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22 Ottobre 2024 16:00

Che cos’è il sabrage, l’antica arte di aprire lo champagne con la sciabola

Potrebbe sembrarti solo un vezzo inutile o una pratica esagerata, ma aprire le bottiglie di spumante con la sciabola è in realtà una vera e propria arte in cui si diventa maestri. Non solo intrattenimento quindi, ma una tradizione antica che sarebbe nata grazie a Napoleone.

A cura di Martina De Angelis
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Se hai visto la recente serie televisiva Emily in Paris firmata Netflix ti sarà capitato di strabuzzare gli occhi di fronte alla scena dell’apertura dello champagne con una sciabola (che inoltre, nello show, ha risultati piuttosto tragicomici): non è un’esagerazione cinematografica ma una vera tecnica anche piuttosto antica.

Si chiama sabrage ed è l’arte di aprire una bottiglia di champagne o spumante con un metodo spettacolare, ovvero usando la lama di una sciabola. È un metodo molto scenico che mescola abilità, storia e intrattenimento: se si padroneggia la tecnica, infatti, basta un solo colpo deciso di lama per far volare il tappo, con un soffio leggero di anidride carbonica e schiuma che rende il tutto ancora più notevole.

Un espediente inutile? Molti la pensano così ma in realtà non sanno che il sabrage non è un’improvvisazione solo per dare spettacolo, è invece una tecnica antica la cui nascita si attribuisce addirittura a Napoleone in persona. Inoltre richiede una grande preciso e tantissima pratica, per non farsi male e per evitare di rompere la bottiglia.

Il sabrage viene allenato con un training che rende dei maestri in questa arte e che porta anche a battere record impressionati: nel 2015, per esempio , lo statunitense Ashrita Furman ha sciabolato ben 66 bottiglie di champagne in un minuto, guadagnandosi il record da Guinnes tutt’oggi imbattuto.

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In che cosa consiste il sabrage

Il sabrage, nome che deriva dalla parola francese sabre che vuol dire "sciabola", è una particolare  tecnica utilizzata per aprire champagne e spumante a partire dall’epoca napoleonica e che prevede l’apertura del tappo della bottiglia con l’utilizzo della lama di una sciabola.

Per realizzare quest’apertura molto scenografica non si una sciabola da combattimento ma una sciabola apposita per questo scopo: è una spada dalla lama molto corta, non più lunga di 30 cm, quasi più simile a un coltello che a una vera arma. Inoltre generalmente non ha una punta o una vera affilatura, infatti al contrario di quanto si pensa non è la lama ad aprire la bottiglia la l’impatto della sciabola nel punto giusto.

La tecnica di pratica solitamente solo su vini spumantizzati e non su quelli fermi o frizzanti perché l’anidride carbonica è fondamentale per il successo del sabrage: è proprio questa a conferire alla bottiglia il giusto grado di tensione, aiutata poi dal colpo di sciabola.

Proprio per l’estrema precisione e abilità che sono richiesti, gli esperti di sabrage vengono considerati dei veri e propri maestri nel mondo dell’enologia: praticare quest’arte non è visto solo come un segno di competenza ma come un modo di rendere omaggio alla tradizione e alla maestria artigianale.

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L’origine del sabrage

Oggi la sciabola usata per il sabrage, come abbiamo visto, è uno strumento ideato appositamente per la tecnica, ma in origine non era così e si usava una vera e propria sciabola da guerra. Questo perché la tecnica del sabrage è riconducibile a Napoleone in persona (proprio come la carne in scatola): sembra che proprio lui, insieme ai suoi ufficiali, usasse festeggiare le vittorie stappando champagne con l’uso delle proprio le sciabole personali.

Per evitare problemi non si usava l’arma dalla parte della lama ma dalla parte opposta quella della costa, e sembra che gli ufficiali dell’esercito aprissero le bottiglie in questo modo anche dopo qualche sconfitta, per risollevarsi il morale durante e dopo le lunghe ed estenuanti campagne militari in cui erano coinvolti.

Dalle truppe napoleoniche il gesto di aprire la bottiglia con la sciabola è stato ripreso dalle corti aristocratiche, per poi consolidarsi nel ceto medio alto e arrivare fino a noi con il nome di sabrage, trasformandosi in un rito ammirato e rispettato dopo che gli enologi perfezionarono la tecnica e la trasmisero di generazione in generazione.

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Come si pratica il sabrage

Chiariamo subito che il sabrage può sembrarti semplice, ma in realtà è una tecnica che richiede molta pratica e una precisione estrema per evitare incidenti sulle persone e sulla bottiglia: per quanto sia affascinante, quindi, non è qualcosa che puoi a replicare in casa.

In generale chi è esperto in questa tecnica segue alcuni passaggi precisi per arrivare a sciabolare la bottiglia. Per prima cosa è fondamentale che spumante o champagne siano ben freddi, quasi ghiacciati, e poi è importantissimo il posizionamento: dopo aver tolto gabbietta e carta intorno al tappo, la bottiglia va inclinata in un angolo tra i 30 e i 40 gradi che permetterà di colpire la bottiglia nel modo giusto.

La bottiglia deve essere impugnata saldamente ma il colpo non deve essere esercitato con grande forza: deve essere secco, deciso e sicuro, un movimento fluido che applichi pressione tra il collare della bottiglia e la giuntura del tappo; sarà l’anidride carbonica all’interno che, sfruttando il colpo e la pressione, farà partire il tappo.

Trovare il punto giusto non è facile per chi non è esperto, così come non è facile dosare la forza giusta, motivo per cui se non hai pratica con il sabrage rischi di rompere la bottiglia e di farti male tu, ma anche di rovinare e sprecare lo spumante.

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