Dissetante e rinfrescante, il cocomero, o anguria, è sicuramente il frutto simbolo della stagione estiva, pronto a ritemprarci, durante le calde giornate di luglio e di agosto, con i suoi preziosi sali minerali, antiossidanti naturali e vitamine. Scopriamo insieme proprietà, benefici e usi in cucina di questo versatilissimo frutto.
Se l'estate potesse identificarsi con un frutto, questo sarebbe sicuramente, senza ombra di dubbio, il cocomero (conosciuto anche come anguria). Dissetante, succoso e naturalmente dolce, si caratterizza per l'elevato contenuto di acqua e il buon tenore zuccherino, ma si fa anche apprezzare per le sue qualità rinfrescanti ed energizzanti. Una bella fetta di questo golosissimo frutto è proprio quel che ci vuole dopo una giornata di mare o un'intensa seduta di attività sportiva per ricaricarsi e reidratarsi. Già buonissimo così, semplicemente tagliato a tocchetti e gustato al naturale, diventa eccezionale se, unito ad altri ingredienti dolci o liquori, viene trasformato in sorbetti, gelati, succhi o cocktail.
Frutto dell'estate e del caldo, il cocomero ha origini africane e precisamente della valle del Nilo. In Italia viene coltivato soprattutto in Puglia, nel Lazio (pregiata la zona di Latina) e nella pianura emiliano-lombarda ed è disponibile, a partire dal prodotto meridionale, da fine giugno fino a tutto il mese di agosto. Le varietà, che si differenziano per la forma (sferica o ovale) e per il colore della buccia (verde scura o verde striata), sono sostanzialmente tre: la Sugar Baby, che matura a luglio, è di pezzatura piccola (3-4 chili) e forma sferica, e ha buccia sottile di colore verde scuro; la Crimson Sweet, a media maturazione, di grossa pezzatura (10-12 chili), forma sferico-ovale e buccia di colore verde chiaro striato; la Sweet Meat, varietà tardiva, che si caratterizza per una consistenza e una croccantezza della polpa davvero irresistibili. Esistono anche due varietà ibride: la Miyaco, precoce, di media pezzatura e colore verde chiaro, con striature nere, e la Charleston Gray, a grosso frutto ovoidale, con screziatura uniforme della buccia.
C'è differenza tra cocomero e anguria? Ovviamente no, dal momento che parliamo dello stesso frutto, chiamato semplicemente in modi differenti a seconda della regione italiana in cui ci troviamo. A dirimere la questione ci ha pensato anche l'Accademia della Crusca: anguria è, infatti, la variante settentrionale per il toscano cocomero, utilizzato in tutto il centro Italia; sembra che a introdurre il termine anguria, dal greco angóurion (cioè cetriolo), siano stati i veneziani. Diverse anche le varietà regionali: a Napoli è detto melone d'acqua e melone da pane, il popone, così come in Calabria è chiamato zi pàrrucu (zio parroco), cioè rubicondo come il volto del parroco.
Ricchissima di acqua (circa il 95 per cento) e incredibilmente povera di calorie (100 grammi di questo frutto apportano appena 16 calorie), l'anguria è un'alleata preziosissima per chi vuole perdere peso o mantenere la linea; nonostante il ridottissimo apporto calorico, è comunque un frutto piuttosto zuccherino per cui si consiglia di non esagerare con le porzioni e limitarsi a una bella fetta da circa 400-500 grammi massimo. Meglio ancora se lontano dai pasti: la quantità di acqua, unita alla povertà di sodio, può renderlo indigesto e provocare un po' di classico gonfiore. Se consumato come spuntino, si ovvierà a questi eventuali e spiacevoli effetti collaterali. Dall'alto potere saziante, ha anche delle blande proprietà lassative (soprattutto i semi). Ideale, dunque, per contrastare eventuali problemi di stitichezza e transito intestinale.
Ma è proprio questa grande abbondanza di acqua a renderlo anche il frutto dell'estate per eccellenza: rinfrescante e dissetante, ci aiuta a reintegrare anche i sali minerali e le vitamine persi con la sudorazione; ricco di potassio, è davvero perfetto per gli sportivi e in caso di spossatezza o cali di pressione dovuti all'afa e al caldo stagionale. Troviamo anche una buona quantità di ferro, di vitamina C e di antiossidanti come il beta-carotene, precursore della vitamina A, e il licopene, un carotenoide responsabile del colore tipicamente rosso della sua polpa, dalla spiccata azione antinfiammatoria.
Virtuoso ed eccezionalmente salutare, grazie al buon quantitativo di vitamine e sali minerali, il cocomero possiede numerosi benefici. Vediamo insieme quali.
Come per ogni alimento, anche per il cocomero ci sono delle controindicazioni a cui fare attenzione: alcune categorie di persone dovrebbero evitarlo o ridurne fortemente il consumo. Per esempio chi soffre di diabete o iperglicemia, a causa del suo elevato indice glicemico; anche coloro che hanno problemi digestivi e al colon dovrebbero ridurne fortemente il consumo, a causa della quantità d’acqua che apporta e che ostacola l’azione digestiva dei succhi gastrici. Infine, coloro che sono allergici all’aspirina o a farmaci simili devo evitare del tutto l'anguria perché contiene dei salicilati naturali.
Il modo migliore per consumare il cocomero è sicuramente ben fresco (ma non freddissimo, il consiglio è di tirarlo fuori dal frigorifero almeno una decina di minuti prima di portarlo in tavola), tagliato a fette o dadini oppure mescolato ad altri frutti in una colorata macedonia o sfizioso spiedino. La sua polpa, dolce, succosa e zuccherina, si presta anche a dare vita a bevande rinfrescanti come centrifugati, smoothie o acque aromatizzate; e ancora delizie al cucchiaio tipiche della tradizione siciliana, come il celebre gelo di melone, o avvolgenti cremosità come sorbetti, gelati e ghiaccioli.
Cotto con un pizzico di zucchero e del succo di limone, si trasforma in una golosa confettura da spalmare su fette di pane tostato caldo e assaporare anche in una fredda giornata invernale. Ma il meglio di sé lo riserva nelle preparazioni salate e negli accostamenti con formaggi freschi sapidi, come la feta greca o il caprino, con pesce crudo, servito a carpaccio o tartare, o salumi d'eccellenza nostrana. Frullato insieme a pomodori, cetrioli e cipolle, e servito ben freddo in piccole ciotoline monoporzione, diventa un irresistibile gazpacho da offrire in occasione di un aperitivo tra amici. E per la serie "non si butta via nulla", del cocomero è possibile riutilizzare anche semi e scorze esterne.