Mangiare è uno dei piaceri più grandi della vita, sempre che il cibo che hai nel piatto non cerchi di ucciderti, intossicarti o strozzarti. Stiamo esagerando? No, non proprio: esistono alcuni alimenti, in giro per il mondo, che possono essere anche letali. E nella lista ci siamo anche noi.
Cosa c’è di meglio del mangiare? In Italia la cultura del cibo è strettamente radicata nella nostra vita, forse è per questo che è abbastanza difficile per noi immaginare un alimento che rappresenta un vero e proprio rischio per chi lo mangia. Invece, nel resto del mondo, esistono diversi cibi di questo tipo, ingredienti che, se non sono trattati nel modo giusto o consumati seguendo le regole corrette, possono portare a conseguenze tragiche. No, non solo intossicazione ma anche avvelenamento, soffocamento e persino decesso. Credi che stiamo esagerando? Cambierai idea dopo questo viaggio alla scoperta dei cibi più pericolosi del mondo. E sorpresa: uno di questi è italiano.
Il pesce fugu, più noto con il nome colloquiale di pesce palla, è un simpatico abitante del mare fino a quando non arriva nel piatto. In Giappone è considerato un alimento molto prelibato, ma è anche uno dei più pericolosi al mondo: l’animale, infatti, contiene la tetradotossina nelle sue interiora, che è per l’appunto una sostanza letale. Se il pesce palla non viene accuratamente trattato e preparato in modo da rendere le carni innocue il rischio di decesso di chi lo consuma è altissimo. Proprio per questo non tutti possono cucinare il pesce fugu, ma solo chi passa da una formazione lunghissima che dura anche anni e ottiene una licenza speciale che autorizza a manovrarlo e servirlo. Per questo motivo, oltre a essere pericoloso, il fugu è anche uno dei cibi più costosi al mondo.
Rimaniamo ancora in Giappone per un’altra specialità potenzialmente letale: si chiama Echizen – Kurage ed è la medusa più grande del mondo con le sue impressionanti dimensioni che possono raggiungere i due metri di diametro e i 300 kg di peso. Il suo nome scientifico è Nemopilema nomurai, ma è conosciuta anche come medusa di Nomura, è utilizzati in numerosi piatti della cucina nipponica ma solo ed esclusivamente bollita e pulita con estrema cura. Se viene pulita male, o se non è cotta bene e rimane cruda, è letale quanto il pesce palla.
Nato in un negozietto di Rajkot, in India, portato alle luci della ribalta da un documentario della versione americana di History Channel ed esploso sui social grazie a un video diventato virale, il fire paan è stato eletto lo street food più pericoloso del mondo. È una sorta di involtino realizzato con una foglia di palma indiana detta betel, farcita con zucchero, frutta secca e spezie imbevute di alcol a cui viene dato fuoco e che viene inserito ancora fiammante in bocca al cliente dal venditore ambulante in persona. Al contrario di quello che potresti pensare la parte più pericolosa non è la fiamma – per quanto non sia una pratica esattamente sicura – ma è la foglia di palma che fa da involucro: se masticata, infatti, può provocare infezioni e a lungo andare anche cancro.
Il sannakji è un tipico piatto coreano a base di polpo crudo, in particolare del piccolo polpo chiamato nakji: apparentemente innocuo, in realtà questo animale è estremamente pericoloso da mangiare. In particolare a essere pericolose sono le ventose del polpo, che restano attive anche dopo la morte dell’animale e persino dopo la cottura. Questo vuol dire che se il polpo, che sia cotto o che sia crudo, non viene masticato molto ben e a lungo per far sì che le ventose vengano totalmente distrutto, le ventose potrebbero attaccarsi alla gola, provocando il soffocamento. Il rischio è reso ancora più alto dal fatto che molto spesso il polpo viene servito crudo condito con semi e olio di sesamo, con i tentacoli ancora in movimento.
Ebbene sì, nella classifica dei cibi più pericolosi del mondo c’è anche un prodotto nostrano. È il casu martzu, un particolare formaggio sardo conosciuto perché sottoposto alla colonizzazione delle larve della mosca casearia (da cui il nome “formaggio marcio” o “formaggio con i vermi”) durante il suo processo di maturazione. Insomma, nel formaggio le mosche depongono le uova, che poi si trasformano in larve che si nutrono della forma di pecorino, trasformando la pasta in maniera omogenea, rendendola estremamente saporita, morbida e burrosa. Come puoi immaginare, il problema che rende pericolo il formaggio sono proprio le larve: si dice, infatti, che una volta ingerite potrebbero continuare a vivere durante la digestione, portando gravi problemi gastrointestinali. In realtà è una sorta di leggenda perché non esistono veri e proprio documenti che attestino anche un solo caso del genere, ma per sicurezza l’Unione Europea ne ha proibito produzione e commercializzazione per via delle norme igienico-sanitarie.
È il frutto più rappresentativo della Giamaica, ma anche uno di quelli che crea più problemi ai turisti: si chiama ackee ed è un frutto davvero singolare, con una buccia cura che va dal verde al rosso vivo con la maturazione e un interno dai semi grandi e dalla polpa carnosa gialla che li avvolge. Quello che tantissimi turisti non sanno è che non deve mai essere consumato immaturo o crudo, perché all’interno dell’ackee si trova l’opoglicina A, una sostanza velenosa che porta soprattutto vomito continuo, ma anche vista sfocata e nei casi più gravi convulsioni. L’ackee si consuma solo maturo, cioè quando si apre naturalmente, e dopo averlo bollito per qualche istante: così è molto usato nella cucina giamaicana, soprattutto all’interno del tradizionale piatto saltfish. Eppure sono ancora tantissimi i turisti non informati sull’ackee, tanto che il malessere causato dal frutto è diventata una vera e propria sindrome chiamata Jamaican Vomiting Sickness.
