Gli aumenti del cocco all'ingrosso si riflettono anche sulla vendita al dettaglio: non solo i fruttivendoli, anche i venditori ambulanti del "cocco bello, cocco fresco" sulle spiagge.
Un'estate all'insegna degli aumenti: tra la benzina, le ciliegie e l'elettricità spunta anche il frutto da spiaggia per eccellenza, il cocco. L'estate italiana è contraddistinta da sempre da una gioiosa cantilena: "Cocco bello, cocco fresco" urlato dai venditori ambulanti che sul bagnasciuga percorrono decine di chilometri sotto il sole rovente ogni giorno per guadagnare qualcosa con cui vivere, ma questo frutto costa sempre di più. Quest'anno però è arrivata la stangata: anche i venditori ambulanti hanno aumentato i prezzi del proprio prodotto a causa dell'impennata dei costi all'ingrosso delle noci di cocco.
Le notizie che si susseguono quotidianamente ci stanno facendo aprire gli occhi sul costo del cibo, decisamente aumentato dopo l'invasione russa ai danni dell'Ucraina. La crisi energetica che ne sta scaturendo ha fatto impennare i prezzi ma, a dispetto delle tristi vicende che stiamo vivendo, l'aumento del cocco è in atto da anni. Gli aumenti più importanti ci sono stati a partire dal 2016 causati dai cambiamenti climatici, poi dalla pandemia, dal blocco del canale di Suez, e infine dalla guerra: nel 2015 circa 100 chili di cocco costavano, all'ingrosso, 20 euro, nel 2017 sono saliti a 35 euro. Ben 15 euro in più in due anni sono un aumento molto importante che ha influito sulle vendite internazionali di questo prodotto.
Il cocco proviene quasi tutto dal Sud Est Asiatico con Indonesia e Filippine come principali esportatori. In Europa e più in particolare in Spagna e Italia, solitamente arrivano le noci thailandesi perché più ricche e aromatiche, sono più buone. Purtroppo però questa premura ha fatto salire il prezzo del cocco nei mercati principali: nonostante un raccolto abbondante le misure anti-Covid ancora in vigore nella zona e gli intoppi logistici dovuti alla no fly zone causata dalla guerra bloccano il mercato. Il problema del trasporto potrebbe essere trascurabile perché in realtà il cocco thailandese viene quasi tutto via mare ma in tutto il mondo i container hanno subito un aumento molto sostanzioso, passando da 7.000 euro a oltre 12.000. Questo porta all'aumento del prezzo causato dalla "rarità" del frutto, perché ne arrivano di meno e alla spicciolata, e dai costi del trasporto, perché le noci di cocco devono fare un viaggio molto più lungo per arrivare in Europa. Il portavoce della Baotong Science and Technology, un’azienda d’importazione specializzata in noci di cocco ha detto che il problema principale resta l'impatto delle misure anti-Covid sui mercati interni: "Spesso si verificano delle carenze e le consegne sono in ritardo. Ciò mette molta pressione sulla distribuzione e sullo stoccaggio dei prodotti".
A parlare di questa situazione in Italia è invece Giosuè, il venditore ambulante più famoso del nostro Paese: "Ho dovuto cedere pure io — dice a Napoli Today — perché il costo del cocco è aumentato tantissimo". Lui vende il cocco in bustine da 1 euro ma ha messo in pratica la famosa shrinkflation: non più sei pezzetti di cocco ma quattro nella stessa bustina da 1 euro. Giosuè è diventato celebre perché vende il cocco a ritmo di musica, facendo delle cover dei tormentoni estivi, rielaborandoli e adattandoli alla vendita del cocco, invitando le persone ad assaggiare il più amato dei frutti tropicali. Chissà se il prossimo anno il buon Giosuè e tutti i suoi colleghi potranno tornare a vendere le noci di cocco a prezzi modesti, certo è che sarebbe proprio un peccato veder scomparire dalle spiagge l'urlo del "cocco bello, cocco fresco" che per tutta la vita ci ha accompagnato ogni estate.