Cosa succede se sul conto ci si vede addebitare il costo del cestino del pane? Dipende se il ristoratore lo ha dichiarato nel menu in modo trasparente o se è una "sorpresa" poco piacevole che si scopre a fine pasto.
Il cestino del pane siamo obbligati a pagarlo solo se è chiaro che si tratta di un costo a parte e a quanto ammonta. In Italia può sembrare strano dover prevedere un prezzo a sé stante per il pane, in quanto è sempre stato considerato un segno di accoglienza, tanto che secondo una ricerca della FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) dell’ottobre 2023 l’80,1 % dei ristoratori lo include nel coperto, mentre quelli che lo escludono solitamente non lo fanno rientrare tra le spese per il cliente. In tempi di rincari delle materie prime e di un sempre maggiore interesse nella panificazione, prevedendo quindi un’offerta di prodotti particolarmente elaborati o ricercati, può capitare che il cestino del pane diventi una portata vera e propria. Come si deve regolare il cliente? Può rifiutarsi di pagare? La risposta a quest’ultima domanda è sì, ma solo se il ristoratore si dimostra poco trasparente nel dichiararlo.
Rispetto al pagamento del cestino del pane, il cliente è tutelato dalla legge e può quindi avvalersi dei suoi diritti nel momento in cui non abbia a disposizione tutte le informazioni necessarie per scegliere se usufruire o meno di quel determinato servizio. Vediamo nel dettaglio quali sono.
I clienti hanno il diritto a essere informati chiaramente e in anticipo sui costi dei piatti e dei servizi offerti dal ristorante, incluso il cestino del pane. Si tratta del principio di trasparenza sancito dal Codice del consumo: questo significa che i ristoratori (ma così tutti pubblici esercizi, dai negozi ai supermercati) devono esporre prezzi chiari, univoci e ben leggibili di tutto ciò che viene venduto all’interno dell’attività. Nella situazione contingente, vuol dire che nel menu o su un apposito listino prezzi, il costo del cestino del pane se fatto pagare a parte deve essere visibile prima dell'ordinazione. Un cameriere può anche dire a voce se il pane ha un costo aggiuntivo: quello che è importante è che il cliente ne sia a conoscenza, così da decidere se ordinarlo o meno.
Come abbiamo visto, in molti ristoranti italiani il costo del pane fa parte del coperto, che generalmente include la mise en place (tovaglie, tovaglioli, posate, bicchieri etc.): quando fatto pagare – è legale, ma a discrezione del ristoratore che può applicarlo o meno – deve essere obbligatoriamente esplicitato nel menu o nel listino, specificando a quanto ammonta la cifra, come regolato per legge dall’articolo 18 del Regio Decreto n. 635/1940. In questo caso la formula più corretta sarebbe “pane e coperto” con il relativo prezzo.
Al momento del pagamento, il conto di ciò che è stato somministrato deve essere dettagliato, riportando senza dar adito ad ambiguità tutte le voci, incluso il cestino del pane se ne è previsto il costo a parte in menu. In più, non ci devono essere sorprese, come aggiunte non pattuite, per esempio il taglio di una torta. Cosa può fare il cliente se vede inserito nel conto il cestino del pane che non era indicato da nessuna parte? Ha il diritto di contestare l'addebito. La legge, infatti, protegge i consumatori da quelli che vengono definiti costi nascosti e non dichiarati: l’esercente dovrà rimuoverlo dallo scontrino e in caso di rifiuto ci si può rivolgere alla Guardia di Finanza o al Giudice di Pace.