particolare in cui i fondi del caffè, tritati in modo piuttosto grossolano, vengono lasciati in infusione in acqua fredda per un lungo periodo che va dalle 12 alle 24 ore, poi vengono scolati e il liquido viene filtrato. Il risultato è una bevanda molto concentrata da bere miscelato con il ghiaccio e insaporito con cioccolato e latte, o semplicemente allungato con acqua fredda a secondo di quanto vuoi che sia forte.
Il cold brew non è dunque il caffè freddo come lo intendiamo in Italia, ovvero un classico espresso fatto con la moka e versato in un bicchiere con il ghiaccio, ma è una bevanda che nasce da un metodo di produzione completamente diverso. Questa bevanda si è diffusa in tempi recenti ma in realtà affonda le sue tracce in una tradizione antica che proviene dall'Estremo Oriente. Le prime tracce di una bevanda a base di caffè realizzata con acqua fredda si trovano nella Kyoto del XVI secolo: esistono diverse testimonianze che i giapponesi, una volta introdotti i chicchi di caffè nel loro paese, avevano preso l’abitudine di preparare un caffè filtrato.
L’estrazione del caffè è una pratica che si è poi diffusa in tantissimi paesi asiatici come la Thailandia, il Vietnam e l’India, che nei secoli hanno messo a punto questa tecnica in modi che variano da paese a paese. La nascita del cold brew moderno, però, è molto probabile che sia da attribuire agli Stati Uniti. Secondo alcune fonti l’idea intorno al 2015 all’americano Todd Simpson, proprietario di un vivaio e ingegnere chimico. Durante un viaggio scopre il caffè filtrato e decide di riprodurlo a casa, ma ha un problema: lui e la moglie soffrono con lo stomaco e non reggono un caffè così acido.
Così Todd ha l’idea di diminuire l’acidità usando non l’acqua calda ma l’acqua fredda, o comunque tiepida, per preparare il caffè filtrato. Aveva appena inventato il moderno cold brew e sembra proprio che lo strumento per prepararlo a livello professionale si chiami “toddy” proprio in suo onore.
Spesso il cold brew viene confuso con il caffè freddo, ma in realtà si tratta di due prodotti ottenuti con procedimenti diversi. Come abbiamo spiegato il cold brew avviene tramite infusione e con l’acqua fredda, oltre che con un tempo di macerazione molto lungo. Il caffè freddo invece, di cui in Italia abbiamo illustri esempi come il caffè leccese, è un caffè che viene preparato con la moka o con una macchina professionale, viene lasciato freddare e viene versato su ghiaccio in modo che sia una bevanda fresca.
La diversa procedura di preparazione influisce anche sul sapore delle due preparazioni. Il caffè freddo classico è meno concentrato e si diluisce man mano che entra a contatto con il ghiaccio, mentre il cold brew ha un sapore molto più intenso poiché la sua infusione è molto più lunga. E non solo: essendo ottenuto con acqua fredda il cold brew è molto meno amaro e ha un gusto più morbido.
Il cold brew può essere facilmente realizzato in casa, ma per gustarlo pienamente in tutta la sua bontà dovresti trovare chi lo prepara professionalmente con l’utilizzo del “toddy”. Questa varietà di bevanda si chiama cold drip: il caffè non viene estratto tutto insieme ma viene attraversato dall’acqua una goccia per volta, che poi cade nella caraffa inferiore portando con sé tutti gli aromi catturati passando dalla polvere di caffè. Un’altra variante molto particolare della bevanda è il nitro cold brew, ovvero ottenuto utilizzando un sifone apposito e l’azoto, per poi servirlo alla spina, proprio come una birra. Il risultato è un caffè freddo dal sapore ancora più dolce e dalla consistenza molto più vellutata.
Il cold brew, in tutte le sue varianti e corretto con latte, panna o cioccolato, è perfetto da bere da solo come bevanda fredda. Ma sta anche spopolando sempre di più nel mondo della mixology: è sempre più usato, infatti, come base per i cocktail. Di solito si abbina con un alcolico dal gusto delicato, in modo da non coprire il gusto del caffè.