Il Sips di Barcellona dell'italianissimo Simone Caporale è il miglior bar al mondo per la World's 50 Best Bar. Ci sono 6 locali italiani tra i primi 100.
L'Italia fa un piccolissimo passettino avanti nella classifica della The World's 50 Best Bars: lo scorso anno erano quattro gli indirizzi tra i migliori al mondo, nel 2023 sono cinque. Si tratta del Locale a Firenze (46°), dell'Antiquario a Napoli (44°), di Freni e Frizioni a Roma (33°) e di Drink Kong, sempre a Roma, arrivato al ventunesimo posto. A questi cinque locali dobbiamo aggiungere il Camparino in Galleria a Milano classificatosi 85° nella più ampia selezione dei primi 100 in classifica mondiale. Oltre agli indirizzi presenti nel nostro Paese dobbiamo però aggiungere qualche "fuori quota" perché la mixology mondiale è fortemente influenzata dal tricolore.
Nessun bar italiano ha mai trionfato ai 50 Best ma l'ospitalità resta un'eccellenza del nostro Paese: è dal 2019 che a vincere questa competizione non c'è un italiano al comando del locale premiato. L'ultimo "straniero" è stato il Dante di New York poi abbiamo avuto nel 2020 e nel 2021 il Connaught Bar a Londra guidato da Ago Perrone, Giorgio Bargiani e Maura Milia; lo scorso anno ha vinto il Paradiso a Barcellona, di Giacomo Giannotti. Quest'anno a trionfare è il Sips, sempre a Barcellona, con al comando Simone Caporale, bartender comasco tra i più famosi al mondo.
Quest'anno il Connaught è arrivato quinto e il Paradiso è arrivato quarto ma poco cambia: la mixology italiana all'estero si distingue sempre come eccellenza. Tra l'altro non è certo la prima volta che Simone Caporale si trova a calcare questo palcoscenico prestigioso salendo sul più alto gradino del podio: insieme ad Alex Katrena ha lavorato all'Artesian a Londra che dal 2012 al 2015 ha dominato incontrastato questa classifica. Ora questo indirizzo, sito all'interno dello splendido Sheraton Hotel (uno degli alberghi più belli del Regno Unito), è guidato da un'altra italiana, Giulia Cuccurullo che è anche la prima bar manager donna della storia secolare dello Sheraton.
Il lavoro da fare in questa classifica è ancora molto per la mixology italiana perché (forse) sei bar tra i primi cento sono fin troppo pochi per una nazione influente come la nostra. È sempre bello però vedere che i nostri connazionali si facciano valere anche lontano dal Bel Paese, mostrando a tutti di che pasta siamo fatti.