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Women on fire
rubrica
13 Maggio 2023
15:00

Chi è Carlotta Delicato: mamma chef che non ha dovuto scegliere tra cucina e famiglia

Mamma e chef a tempo pieno, senza sacrificare tempo, energie e risorse verso un aspetto della sua vita a favore di un altro. Alla scoperta del lato famigliare e privato della chef Carlotta Delicato.

A cura di Alessandro Creta
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Chef, certo, imprenditrice, anche. Ma anche moglie e, da ormai un paio di anni, pure mamma. Nonostante abbia ancora il volto pulito e genuino di una bambina. Alla scoperta del lato più intimo, personale e privato di Carlotta Delicato, dell'omonimo ristorante situato in un piccolissimo borgo reatino.

Quando si parla di, e con, Carlotta Delicato risulta particolarmente difficile scindere la sua parte famigliare e privata da quella lavorativa e professionale. Queste sue due realtà si fondono, si uniscono in un legame che, ascoltandola, si dimostra indissolubile e saldo. Impossibile dopotutto il contrario, considerato come Carlotta abbia deciso con suo marito Gabriele (29 anni lei, 34 lui) di aprire un ristorante proprio per conciliare la vita familiare con quella professionale. E di farlo in un piccolo borgo immerso tra le verdi alture sabine, a Contigliano in provincia di Rieti.

La casa Carlotta e Gabriele l’hanno scelta a poche centinaia di metri dal locale, ristorante con il nome di lei, permettendo ai due di poter accordare l’aspetto lavorativo con quello privato. Parlando con Carlotta si capisce come abbia le idee chiare su come riuscire a coniugare questi aspetti. Due realtà capaci, in non pochi casi, di apparire inconciliabili lei è riuscita a fonderle, in modo sartoriale, secondo le sue esigenze. Non solo moglie: Carlotta è anche mamma e nonostante il figlio abbia appena 2 anni riesce a non privarsi dei momenti con il suo Federico, crescendolo a due passi dal locale e non sacrificando tempo al contesto famigliare per dedicarsi al ristorante. E viceversa.

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Proprio il ristorante, in non pochi casi ostacolo e barriera tra famiglia e lavoro, per Carlotta rappresenta un anello di congiunzione tra le due realtà. Un bivio sapientemente e coscientemente convertito in una rotonda. "Il locale è nato per conciliare le mie due esigenze – ci racconta Carlotta – io volevo continuare a lavorare e la maternità non l'ho mai vista come un ostacolo. Non volevo mio figlio, più avanti, pensasse come la mamma avesse smesso di lavorare per lui. Il ristorante è il collegamento tra le mie due vite. Il fatto di aprire in un borgo dove tutto è a portata di mano, e dove casa è a 100 metri dal locale, in questo senso sicuramente favorisce me e mio marito, impegnato in sala. Io riesco a fare la madre e essere al contempo chef senza dover sacrificare nulla a due realtà che ho cercato, inseguito e voluto". Ma come è arrivata Carlotta a diventare mamma e chef a tempo pieno?

Carlotta Delicato: mamma e chef a tempo pieno

Oggi Carlotta è un volto riconosciuto della cucina italiana. Anni fa, giovanissima, vinse Hell's Kitchen e ultimamente è spesso presente anche a È Sempre Mezzogiorno, trasmissione di Rai 1 alla quale si dedica nei giorni di chiusura del ristorante. "Ma io resto una chef: la cucina è la mia comfort zone", ci rivela. La strada per arrivare dove è ora, però, non è stata priva di difficoltà. Non orfana nemmeno di diffidenze da parte dei colleghi. Come ricorda lei stessa infatti ad accompagnarla, specialmente all'inizio, è stata la voglia di rivincita verso coloro che sostenevano come lei non fosse adatta e idonea per la cucina. "Ho sempre avuto questa idea di rivalsa. Volevo dimostrare agli altri che ero, e sono, capace di fare ciò che mi dicevano di non saper fare. Il fatto di essere competitiva, testarda, mi ha portato a non mollare mai". Essere donna ha comportato pregiudizi e diffidenze da parte dei colleghi, pregiudizi e diffidenze combattuti con il duro lavoro e la tenacia. Lo stesso duro lavoro e la stessa tenacia che hanno portato Carlotta a vedere in un ristorante di proprietà l'anello di congiunzione tra la famiglia e l'aspetto professionale. Con tutte le paure, i timori e le incertezze del caso.

"Il ristorante l’ho aperto a 28 anni, i lavori di ristrutturazione sono iniziati quando ne avevo 27". Uno spartiacque importante che ha portato Carlotta a vivere due vite in una: "Da una parte quella di madre e dall'altra di ristoratrice e imprenditrice. È stata una scommessa, in molti ci consideravano folli. Di solito quando si mette su famiglia si va alla ricerca del posto fisso, della sicurezza economica. Io e mio marito invece abbiamo lasciato uno stipendio sicuro, a Barcellona, per abbracciare questa nuova realtà, una sfida praticamente in mezzo al nulla". Per Carlotta, così come per Gabriele, il ristorante è come se fosse un secondo figlio: "… e vanno di pari passo perché hanno quasi la stessa età e così come un bambino anche la propria attività ha bisogno di essere coccolata, indirizzata e cresciuta".

