Una specialità che rispecchia i sapori forti e decisi di questa regione e che esalta un suo prodotto tradizionale: la liquirizia. Bastano un buon caffè, del cognac o del brandy e un po' di zucchero di canna. Andiamo alla sua scoperta.
Regione che vai, caffè che trovi. In Italia le varianti locali in cui si può gustare un espresso sembrano davvero non finire mai. Tra le più popolari, c’è il goloso bicerin piemontese, con la cioccolata e la crema di latte; il corroborante caffè napoletano, da bere in tazza bollente; e ancora il rinfrescante caffè leccese, arricchito da latte di mandorle e qualche cubetto di ghiaccio. Restando a sud, hai mai sentito parlare del caffè calabrese? Si tratta di una bevanda intensa, che rispecchia i sapori forti e decisi che contraddistinguono questo territorio. Non si fa con il peperoncino né tantomeno con l’nduja, ma con un altro ingrediente tipico: la liquirizia, insieme a caffè (ça va sans dire), zucchero di canna e un goccio di cognac o brandy. Andiamo alla sua scoperta.
Il caffè calabrese vede come protagonista principale la liquirizia. Il nome richiama proprio la presenza di questo ingrediente, in quanto la Calabria ne vanta una produzione tradizionale (è il suo "oro nero"), con tanto di marchio Dop dal 2011. Le sue piante crescevano spontanee lungo il litorale ionico già nel ‘700 e ora sono comuni in tutte le province della regione: la varietà tipica prende il nome di Cordara, e viene commercializzata nelle varianti radice fresca, radice essiccata ed estratto. Se ne ricavano caramelle di ogni foggia, liquori e aromatiche birre, ma si trova anche in erboristeria, come rimedio naturale e integratore grazie ai suoi benefici.
La glicirrizina è il principio attivo della liquirizia ed è responsabile del sapore dolce e della maggior parte delle sue proprietà: le più note sono quelle antinfiammatorie, digestive e di supporto in caso di pressione bassa. Le caratteristiche della liquirizia, associate a quelle di una buona qualità di caffè, apportano a questa bevanda non solo un gusto originale, ma anche virtù stimolanti e ricostituenti. Il tutto reso ancora più strong da una correzione di cognac o brandy. Vietato consumarlo prima di andare a dormire e se si soffre di ipertensione.
La preparazione del caffè calabrese non è difficile, basta solo trovare le giuste proporzioni – a seconda dei gusti personali – tra caffè espresso (uno a testa), liquirizia (puoi impiegare la radice o la pastiglia), cognac (o brandy) e zucchero di canna. Portalo in tavola quando hai ospiti, perché in quantità maggiore sarà più facile dosare e miscelare gli ingredienti rispetto a un’unica porzione. Come prima cosa si prende la radice della liquirizia e la si pesta, ricavando una purea, assicurandosi di togliere le parti più fibrose, che si presentano sottoforma di filamenti: non si rivelerebbero piacevoli in bocca. Oppure, polverizza una pastiglia. Mettila sul fondo delle tazzine. In un pentolino si mescolano zucchero a velo e cognac scaldandoli: una volta ottenuta una miscela fluida la si trasferisce con la liquirizia. Infine si prepara l’espresso e si unisce agli altri ingredienti: in alternativa puoi lasciare la liquirizia per ultima, soprattutto se usi la pastiglia. Mescola con un cucchiaino: il caffè calabrese è pronto per essere servito.