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19 Marzo 2025 13:27

Carne in laboratorio come i farmaci: 16 scienziati italiani contrari alla proposta di Coldiretti

Un secco no arriva da 16 illustri scienziati italiani sul tema dell'equiparazione dei prodotti nati in laboratorio ai farmaci: ecco quali sono le ragioni dei firmatari.

A cura di Francesca Fiore
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I nuovi prodotti coltivati in laboratorio dovrebbero essere considerati come farmaci? È quello che chiede Coldiretti, con una manifestazione che si è svolta sotto la sede dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) a Parma. I manifestanti chiedono che, prima di approvare i prodotti da agricoltura cellulare e fermentazione di precisione, vengano fatti studi medici clinici e preclinici: in sostanza la richiesta è di applicare alla carne coltivata le stesse procedure che si usano nell’iter di sperimentazione e approvazione dei farmaci. Ma la risposta che arriva da 16 scienziati italiani è un secco diniego.

Carne in laboratorio come i farmaci, gli scienziati dicono no

"Alla luce della letteratura scientifica esistente e delle ricerche che abbiamo già condotto, sentiamo di poter affermare che il quadro regolatorio attuale non presenta delle criticità e che la richiesta di studi clinici e preclinici non ha alcuna base scientifica" queste alcune delle parole della dichiarazione firmata da 16 ricercatori ed esperti italiani, in risposta alla manifestazione organizzata da Coldiretti, il cui testo integrale è stato pubblicato sul Fatto Alimentare. "Farmaci e alimenti seguono processi di approvazione distinti perché rispondono a esigenze radicalmente diverse.

"Paradossalmente – spiegano i firmatari – la regolamentazione alimentare è improntata a maggiore sicurezza. Basti pensare che un farmaco può essere autorizzato anche in presenza di effetti collaterali noti, mentre EFSA può approvare solo in assenza di rischi per la salute". Di fatto, quindi, i limiti sui prodotti nati in laboratorio sarebbero sommariamente più rigidi rispetto a quelli sui farmaci: il perché è evidente, dato che il farmaco deve curare, o supportare la cura di una malattia per cui degli effetti collaterali lievi possono essere messi in conto, mentre il cibo è di fatto una scelta. La protesta, come riporta il giornale, è stata percepita da molti scienziati italiani come una sorta di pressione eccessiva, se non un'azione intimidatoria, nei confronti dell'EFSA e della comunità scientifica in generale.

"Come ricercatrici e ricercatori impegnati nello studio della carne coltivata in Italia e in Europa, chiediamo che il lavoro della comunità scientifica e delle istituzioni competenti venga riconosciuto e tutelato – hanno concluso gli scienziati – Desideriamo contribuire al dibattito anche nel nostro Paese, e pertanto chiediamo ai Ministri Lollobrigida e Schillaci la possibilità di partecipare al confronto. L’interesse comune è garantire la possibilità di lavorare affinché le decisioni e le valutazioni istituzionali a tutela della popolazione si basino sempre e solo sulle più solide evidenze scientifiche".

I firmatari:

Alessandro Bertero, Professore associato in Biologia Applicata, Università di Torino

Diana Massai, Professoressa associata in Bioingegneria, Politecnico di Torino

Daniele Marchisio, Professore ordinario in Ingegneria Chimica, Politecnico di Torino

Laura Cavallarin, Dirigente di Ricerca, Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari, CNR

Nike Schiavo, Presidente di Agricoltura Cellulare Italia APS

Stefano A.M. Biressi, Professore associato di Biologia Molecolare, Università di Trento

Luca Lo Sapio, Professore associato di Filosofia morale, Università di Torino

Bruna Anzà, Dottoranda in Ingegneria Chimica, Politecnico di Torino

Stefano Lattanzi, CEO della Bruno Cell Srl

Cesare Gargioli, Professore associato in Biologia Applicata, Università di Roma Tor Vergata

Simona Stano, Professoressa associata di Semiotica, Università di Torino

Luciano Conti, Professore associato in Biologia Applicata, Università di Trento

Barbara Loera, Professoressa associata di Psicometria, Università di Torino

Francesca Tiziana Cannizzo, Professoressa ordinaria di Patologia generale, Università di Torino

Bartolomeo Biolatti, Professore ordinario di Patologia generale e anatomia patologica veterinaria

Michele Antonio Fino, Professore ordinario di Diritto Romano e Fondamenti del Diritto Europeo, Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo

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