Probabilmente non ti sono mai sembrati pericolosi quando li hai mangiati al ristorante, eppure i mochi giapponesi mietono più vittime di quello che puoi immaginare. Questi piccoli e deliziosi dolcetti, delle palline di riso glutinoso tritato e pestato per ottenere una soffice pasta bianca, vengono preparati con varie tipologie di ripieno (fagioli rossi, gelato, creme) e in Giappone si mangiano tipicamente a Capodanno. Ma cosa li rende tanto pericolosi? Il problema è la loro consistenza gommosa che li rende difficili da masticare, tanto che sembra che negli ultimi anni si siano registrate in Giappone un numero elevato di morti per soffocamento causato da mochi, soprattutto tra gli over 65 che hanno maggiore difficoltà a masticare la collosa pasta di riso.
La manioca o cassava, è un tubero coltivato principalmente in Sud America (ma si trova anche in Africae in Asia) e considerato molto prezioso perché da esso si ricava la tapioca; con la manioca in Sudamerica si fa praticamente tutto perché il tubero è ricco di carboidrati, privo di glutine e molto versatile. Ma può diventare anche estremamente pericoloso. Le foglie e le radici di manioca contengono una serie di sostanze tossiche e velenose, tra cui il cianuro, che possono essere neutralizzate solo tramite accurata pulizia e cottura. Se la manioca viene mangiata cruda si rivela fatale, un problema che purtroppo si presenta ancora troppo spesso nei paesi dove questo alimento viene coltivato.
Questa è una delle voci del nostro elenco che ti manderà più in confusione: da quando gli anacardi sono pericolosi? In realtà lo sono, ma non quelli che siamo abituati a trovare sugli scaffali dei supermercati o nelle ciotoline portate insieme agli aperitivi. Questi anacardi che mangi e compri sono rigorosamente precotti al vapore e tostati, quindi perfettamente sicuri, il problema nasce solo se gli anacardi vengono consumati crudi perché, oltre a molte proprietà nutritive benefiche, contengono naturalmente anche l'urusiolo ovvero la stessa sostanza dell'edera velenosa che al contatto provoca eruzioni cutanee, ma se viene ingerito può portare alla morte.
Il sambuco è una pianta che nasce spontaneamente nei boschi, caratterizzata da bellissimi fiorellini bianchi a grappoli (anch'essi commestibili come buona parte della pianta) che poi si trasformano in succulente bacche nero-violetto che in cucina si usano per ottenere marmellate, sciroppi e liquore. Bisogna fare molta attenzione quando si parla di bacche di sambuco: prima di tutto sono facilmente confondibili a quelle di un’altra pianta velenosa che si chiama ebbio, secondo poi non vanno mai consumate crude. Le bacche di sambuco non cotte (ancora di più se anche poco mature) contengono sostanze tossiche che possono portare a nausea, vomito e diarrea: si neutralizzano solo con cotture a temperature superiori agli 80 °C.
Molti lo potrebbero ricordare solo come una delle scene più iconiche dei molti film del franchise di Indiana Jones (nello specifico Il Tempio Maledetto) ma in realtà è una vera abitudine di alcuni Paese dell’Asia e dell’Africa- Di cosa parliamo? Del cervello di scimmia, che può essere mangiato bollito, cotto al forno e persino crudo, un alimento pericolosissimo perché può trasmettere encefalopatie fatali tra cui la malattia di Creutzfeldt-Jakob. Per correttezza è bene precisare che, mentre abbondano le fonti storiche di questa pratica riguardo diversi secoli fa, sono meno le testimonianze che ancora si usi ancora prepararlo e servirlo in epoca contemporanea, anche perché in molti Paesi è diventato illegale (per esempio in Cina). E per fortuna, non si trovano foto aggiornate.
Gli alimenti fermentati sono molto diffusi in tutto il mondo, anche in Italia se abbiamo alcuni esempi illustri, ma ne esiste uno particolarmente pericoloso. È il fesikh, un piatto tradizionale egiziano a base di pesce che si prepara con la polpa fermentata, salata ed essiccata del cefalo per essere mangiato in occasione della Festa di Primavera di Shem-el Nessin. La procedura di creazione di questo prodotto è complessa e prevede prima una fase di essiccazione al sole, poi un trattamento di fermentazione con il sale che dura fino a 10 giorni e infine la conservazione in salamoia. Le autorità sanitarie mettono in guardia i consumatori perché, se il pesce non viene fermentato correttamente e soprattutto pulito con cura una volta tolto dalla salamoia, rischia di contenere batteri che, una volta ingeriti, possono causare un’intossicazione alimentare.
È uno dei cibi fermentati considerati più disgustosi e puzzolenti al mondo, ma il motivo del suo sapore e del suo olezzo insopportabili sono proprio per renderlo sicuro da possibili intossicazioni. L’hakarl è una specialità dell’Islanda, una preparazione molto particolare riservata solo agli stomaci forti e i nasi d’acciaio: si tratta di carne di squalo putrefatta, sotterrata per sei mesi fino a quando non raggiunge il perfetto stato di putrefazione, ovvero deve essere gommosa, marcia e dal sentore di ammoniaca, così forte che nemmeno molti islandesi hanno mai avuto il coraggio di provarlo. C’è un motivo ben preciso, in realtà, per cui la carne di squalo viene sottoposta a questo trattamento: non può essere mangiata fresca perché è tossica, in quanto lo squalo espelle le urine direttamente attraverso il suo corpo (praticamente le suda), per questo la carne si impregna di acido urico, eliminabile solo attraverso un processo di fermentazione.