Pagare un supplemento per l'utilizzo del pos è illegale. Lo dice l'articolo 62 del Codice del Consumo e la PSD2, una direttiva emanata dall'Unione Europea.
È diventato virale sui social lo scontrino di un bar a Venezia che mostra un servizio aggiuntivo davvero molto curioso, che ha fatto imbestialire gli internauti: supplemento di 1 euro per "servizio pagamento bancomat". La cliente ha quindi pagato un euro in più per aver chiesto di pagare la propria colazione col pos. Ma questa cosa è legale? I commercianti possono davvero richiedere un "bonus" ai clienti che vogliono pagare con carta? La normativa è molto specifica, vediamo chi ha ragione tra il barista e il cliente e cosa fare in una situazione simile.
Purtroppo non è la prima volta che in Italia ci troviamo davanti a situazioni simili. Il nostro Paese sembra allergico al Pos e in questo caso il gestore del locale si è sentito addirittura autorizzato a chiedere un supplemento per il "servizio" offerto. Considerando che l'intera ordinazione costava 3,70 euro, parliamo di un rincaro del 27%, una bella "tassa". La cliente ha immediatamente chiesto spiegazioni e richiesto l'immediato rimborso dell'euro trovando un muro dall'altro lato, ha così chiamato la polizia locale e denunciato il fatto. I poliziotti si sono rivolti a loro volta all'Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato che ha dato ragione alla cliente.
Richiedere un supplemento o addebitare un pagamento per utilizzare la carta al posto dei contanti è vietato. C'è una direttiva europea a dirlo chiaramente, la PSD2 ovvero il Payment Service Directive 2. C'è anche un articolo nel Codice del Consumo che specifica perfettamente la situazione: "I professionisti non possono imporre ai consumatori, in relazione all'uso di determinati strumenti di pagamento, spese per l'uso di detti strumenti" si legge all'articolo 62. Non si può aggiungere nessun supplemento dunque.
Se ti capita una situazione del genere puoi fare come la signora a Venezia, chiamando la polizia locale, oppure rivolgerti direttamente all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato compilando un modulo sul sito dell'Agcm. In casi del genere le multe vanno dai 2.000 ai 5.000 euro per gli esercenti a seconda di quanti clienti sono stati coinvolti e della frequenza con la quale è stato applicato il supplemento.