Cosa si mangia a Venezia durante il Carnevale? Quali sono le preparazioni più tipiche della Laguna in questa fase dell'anno? Alla scoperta delle ricette della festa più colorata che ci sia.
Ci siamo messi alle spalle solo da poche settimane le festività natalizie, con annesse abbuffate, ed è subito tempo di nuove celebrazioni. In non poche città italiane (ma anche estere) il Carnevale è una ricorrenza imperdibile: maschere, carri sfilanti, coriandoli, balli e quant'altro. Con una menzione d'onore, chiaramente, per il cibo. Viareggio, ovviamente, ma anche Venezia: sono nel nostro Paese due tra i centri in cui questa festività è tra le più sentite dell'anno, capace di attirare migliaia di visitatori da città vicine e lontane.
Oggi anche noi, seppur solo metaforicamente, ci spostiamo sulla Laguna alla scoperta delle preparazioni più tipiche del Carnevale. Perché ok le moeche e i cicchetti, i mammalucchi e lo scartosso di pesce, ma meritano una citazione d'eccezione pure le ricette rappresentative di questa fase dell'anno. Andiamo quindi a dare un'occhiata a cosa si mangia tra i canali della Laguna durante il Carnevale. Spoiler alert, la maggior parte delle prossime ricette è fritta.
Fritole o frittelle, chiamiamole come vogliamo l'importante è mangiarle, anche perché ne vengono realizzate in una varietà ricchissima. A Venezia sono una delle preparazioni più tipiche del Carnevale: fritte, al forno, alla crema o allo zabaione, con uvetta oppure senza, sono tra le protagoniste indiscusse se parliamo di cibo legato al Carnevale. Ea fritoea venexiana, la frittella veneziana, è presente in tutti i bar, ristoranti, caffè e ristoranti della città. Si dice come questa ricetta discenda dalla cucina dell'Antica Roma, arrivata sulla Laguna in pieno Medioevo. E capace di attecchire a tal punto da diventare una preparazione tipica locale.
Chiamati anche crostoli o cenci, si tratta di un'altra ricetta legata al periodo carnevalesco e discendente anche lei dagli Antichi Romani. Nelle altre parti d'Italia vengono chiamati anche chiacchiere o frappe, sono un dolcetto croccante e fragrante, aromatizzati a seconda delle versioni con rum, succo d'arancia o scorze di limone. Da cosa deriva il nome così caratteristico? È legato alla forma del dolce, molto simile ai nastri usati dalle giovani per adornare il loro collo. Nastri che, in dialetto veneziano, vengono detti proprio galan.
Altra preparazione di origine particolarmente antica, seppur la prima ricetta scritta risalga al 1700. Ne vengono realizzate in quattro versioni, tre fritte e una cotta al forno. Il ripieno può variare: si va dalla crema pasticcera alla panna, ma anche di rum e di cioccolato. Il nome, ovviamente, deriva dalla loro forma; molto simile piccole castagne.
La crema fritta è un dolce caratteristico consumato nel periodo compreso tra il Natale e il Carnevale, accompagnata magari da un bel bicchiere di vino passito. Di fatto è della classica crema pasticciera fritta ed entra nel novero degli street food.