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19 Novembre 2024 9:00

Che cos’è lo tsukemen e quali sono le differenze con il ramen

Nato in Cina, tipico del Giappone e ormai diffuso in tutto il mondo, il ramen è molto più di un piatto, è un vero simbolo della cultura popolare. Noi occidentali associamo questo termine a una sola ricetta, la più classica, ma in realtà esistono tantissime varianti di ramen: oggi scopriamo insieme lo tsukemen.

A cura di Martina De Angelis
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Anche se non sei mai stato in Giappone ti è capitato sicuramente di assaggiare, almeno una volta, il ramen: è un piatto iconico e molto importante per i giapponesi, nonostante in realtà sia stato  importato dalla Cina, dove però oggi non si fa più. Ormai diffuso in tutto il mondo e diventato una vera icona della cultura popolare, il ramen è un piatto unico a base di noodles di grano in brodo (di carne di maiale, pollo o pesce, chiamato dashi), insaporito con salsa di soia, katsuobushi, miso, chashu di maiale, alghe (kombu e nori), narutomaki e uova sode, lasciate un po' barzotte e marinate a lungo.

Quello che spesso a noi occidentali sfugge è che, in realtà, di ramen ne esistono decine e decine di varietà diverse, che differiscono tra loro in base all’area geografica, agli ingredienti utilizzati, al modo in cui si cucina o si mangia quella particolare specialità. Per esempio, una variante relativamente recente che non è arrivata in Occidente, ma che è amatissima in Giappone, è chiamata tsukemen.

Così popolare da avere anche dei ristoranti dedicati solo alla sua preparazione, lo tsukemen è un vero e proprio comfor food ed è una versione estiva del ramen, riadattata alle temperature elevate e il caldo afoso. Scopriamo tutte le caratteristiche di questa specialità e in cosa differisce dal ramen a cui siamo abituati.

Che cos’è lo tsukemen

Lo tsukemen è una particolare variante del ramen pensato per essere mangiato durante le calde giornate estive giapponesi, quando le temperature non invogliamo molto a consumare il classico ramen bollente e fumante. Nello tsukemen, proprio per questo, i noodles vengono serviti freddi e separati dalla zuppa, che serve solo a inumidire e insaporire la pasta e gli ingredienti che la guarniscono, di solito alghe, uova o germogli di soia.

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Lo tsukemen è un’invenzione abbastanza recente: è stato inventato a Tokyo nel 1961 da Kazuo Yamagishi, proprietario di un famoso ristorante della città. Proprio a lui venne l’idea di ideare un tipo di ramen consumabile d’estate, che all’inizio chiamò morisoba speciale e consisteva in soba fredda con zuppa per inzupparla.

L’idea entusiasmò così tanto i giapponesi che presto divenne popolare e venne servito in tutti i ristoranti di proprietà di Kazuo Yamagish. È a partire dagli anni 2000 che lo tsukemen si stacca dal legame con il suo inventore e inizia a vivere una vita propria, tanto che oggi è talmente popolare da aver ispirato la nascita di ristoranti che cucinano esclusivamente questo piatto.

Differenza con il ramen

Lo tsukemen è fondamentalmente una variazione del ramen classico, in cui i noodles e gli altri ingredienti usati come topping vengono serviti e mangiati direttamente all’interno del brodo. Nello tsukemen, invece, la particolarità è che i noodles non vengono serviti nella zuppa ma in una ciotola a parte, o completamente freddi oppure appena tiepidi; gli altri ingredienti, invece, possono essere nella zuppa oppure sui noodles, oppure divisi su entrambe le preparazioni.

Cambiano leggermente anche il brodo e i noodles: nello tsukemen la parte liquida è meno brodosa, più densa, quasi simile a una salsa e molto saporita, mentre i noodles sono più spessi e ruvidi rispetto a quelli del ramen, perchè in questo modo raccolgono meglio il brodo che, essendo più denso, si attacca meglio alla pasta.

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Lo tsukemen, inoltre, viene  servito in porzioni di noodles più grandi, che vanno di solito tra i 170 grammi nella dimensione più piccola e i 200-220 grammi nella dimensione più grande, mentre una porzione di ramen di solito si aggira sui 150 grammi.

Come si mangia lo tsukemen

Se sei in Giappone e ordini lo tsukemen ti verranno presentate due ciotole, una che contiene solo il brodo, che come spiegato è molto più denso e marcato ed è caldo, e i noodles, che rispetto a quelli del ramen tradizionale sono più spessi in modo da raccogliere bene la zuppa di accompagnamento.

Quando ti trovi davanti le due ciotole tsukemen mangiarlo è molto semplice: usando le bacchette devi arrotolare i noodles per poi andare a intingerli nella ciotola che contiene il brodo e man mano procedere a mangiare gli altri ingredienti tra un boccone e l'altro. Proprio per via di questo modo particolare di consumare il piatto, o meglio i piatti, spesso i ristoranti offrono ai clienti grandi bavagli, in modo che l’operazione non porti a sporcarsi.

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