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Ma la maternità è mai stata una sorta di spauracchio per Carlotta? La chef è molto sicura in questo senso: "Non l'ho mai pensato perché ho sempre avuto chiara una cosa: nessuno mi avrebbe mai allontanato dalla cucina. Ho combattuto tanto negli anni passati per conquistarmi questo ruolo, quindi dovevo solo capire come fare per non dover sacrificare o rinunciare a nulla. Il ristorante è nato da un’esigenza: quella di voler continuare a fare la chef senza pregiudicare il tempo da dedicare alla famiglia. Ho cercato il modo migliore per poter coniugare il tutto: anche improntando una cucina dal vivo e riducendo al minimo le preparazioni lunghe. Qui tutto si fa al momento e ciò mi permette di non dover passare troppo tempo in cucina, riuscendo a bilanciare anche il numero dei coperti e l'impiego che richiedono con una vita privata".

Il messaggio di Carlotta è insomma chiaro: "Si può vivere facendo la chef, madre e moglie, coniugando queste realtà nei diversi momenti della giornata e senza vedere nessuno di questi aspetti come un peso".

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Non è stato ovviamente automatico per Carlotta arrivare a capire come fare per poter conciliare il tutto. La gravidanza è cominciata quando ancora lei e Gabriele erano a Barcellona e la presa di coscienza di ciò che sarebbe arrivato non è stata immediata. L'apertura di un proprio ristorante, tornati in Italia, ha rappresentato la chiave di tutto: "La consapevolezza del quadro completo è arrivata con il tempo. Con il passare dei mesi e la crescita del pancione sono arrivati  i primi dubbi. A questo punto mi sono chiesta come fare per poter gestire la situazione. Il ragionamento però è stato automatico: mi sono impostata un’idea precisa di come avrei voluto il mio locale in modo da permettermi di non sacrificare tempo al bambino e alla famiglia". Un format su misura, insomma, un abito sartoriale che potesse contemporaneamente essere indossato dalla Carlotta mamma e dalla Carlotta chef.

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E pure la scelta di Contigliano come sua nuova casa non è stata casuale. Del borgo sabino era originario Gabriele e per entrambi la risposta a tutto (o quasi) è sempre stata praticamente sotto al naso: "Io oggi riesco a fare la madre ed essere chef. Mi auguro, nel mio piccolo, di poter essere d'esempio a molte altre colleghe".

Donne in cucina: un tabù che sta scomparendo

Carlotta è tra le rappresentati della nuova generazione di chef capaci di emergere nel mondo della cucina contemporanea. Con già 10 anni di carriera alle spalle, come considera il ruolo, e la considerazione, della donna nell'ambito della ristorazione professionale? "Il sessismo in cucina ancora purtroppo esiste, ma è una piaga che con il tempo secondo me si sta progressivamente estirpando. Anche grazie al lavoro e all'impegno di noi giovani. Nel corso della mia carriera ho dovuto combattere molte diffidenze dei miei colleghi. I dubbi li ho percepiti spesso in quanto ragazza e anche se ricoprivo posizioni importanti, da Venezia a Barcellona, sentivo di dover sempre dimostrare qualcosa in più per quasi giustificare il mio ruolo. Come detto, anche per esperienza personale, si sta progressivamente raggiungendo una parità anche in un settore storicamente maschilista, e per certi versi patriarcale, come la cucina professionale". Utopia pensarlo anche solo qualche decennio fa.

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Un ultimo sforzo in questo senso però dovrà passare pure attraverso l'impegno delle ragazze alle quali la chef spera di poter essere d'ispirazione. Colleghe invitate da Carlotta a non mollare mai, soprattutto nei momenti di difficoltà quando sembra come l'unica via d'uscita sia fare un passo indietro: "La cucina per certi versi è ancora dura: ci sono troppo spesso orari estenuanti, di 16 o 17 ore, che ti portano a pensare di mollare tutto. Ciò è sicuramente un aspetto da dover migliorare, bisogna esser capaci di creare turni sostenibili, in linea con la vita personale e privata di chi lavora al ristorante. Per questo servirà ancora tempo ma quello che oggi mi sento di dire alle mie giovani colleghe però è ‘non mollate mai, abbiate pazienza. E il meglio arriverà‘".

Foto di OfficinaVisiva

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A cura di
Alessandro Creta
Laureato in Scienze della Comunicazione prima, Pubblicità e Marketing poi. Giornalista gastronomico per professione e mangiatore seriale per passione, mi piace navigare tra le pieghe del cibo, perché il food non è solamente cucina, ristoranti e chef. Appassionato di olio evo ma anche di viaggi, sono particolarmente incuriosito da cibi strani e sconosciuti. Mi fate felice con un Verdicchio. Mi trovate su Instagram: @cretalex
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