La festa della Candelora, il 2 febbraio, è legata ai riti di purificazione e al ritorno della luce, che "vince" sul buio: ma cosa si mangia per questa celebrazione così antica?
Una festa che, come molte della nostra tradizione, affonda le sue radici in era pagana e si trasforma durante l'avvento del Cristianesimo, diventando un "ponte" fra due epoche: è la Candelora, la così detta "festa della luce". Si tratta di una celebrazione che ogni anno si svolge il 2 febbraio e che vede come protagonisti i concetti di purificazione del corpo e dello spirito e di ritorno alla luce, sia in senso spirituale sia materiale. Ma cosa si mangia per celebrare la festa della Candelora anche a tavola?
Il concetto centrale che sostanzia questa festa è quello della purificazione, sia nella simbologia pagana sia in quella cristiana: un rito considerato un momento di passaggio dall'inverno alla primavera, dal buio alla luce, che purifica e permette di tornare a una "stagione" della vita più "chiara" appunto.
Dal punto di vita pagano la Candelora è legata ai riti propiziatori per la fertilità della terra e rientra tra gli otto Sabba (Shamain, Yule, Imbolc, Oestara, Beltane, Litha, Lammas e Mabon), ovvero le principali celebrazioni del nostro calendario, in cui vengono onorati i solstizi, gli equinozi e tutte le altre ricorrenze legate ai cicli della natura.
Dal punto di vista cristiano, la Candelora viene fatta coincidere con il rito di purificazione che la Vergine Maria eseguì dopo aver dato alla luce Gesù Cristo: il nome attuale e "popolare" deriverebbe dal tardo latino candelorum, per candelaram, ovvero la benedizione delle candele. Nell'Antica Roma, invece, si celebravano i Lupercalia in corrispondenza delle Idi di febbraio, per i romani l'ultimo mese dell'anno, che servivano appunto a purificarsi prima dell'avvento dell'anno nuovo e a propiziarne la fertilità.
In entrambi i casi la festa rimanda alla purificazione e al rinnovamento, con un'opposizione fra luce e buio in cui questa vince, non solo spiritualmente, ma anche a livello climatico.
Cosa ha in comune la Candelora con il giorno della marmotta americano? A parte la data, il 2 febbraio, entrambe le ricorrenze vengono "utilizzate" per capire se l'inverno sta finendo e la primavera arriverà a breve. Nel caso della Candelora dipende dal tempo: il detto popolare infatti dice "quando vien la Candelora dall'inverno siamo fuori, ma se piove o tira vento all'inverno siamo dentro". Idem per il giorno della marmotta: secondo la credenza popolare, infatti, la marmotta lascia la sua tana in questo giorno e, se il tempo è soleggiato, vede la sua ombra (ciò vuol dire che la primavera arriverà presto), se invece il tempo è nuvoloso, la marmotta non vede l'ombra e quindi significa che siamo ancora nel pieno della stagione invernale.
Abbiamo parlato di luce, purificazione e rinascita, ma c'è da specificare il fatto che la Candelora spesso coincide anche con l'inizio dei festeggiamenti per il Carnevale, per cui anche il 2 febbraio si frigge e spesso proprio le ricette dedicate al Carnevale, come le chiacchiere. In molte zone del Paese si usa portare in tavola piatti a base di uova, ma anche latte e latticini, in particolare ricotta e prodotti freschi e poco stagionati. In Francia invece la festa della Candelora è il giorno in cui si mangiano le crêpes, sia dolci sia salate, condite in diversi modi: spesso si esprime un desiderio durante la loro preparazione. Inoltre, secondo la tradizione francese, se si vuole prosperità e ricchezza è necessario far saltare la prima crêpe con la mano destra, tenendo nella mano sinistra dell'oro.