Tutta Italia dovrebbe celebrare la fine del Carnevale oggi, Martedì grasso, giorno che precede il Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima. Tutti tranne una città: Milano. Perché il capoluogo lombardo è l'unica città che va oltre il limite del mercoledì e si spinge fino alla domenica, con il suo Carnevale Ambrosiano. Anche se quest'anno i festeggiamenti sono sospesi a causa dell'emergenza Coronavirus, noi vogliamo raccontarvi quali sono le ricette più usate per festeggiare il "Carnevalone": con l'augurio che tutto torni presto alla normalità.
Mentre tutti si preparano per il digiuno quaresimale, c'è una città che festeggia ancora imperterrita: è Milano. Tradizione vuole, infatti, che il Carnevale del capoluogo meneghino, chiamato Carnevale Ambrosiano o Carnevalone, si celebri dal martedì grasso fino alla fine della settimana: in pratica in piena Quaresima.
Purtroppo quest'anno i festeggiamenti sono stati sospesi a causa dell'emergenza sanitaria: ma noi vogliamo raccontarvi comunque – nella speranza che sia di buon auspicio – come nasce questa tradizione e, soprattutto, cosa si mangia per il Carnevale "ritardatario".
Il rito ambrosiano è il rito liturgico adottato dalla Chiesa latina nella maggior parte dell'arcidiocesi di Milano e in alcune zone che ne facevano parte: deriva dalla tradizione che si è stratificata nella liturgia dell'arcidiocesi di Milano e che viene fatta risalire al vescovo Ambrogio, ma alcune fonti riportano tratti addirittura precedenti. Dove si osserva questo tipo di rito, il Carnevale finisce con la prima domenica di quaresima: 4 giorni dopo rispetto al martedì in cui termina il Carnevale "classico".
Ma da dove nasce questa tradizione? Si narra che il vescovo Ambrogio, impegnato in un pellegrinaggio, avesse annunciato il proprio ritorno per Carnevale. I cittadini di Milano aspettarono il proprio vescovo che tardava ad arrivare: pur di celebrare la Quaresima con lui, posticiparono il rito delle Ceneri. In realtà, molto probabilmente questa dilazione temporale è dovuta al fatto che, in tempi antichi, la Quaresima iniziava di domenica; il conteggio dei giorni di Quaresima dal mercoledì delle Ceneri alla domenica successiva furono introdotti nel rito romano proprio per portare a 40 i giorni di digiuno effettivo, tenendo conto che le domeniche non erano mai stati giorni di digiuno.
Alcuni dei piatti che per tradizione si mangiano durante il Carnevale Ambrosiano sono diffusi in tutta Italia, ma qui si fanno con le dovute varianti; altri invece si fanno solo nel capoluogo meneghino. Ecco quali sono le specialità più celebri del Carnevale Ambrosiano.
I tortelli milanesi o lombardi sono dei dolcetti fritti simili ai bignè, fatti con lo stesso impasto delle chiacchiere: si possono mangiare così come sono, oppure vengono quindi farciti con crema pasticcera, crema chantilly o, ancora, crema al cioccolato. Una ricetta di origine medievale, che in passato veniva realizzata per San Giuseppe e poi – non si sa bene perché – è diventata un vero e proprio simbolo del Carnevale Ambrosiano.
I cugini dei Farsoè sono i Làciàditt: in pratica lo stesso impasto dei tortelli classici che però viene arricchito da cubetti di mela. A Mantova esiste anche una variante della variante, ovvero i tortelli fritto con l’uvetta al posto delle mele.
Le chiacchiere sono preparate in tutto lo Stivale, dalla Sicilia alle Alpi, con nomi sempre diversi e piccole varianti: ma molti non sanno che il loro nome è tratto dal dialetto lombardo. Le chiacchiere meneghine che si mangiano per il Carnevale Ambrosiano sono però cotte al forno: friabili allo stesso modo delle cugine fritte ma decisamente più digeribili.
Non siamo proprio a Milano ma nei pressi: la tortionata è una ricetta tipica di Lodi che si mangia per il Carnevale Ambrosiano (e non solo). Una torta di mandorle la cui preparazione risale al Tardo Medioevo, ma che è stata codificata la prima volta nel 1885. Un dolce goloso e morbido, malgrado non preveda lievitazione, che viene preparato e mangiato accompagnandolo con un bicchiere di vin brulée.
I farsi, sfarsò nel dialetto locale, sono delle frittelle di Carnevale tradizionali lombarde, particolarmente usate nella zona di Pavia. Gli ingredienti di base sono farina, zucchero, scorza di limone, uova e lievito: sono delle palline dalla forma irregolare e dal colore ambrato, che poi vengono spesso farcite con la crema pasticcera.