Croccante e gustosa, ma priva di zuccheri e con un basso apporto calorico, la ciliegia di Vignola è un frutto immancabile sulle tavole estive. Coltivata nel cuore dell’Emilia-Romagna, è buona da mangiare da sola o da usare come ingrediente nelle ricette più varie.
Passeggiando tra maggio e luglio nei dintorni di Vignola, lungo le terre ai lati del fiume Panaro incastonate tra le provincie di Modena e Bologna, può capitarti di vedere una distesa di alberi punteggiati di rosso. Hai appena incontrato le coltivazioni di ciliegia di Vignola, frutto protetto dal marchio Igp che si caratterizza per le sue dimensioni molto maggiori rispetto alla ciliegia comune.
Simbolo dell’omonimo comune, e di tutta l’Emilia-Romagna, la ciliegia di Vignola esiste in diverse varianti, e deve il suo gusto irresistibile alla fertilità della terra in cui è coltivata.
La coltivazione della ciliegia, a Vignola, è una tradizione molto antica e radicata, strettamente legata all’eccezionalità del territorio, uno dei motivi per cui il prodotto è stato insignito del marchio di Indicazione Geografica Protetta. Fin dalla metà dell’Ottocento i terreni fertili delle "basse", le terre situate ai lati del fiume Panaro, si sono rivelati l’ambiente ideale per la crescita della pianta della ciliegia di Vignola: merito della grande capacità drenante e della terra particolarmente fertile, ideali per lo sviluppo di questo particolare tipo di ciliegie.
Grazie all’impegno degli agricoltori locali la ciliegia di Vignola oggi è diventato un vero vanto del territorio, che in generale è una delle aree frutticole più rinomate della fascia pedecollinare emiliana. Nel 1965 è nato anche il Consorzio della ciliegia tipica di Vignola, che ha proprio come scopo quello di tutelare al meglio la produzione cerasicola, conservando le tecniche di coltivazione tramandata di padre in figlio nel corso delle generazioni, ma anche permettendo agli agricoltori di aggiornarsi grazie ai corsi speciali organizzati periodicamente.
Nonostante Vignola sia il cuore pulsante della tradizione delle ciliegie, oggi la zona di produzione si estende a ben 28 Comuni delle provincie di Modena e Bologna, abbracciando tutta la fascia formata dal tratto pedemontano del fiume Panaro e altri corsi d'acqua minori.
In generale, la Ciliegia di Vignola si distingue per essere più grande della ciliegia normale, per avere un sapore più dolce e una polpa particolarmente croccante. C’è però da precisare che nella denominazione “Ciliegia di Vignola Igp”, secondo il disciplinare produttivo, rientrano in realtà diverse tipologie di frutti, che si distinguono tra loro per la consistenza della polpa, per il colore e per la maturazione.
In generale si dividono in due gruppi in base alla polpa, le tenerine e i duroni, e in tre gruppi dal punto di vista cromatico, le nere, le rosse e le bianche.
Se esiste un frutto dalle proprietà nutritive perfette, quello è la ciliegia di Vignola: questa varietà di ciliegia, infatti, è ricca di fibre che aiutano la digestione e stimolano il senso di sazietà, ma anche di vitamina C, sostanza antiossidante essenziale per l’organismo, e di vitamina A, che rende il frutto diuretico, rinfrescante e astringente.
La ciliegia di Vignola contiene anche molti sali minerali come potassio, calcio e ferro, ed è un frutto dal bassissimo apporto calorico: è praticamente priva di grassi e di proteine, ha pochissimi zuccheri e un basso indice glicemico, caratteristica che la rende consumabile anche da chi segue regimi dietetici o ha il diabete.
Dal sapore inconfondibile, dolce e fruttato, la ciliegia di Vignola è semplicemente perfetta in cucina. Il suo gusto si presta perfettamente alla preparazione dei dolci più vari, dalla cheescake alle ciliegie a clafoutis dolce, dalle crostate al crumble, dal gelato fatto in casa alla focaccia dolce. Si presta anche a essere trasformata, dando vita a una marmellata di ciliegia dolcissima e a un chutney di ciliegie molto invitante, oppure a una salsa ottima per condire la cacciagione.
Le ciliegie, infatti, si sposano molto bene con la carne, in particolare quella di animali selvatici ma anche, per esempio, il filetto di maiale, e possono diventare persino condimento per un primo piatto, come pasta e risotti. Un grande classico è anche l’impiego della ciliegia di Vignola nella preparazione dei liquori, in particolare il kirsch o lo cherry, e nella realizzazione di frutta candita o sotto spirito.