Lo spreco alimentare va combattuto e uno dei modi per farlo è imparare a trattare i cibi scaduti. Alcuni alimenti, infatti, possono essere consumati anche entro un certo tempo oltre la data di scadenza senza nessun rischio per la salute: ecco quali sono e fino a quando possono essere consumati anche se scaduti.
È capitato a tutti di trovare nel frigo alimenti che hanno superato la data di scadenza: magari ti sei dimenticato di averli acquistati o ne hai presi in eccesso e non hai fatto in tempo a consumarli. L’istinto di dice sicuramente di buttarli: la prima cosa che ti hanno insegnato, infatti, è non mangiare cibo scaduto perché potrebbe farti male.
Ed è vero, ma non in tutti i casi. Ci sono alcuni alimenti, infatti, che se conservati correttamente possono essere consumati anche se scaduti senza avere nessun problema o effetto collaterale come la temuta intossicazione alimentare
In questa guida ti illustriamo quali sono e ti spieghiamo anche come dovresti leggere la data di scadenza. Sì, perché c’è una distinzione da fare e no, non sempre la data di scadenza determina la fine effettiva di un alimento. Imparando a leggere le etichette, e con qualche altra accortezza da seguire nel quotidiano, capirai quali alimenti puoi consumare anche se scaduti e ridurrai il tuo spreco alimentare.
Quando si parla di alimenti che scadono è necessario fare una precisazione: non tutte le date di scadenza si riferiscono al momento esatto in cui l’alimento non è più commestibile. Il Regolamento Europeo, infatti, dal 2011 richiede che sui prodotti alimentari sia scritto il “termine minimo di conservazione" (TMC).
Questo è il primo punto su cui fare chiarezza: il TMC indica il tempo entro il quale gli alimenti, se correttamente conservati, mantengono intatte le proprie caratteristiche nutritive ed organolettiche. All’interno di questa macro categoria puoi trovare due diciture:
Ricorda che l’alimento, per essere consumato oltre la data di scadenza, deve essere ancora sigillato, o comunque conservato in maniera ottimale e a corrette temperature. Se il prodotto è già stato aperto non dovrai più consultare la data di scadenza ma dovrai considerare le sue condizioni.
Ora che la situazione delle etichette è più chiara passiamo ad analizzare nello specifico le diverse categorie di alimenti, per capire come regolarsi riguardo la scadenza sia nel caso di prodotti freschi sia nel caso di prodotti a lunga conservazione.
Uno dei dilemmi più grandi riguardo al consumo di prodotti scaduti ha come protagonista il latte fresco. Che fare se ne avanza in frigo ma la data ci indica che non può essere più consumato? In questo caso sarebbe meglio seguire la normativa, che prevede che il latte fresco pastorizzato non venga consumato oltre il sesto giorno dal trattamento termico (10 giorni per il latte microfiltrato pastorizzato). Al massimo puoi consumare il latte giunto all’ultimo giorno – per esempio in questi modi alternativi – ma oltre la data di scadenza sarebbe meglio evitare di berlo o usarlo per non incorrere nell’eventuale presenza di tossine.
Il dubbio sulla data di scadenza riguarda anche i vari prodotti derivati dal latte, per esempio i formaggi. In questo caso è necessario fare una distinzione. I formaggi freschi rientrano nella categoria dei latticini e quindi devi attenerti strettamente alla data di scadenza indicata. Diverso il discorso per i formaggi stagionati o a pasta dura: in questo caso resistono anche diversi giorni oltre alla data di scadenza e possono essere tranquillamente mangiati, dovrai solo rimuovere accuratamente la muffa che potrebbe comparire sulla superficie (è un processo naturale non indica che il formaggio non sia più buono).
Per quanto riguarda i salumi vale un po’ lo stesso discorso del formaggio: dipende dalla freschezza dell’alimento. Quelli affettati al banco freschi vanno consumati massimo 3-4 giorni dopo l’acquisto (anche se chiaramente non riportano nessuna data), mentre nel caso dei confezionati devi mangiarli entro la data scadenza, perché oltre è alto il rischio che sviluppino tossine.
Il discorso cambia per gli yogurt: grazie al tipo di lavorazione che subisce questo prodotto, infatti, possono essere consumati dopo la data di scadenza indicata, arrivando anche fino a 6-7 giorni dopo. Dal punto di vista nutritivo la scadenza del prodotto aumenta l’acidità e abbassa il numero di fermenti vivi, ma se non mostra segni di deterioramento dovuti da altri motivi le caratteristiche organolettiche rimangono inalterate e il prodotto rimane un alimento sicuro da mangiare.
