Qual è la differenza tra chilometro zero e filiera corta? Una legge approvata lo scorso mese fa chiarezza su questi termini spesso confusi dai consumatori.
Filiera corta e chilometro zero. Chilometro zero e filiera corta. Quante volte negli anni abbiamo sentito o letto questi termini, senza sapere precisamente cosa significassero e in molti casi confondendoli anche, magari credendoli sinonimi in senso assoluto. Per mettere ordine nella confusione generale ci ha pensato una legge approvata negli ultimi giorni, rendendo questi concetti finalmente chiari e ben definiti.
La normativa (il cui iter è stato avviato nel 2018) è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale lo scorso 11 giugno ed è entrata in vigore il 26. Per quanto riguarda la definizione di loghi e marchi in riferimento alla filiera corta e al chilometro zero, invece, dovremmo attendere un decreto ministeriale previsto per il prossimo settembre. In ogni caso comunque i loghi non verranno posizionati sulle confezioni dei prodotti, bensì direttamente nei punti vendita in spazi appositamente pensati per prodotti a chilometro zero e da filiera corta. Per quanto riguarda la ristorazione, invece, verranno indicati direttamente sul luogo di consumo.
L'articolo 1 spiega come sia obiettivo della norma: "… valorizzare e promuovere la domanda e l’offerta dei prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero e quelli da filiera corta, e nello stesso tempo vuole garantire ai consumatori un’informazione corretta in merito all’origine e alla specificità di tali prodotti".
In aggiunta i Comuni dovranno riservare almeno il 30% delle aree destinate ai mercati (per la pesca, le aree in prossimità dei punti di sbarco) agli agricoltori che vendono prodotti a chilometro zero o a filiera corta
Detto ciò, cosa dice la legge in materia di chilometro zero e filiera corta? Quali sono le differenze tra queste due terminologie?
Si intende la provenienza a chilometro zero dei prodotti quelli provenienti dalla stessa provincia oppure alimenti realizzati nel raggio massimo di 70 chilometri dal luogo di vendita o di consumo. Per quanto riguarda invece il pesce, questo deve essere sbarcato entro i 70 chilometri.
Per quanto riguarda i prodotti da filiera corta, invece, per legge devono arrivare dal produttore al consumatore finale passando al massimo attraverso un intermediario.