Secondo le associazioni di categoria, alla luce dell'ultima sentenza, ci sono le basi per una class action e chiedere un risarcimento per tutti i compratori che si sono sentiti truffati dall'affare tra Balocco e Chiara Ferragni.
Una sentenza storica quella emessa dal Tribunale Civile di Torino: chi ha comprato i pandori di Chiara Ferragni potrà chiedere un risarcimento. Arriva un altro capitolo del cosiddetto pandoro-gate che coinvolge la nota influencer e Balocco sulla campagna di comunicazione di Pink Christmas, il pandoro griffato dalla Ferragni che avrebbe lasciato intendere un legame tra la sua vendita e la beneficenza a un ospedale pediatrico. Visto che così non è stato secondo la giudice della prima sezione del Tribunale civile di Torino, Gabriella Ratti, i consumatori sono stati ingannati e quindi possono essere risarciti.
La notizia, riportata dal Gambero Rosso, riconosce nell'azione dell'industria dolciaria piemontese una "pratica commerciale scorretta" in violazione del Codice del consumo. Secondo le associazioni di consumatori Codacons, Adusbef e Utenti dei servizi radiotelevisivi adesso è la volta dei risarcimenti per chi ha acquistato il dolce tipico di Natale.
Queste possibili sanzioni si andrebbero ad aggiungere alle già commissionate multe da 1 milione e 400mila euro che al momento sono in fase di contestazione al Tar perché la sentenza è stata impugnata dalla Ferragni. Secondo le associazioni dei consumatori questa sentenza sarebbe "clamorosa" perché, conclude il Gambero Rosso che riporta il testo, "La pratica commerciale oltre a essere contraria alla diligenza professionale, è stata quanto meno idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico, in relazione al prodotto, del consumatore medio. I messaggi della campagna di comunicazione sono risultati idonei a fornire una rappresentazione scorretta dell'iniziativa benefica (…) lasciando intendere, contrariamente al vero che acquistando il ‘Pandoro Pink Christmas' il consumatore avrebbe potuto contribuire all'iniziativa".
Staremo a vedere come si muoveranno le associazioni di consumatori e in che modo risponderà il duo Balocco-Ferragni che al momento non sembra così ben disposto a collaborare. È probabile comunque che questa azione abbia effetti quasi nulli perché per richiedere un risarcimento ci dovrebbe comunque essere una prova d'acquisto del prodotto, la qual cosa, a distanza di anni, sembra di difficile attuazione.