Attenzione alle uova perché la loro deperibilità dipende dal tipo di cottura che vuoi usare. Per quanto riguarda il consumo delle uova fresche, quindi mangiate a crudo per esempio nello zabaione oppure alla coque, è sempre meglio rispettare la scadenza, mentre se cotte in preparazioni come fritte all’occhio di bue o strapazzate possono durare fino a 3-4 giorni oltre la scadenza. Oltre questi periodi potresti andare incontro a rischi alimentari. Un trucco per capire se l’uovo è ancora buono? Usa la “prova dell’acqua”, uno dei trucchi fai da te più noti: l'uovo fresco, immerso in un bicchiere d'acqua e sale, rimane a fondo e non galleggia.
Entriamo nella categoria dei prodotti a lunga conservazione con pasta e riso. Già la loro scadenza è solitamente molto lunga (generalmente la durata è almeno un paio di anni), ma sono alimenti che dopo la scadenza possono durare almeno un paio di mesi. Il consumo non provoca nessun danno o rischio alla salute, a patto che la confezione sia ancora sigillata. Se è stata aperta devi assicurarti che il prodotto all’interno non si sia deteriorato o non ci siano insetti, un problema facilmente evitabile se in precedenza si usano alcuni semplici rimedi naturali.
Per prodotti come biscotti secchi e cracker vale lo stesso discorso della pasta: sono alimenti che hanno una lunghissima data di conservazione se sigillati e conservati alla giusta temperatura e possono tranquillamente essere consumati oltre l’indicazione riportata sull’etichetta. È probabile che perdano molta della loro consistenza e delle proprietà organolettiche, ma comunque rimangono non nocivi da mangiare e possono essere utilizzati anche in molte ricette come una sfiziosa cheesecake.
La farina è uno di quegli alimenti che non riesci mai a consumare del tutto e quindi avrai sempre una confezione, aperta o chiusa, che supera la sua data di scadenza. Se il pacco di farina è ben sigillato può essere utilizzata fino a sei mesi oltre la data di consumo preferibile. La regola è sempre la stessa: conservarla ermeticamente chiusa, in un luogo fresco e asciutto. In ogni caso, per sicurezza, quando usi farina scaduta è meglio fare un controllo approfondito per verificare che non ci siano insetti. E se proprio non ti fidi puoi riutilizzarla in modo creativo e incredibilmente utile.
L’olio extravergine d’oliva è uno dei prodotti più sicuri da conservare oltre la data di scadenza perché rimane un alimento sicuro e sano, a patto chiaramente che sia un olio di alta qualità. In questo caso può essere consumato fino a circa 8 mesi dopo la data di scadenza riportata sulla confezione, l’unica eventuale problematica può essere una lieve perdita d’intensità delle sue qualità organolettiche.
Le conserve sono un prodotto a lunga conservazione che, solitamente, ha una scadenza variabile tra uno e tre anni a secondo dell’alimento. Generalmente sono prodotti che non comportano gravi problematiche e possono essere consumati fino a due mesi dalla data riportata, sia che si tratti di sott’aceti sia che si tratti di conserve di pomodoro se la confezione è chiusa e ben conservata.
Pesce, mais, legumi e tutti gli altri prodotti in scatola sono un po’ come le conserve, ovvero hanno una scadenza molto lunga ma, se conservati a dovere, puoi tranquillamente consumarli entro uno o due mesi dalla data scritta sulla confezione senza incorrere in nessun rischio per la salute.
Gli alimenti surgelati, in generale, non hanno grandi problemi con la scadenza e possono essere tranquillamente consumati fino a due mesi oltre la data riportata. Ci sono però delle piccole eccezioni: i gamberetti, per esempio, è meglio non consumarli a crudo se scaduti, perché anche da surgelati potrebbero sviluppare la listeriosi.
Ti ricordiamo infine, per chiudere la nostra panoramica, che per alcuni alimenti non è obbligatoria l’indicazione della data di scadenza. Rientrano in questa categoria diversi cibi, alcuni molto resistenti come bevande alcoliche, aceto, sale e zucchero, altri facilmente deperibili. Nel caso di frutta e verdura dovresti consumarle entro 3-7 giorni dall'acquisto, mentre per la carne o il pesce fresco devi fare riferimento alla data di confezionamento indicata sull’etichetta e non superarla di massimo 4-5 giorni.