Davide Nanni, volto noto dei social e talentuoso "chef dei boschi" accusa in un libro la brigata di Giorgio Locatelli per le umiliazioni subite a inizio carriera.
"Accettai l'offerta di lavorare lì di buon grado, fresco di diploma. Partii con la mia ragazza, presa nello stesso ristorante. Eravamo giovani, felici e pronti a spaccare il mondo. Sapevo che nelle brigate aleggiava un po’ di nonnismo cameratesco, ma non immaginavo che potesse raggiungere livelli simili": parole di Davide Nanni, chef star dei social, che al Corriere della Sera racconta un'orrenda esperienza avuta a Locanda Locatelli, il ristorante londinese di Giorgio Locatelli. Il cuoco abruzzese, che oggi è tornato a lavorare nella propria regione, parla di vere e proprie vessazioni da parte di chef, sous chef e capo partita del ristorante (i diretti sottoposti di Locatelli) con accuse molto gravi di violenza fisica e verbale.
Davide Nanni descrive minuziosamente nel suo libro le vessazioni subite a Locanda Locatelli. Non c'è un'accusa "materiale" al giudice di Masterchef perché non sarebbe stato direttamente Giorgio Locatelli a vessare il sottoposto: "La gestione era in mano a quei tre che si rivelarono il mio peggior incubo — dice il cuoco abruzzese — Giorgio Locatelli passava ogni tanto, per controllare che fosse tutto ok". Oltre ai classici episodi di nonnismo, come i lavori più faticosi e umili assegnati agli ultimi arrivati, Nanni avrebbe subito molto di più.
Il cuoco diventato famoso per preparare le ricette nei boschi, oltre 335.000 follower su Instagram, ricorda con particolare scoramento il rapporto avuto col sous chef: sarebbe stato preso di mira dal proprio superiore, con lavori impossibili e umiliazioni pubbliche davanti a tutta la brigata. Ogni mortificazione sarebbe stata accompagnata da allusioni e occhiolini rivolti alla fidanzata di Davide Nanni, anche lei in brigata del ristorante stellato. Nanni racconta poi di turni impossibili in cui "a volte trovavo ancora i lavapiatti che finivano il turno della notte" e di riposini in bagno, su uno strofinaccio posto sul pavimento per provare a chiudere gli occhi. La relazione con la fidanzata sarebbe finita a causa di questo clima infernale che avrebbe portato Nanni in una situazione di enorme stress, per un lavoro umiliante e poco gratificante.
Nanni conclude parlando di un episodio davvero molto grave, che lo avrebbe segnato profondamente: "Tutto il giorno pulivo gigantesche casse di rucola, gambo per gambo. Un pomeriggio per sbrigarmi eliminai le radici con un solo strappo, lo videro. Il capo partita mi raggiunse e mi sbatté il mazzo in faccia, spaccandomi il labbro. Una volta fecero cadere cinque litri di brodo in cella frigorifera. Mi diedero la colpa. Mi obbligarono a pulire senza spegnere la refrigerazione". Una tortura in piena regola quella che avrebbe subito il cuoco abruzzese che dice di aver lasciato Locanda Locatelli stremato dalle mortificazioni subite: "Ero dimagrito di 20 chili in quattro mesi" conclude, con amarezza.