Il cioccolato ha una sua data di scadenza: non significa, però, che il prodotto non è più commestibile, bensì indica che da quel momento non sono più garantite le sue proprietà organolettiche originali. Si può mangiare, ma è meno effetto wow.
Il cioccolato, come molti altri alimenti, ha una data di scadenza che viene posta sulla confezione. Si tratta dell’indicazione “da consumarsi preferibilmente entro il…” che fa capire che il prodotto può essere mangiato anche una volta che si è superata: non si tratta di un limite imposto per esigenze di sicurezza alimentare (il cioccolato scaduto è edibile anche quando forma la poco estetica patina bianca), piuttosto dopo quel periodo non sono più garantite le sue qualità organolettiche peculiari, perdendo soprattutto aroma e sapore. Il cioccolato, se conservato correttamente, può mantenersi in ottime condizioni generalmente fino a due anni. Vediamo cosa vuol dire e come farlo durare più a lungo possibile.
Quando si dice che il cioccolato scade, si intende che oltre una certa data il prodotto inizia a perdere le sue qualità distintive: l’aroma si altera, diventando meno intenso, così come il sapore, che si affievolisce man mano che la tavoletta invecchia. Tuttavia il cioccolato non diventa dannoso per la salute dopo la scadenza, ma semplicemente meno piacevole da mangiare. Questo vuol dire che il cioccolato può essere consumato senza preoccupazioni basta che non presenti segni di deterioramento significativi: fai attenzione agli odori sgradevoli e a una possibile comparsa di muffe. Se noti la formazione di una patina bianca non c’è da preoccuparsi per la salute: questa compare a causa di variazioni di temperatura e di umidità che contribuiscono all'affioramento dei grassi del cioccolato che si separano e salgono in superficie e alla cristallizzazione dello zucchero. Spesso questo difetto si accompagna ad altri, come una variazione di consistenza e di gusto. Il cioccolato scaduto non fa male all’organismo, ma non è proprio il massimo a livello di esperienza sensoriale: invece di degustarlo, è perfetto per preparare golosi dolci.
A seconda della sua composizione, non tutto il cioccolato ha la stessa shelf life. Per esempio, quello che dura di più è il cioccolato fondente, in quanto ha un maggiore contenuto di cacao. Nel cioccolato al latte, invece, è presente un’alta percentuale di latte, che corrisponde a grassi e proteine che rendono più veloce il deperimento, cosa che succede ancora più rapidamente con il cioccolato bianco, visto che si realizza solo con burro di cacao, zucchero e derivati del latte. I cioccolatini ripieni sono tra le tipologie più delicate: possono essere farciti con mousse, ganache, purea di frutta, caramello, liquori, quindi con ingredienti che è meglio consumare entro la data indicata sulla confezione.
Per mantenere il cioccolato nelle migliori condizioni possibili, è importante conservarlo correttamente. Fai attenzione in particolare a questi dettagli:
Il cioccolato in tavoletta si mantiene a lungo all’interno della propria confezione, dotata del foglio di alluminio per proteggerlo dall’aria e dagli odori. Una volta aperta, richiudila con cura: puoi anche foderarla con altro alluminio, se l’originale è troppo danneggiato, e munirti di contenitori ermetici (di plastica, vetro o latta). Una credenza buia, asciutta e non calda è il luogo migliore dove tenerlo. Insomma, lontano dalla vista, ma non dal cuore.