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16 Maggio 2021
11:00

Caffè espresso: le varianti regionali più amate dagli italiani

Regione che vai, caffè che trovi: eh si, perché agli italiani il caffè piace così tanto che ne hanno inventati tanti, tutti con una storia alle spalle e un sapore inconfondibile. Con panna, alla menta, corretto al brandy o a strati: scopriamo tutte le varianti regionali della bevanda più amata e usata al mondo.

A cura di Rossella Croce
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In Piemonte si beve a strati, in Valle D'Aosta si condivide nella "coppa dell'amore", in Calabria profuma di liquirizia: non ci crederete ma parliamo di caffè, la bevanda simbolo dell'Italia nel mondo. Tutti conosciamo l'espresso napoletano con il suo gusto avvolgente e il suo profumo inconfondibile: eppure di caffè ce ne sono tanti e ogni regione, o quasi, vanta la propria versione. Più che una tazzina, il caffè è un rito, un momento di relax, una tradizione o una vera e propria filosofia di vita: ma quante versioni locali esistono del caffè? Vediamo come si comportano gli italiani al bar e, regione per regione, quale caffè sorseggiano.

1. Campania – Caffè napoletano

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Un rito, una tradizione, una componente fondamentale della vita di ogni partenopeo, nativo o adottivo che sia: non parliamo di un "semplice" caffè ma di una magia che ha ispirato poesie e componimenti lirici. Il caffè napoletano, simbolo italiano nel mondo, si serve caldo, in tazza bollente (tanto che i baristi consigliano di creare un baffo di caffè sul bordo della tazzina per evitare di scottarsi) e con un bicchiere d'acqua, da bere rigorosamente prima. Miscela forte, chicchi tostati ad alte temperature e per lungo tempo, aggiunta di qualità "robusta" alla qualità arabica sono solo alcuni dei segreti di questa tazzina di felicità

2. Calabria – Caffè alla calabrese

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Semplice ma incredibilmente gustoso, il caffè alla calabrese si compone di "solo" caffè, brandy e liquirizia. Più degli ingredienti, colpisce la preparazione: occorre infatti scaldare un dito di brandy con un cucchiaio di zucchero, unire il caffè espresso e concludere con una pastiglia pestata con un mortaio. Da bere rigorosamente bollente.

3. Piemonte – Bicerin

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Più che un caffè, una vera e propria opera d'arte, i cui segreti sono gelosamente custoditi nello storico Bar torinese da cui prende il nome, il Bicerin si compone di caffè espresso, cioccolata calda (30 ml per ogni tazzina) e un cucchiaino di crema di latte. Una curiosità: l'antenata del Bicerin è la Bavareisa, bevanda settecentesca francese in cui caffè, panna e cioccolata, a differenza del cugino piemontese, venivano mescolati, il Bicerin infatti si serve rigorosamente a strati, in un calice di vetro che permette di riconoscerli e apprezzarne la perfezione.

4. Puglia – Caffè alla salentina

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Fresco, dissetante e perfetto per ogni occasione, il caffè alla salentina, detto anche caffè al ghiaccio è il drink estivo per eccellenza. Questo vanto pugliese nasce da un'idea di Antonio Quarta che, quando ancora non esistevano i freezer, distribuiva il ghiaccio ai salentini, "picconando" le lastre conservate in antiche celle di cuoio. Proprio da quei grossolani pezzi di ghiaccio nasce questa ricetta a base di cubetti di ghiaccio, latte di mandorle e caffè espresso lungo: prima di berlo, il consiglio è di mescolarlo bene.

5. Toscana – Ponce alla livornese

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Una versione tutta italiana del ponce inglese nato nell’800 a base di caffè e rumme, una variante toscana del rum a base di alcol, zucchero e caramello scuro; il ponce alla livornese è da sempre considerato un rimedio non solo al freddo, ma anche ai malanni e agli acciacchi stagionali oltre che un rito a cui non rinunciare mai. Nella versione livornese il caffè sostituisce il tè perché, secondo la leggenda, su un vascello carico di rum e caffè diretto a Livorno, durante una mareggiata alcuni barili di rum si rovesciarono sui sacchi di caffè che, venduto a un prezzo ribassato, ottenne un successo straordinario, tanto che i bar del tempo iniziarono a riproporlo.

6. Val D'Aosta – Caffè alla valdostana

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Più che un caffè, un vero e proprio rito collettivo: il caffè alla valdostana si beve insieme, tutti dal caratteristico contenitore in legno detto "grolla" o più comunemente "coppa dell'amicizia". Cosa contiene? Prima si versa il caffè, poi si uniscono grappa (mezza porzione per ogni tazzina di caffè), genepì, zucchero, scorza di limone, chiodi di garofano e ginepro: una bevanda calda e profumatissima da sorseggiare tra amici e per combattere il freddo invernale, impreziosita dal "sapore" del legno che resta sulle labbra. Una vera e propria esperienza sensoriale.

7. Veneto – Caffè padovano

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Il caffè padovano nasce nell’800, sul bancone e da un'idea di Antonio Pedrocchi, proprietario dell'omonimo caffè, ritrovo degli intellettuali veneti del tempo. In cosa consiste? Una miscela di sciroppo di menta, latte e panna adagiata sull'espresso con una spolverata di cacao e qualche fogliolina di menta a piacere. Caratteristica peculiare di questo caffè? Naturalmente lo sciroppo di menta, ma anche la panna che, miscelata nello shaker, diventa spumosa e ben areata.

8. Marche – Moretta di Fano

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A metà tra un caffè corretto e un cocktail, la Moretta fanese nasce nell’800, tra i pescatori marchigiani, probabilmente per combattere il freddo e riciclare i resti delle bottiglie di alcolici. Nel tempo sono stati delineati degli alcolici specifici da mescolare al caffè e oggi la moretta di Fano si compone di rum, anice e scorza di limone scaldati e uniti all'espresso. Una variante dal sapore deciso e incredibilmente profumata.

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A cura di
Rossella Croce
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