Cosa di nasconde dietro le baby carote, così belle, perfette e invitanti? Tra scelte estetiche, sprechi alimentari e idee geniali, scopriamo la storia delle carote nane.
Piccole e belle da vedere, gustose, pronte all'uso e, possiamo dirlo, curiosamente perfette e invitanti: parliamo di baby carote, un prodotto che troviamo ormai facilmente sugli scaffali di tutti i supermercati. Molti credono che le baby carote siano una particolare varietà di questo ortaggio ricco di proprietà benefiche, del resto in natura di tipologie di carote ce ne sono davvero tantissime: viola, gialle, novelle, bianche e nere, solo per citare le più famose. E le baby carote allora? E se ti dicessimo che questi piccoli bastoncini tondeggianti nascondessero una storia curiosa, fatta di sprechi e colpi di genio? Per scoprire come e quando nascono le baby carote dobbiamo fare un salto negli Stati Uniti, in California, nel non lontano 1986. Curioso di sapere da dove vengono le carote nane che ami sgranocchiare in pausa pranzo? Allora non ti resta che scoprirlo insieme a Cookist.
Lisce, tondeggianti, lucide e incredibilmente belle: le acquistiamo così, già confezionate e pronte all'uso, uno snack salutare molto amato anche dai più piccoli che solitamente poco apprezzano le verdure. Le acquistiamo così ma le baby carote nascono brutte, storte, irregolari e decisamente poco invitanti.
Andiamo per ordine: siamo nel 1986, anni in cui le aziende statunitensi acquistavano dai produttori solo carote "perfette", per stimolare un consumo sulle tavole degli americani che non apprezzavano molto questo ortaggio. La selezione "estetica" causava un enorme spreco di carote: la maggior parte infatti, non raggiungendo lo standard di bellezza richiesto, finivano al macero o venivano destinate all'alimentazione animale. In questo cortocircuito, un giovane coltivatore, Mike Yurosek, ebbe un'idea a dir poco geniale: lavorò le carote brutte con una macchina per taccole trasformandole in bastoncini regolari, le pelò per renderle ben levigate e le inviò ai supermercati della zona. Inutile dire che il successo fu immediato: gli americani adoravano le baby carote e nel giro di pochi anni, l'intero mercato si adeguò a questa piccola grande rivoluzione.
La produzione di baby carote "salvò" tonnellate di carote destinate a rimanere invendute ogni giorno e "educò" gli americani al consumo di questo ortaggio tanto che, oggi, le carote nane rappresentano il 70% delle vendite totali sul mercato americano, mentre le carote in generale rappresentano il settimo ortaggio più consumato.
Come purtroppo spesso accade, non è tutto oro quello che luccica e anche la produzione di carote baby comporta delle perplessità. Le carote nane sono sostenibili? Da una parte le carote baby hanno letteralmente salvato la produzione di questo ortaggio, dall'altra però non rientrano nella classifica degli alimenti più sostenibili da un punto di vista di ambientale: il processo di trasformazione delle carote richiede infatti l'utilizzo di grandi quantità di energia e di acqua, senza sottovalutare l'enorme impiego di imballaggi, principalmente in plastica.
La produzione delle carote baby spiega anche il costo particolarmente elevato di questi piccoli bastoncini: a fronte di un costo medio di un euro al chilo per delle comuni carote, le baby possono raggiungere anche un costo di cinque euro al chilo.