La Sora Lella, alias di Elena Fabrizi, oggi avrebbe compiuto 117 anni. Oltre alla carriera nel cinema, è stata una grande ristoratrice e la prima cuoca televisiva. Il suo ristorante sull'Isola Tiberina è tutt'ora in attività grazie ai nipoti. L'eredità culturale delle ospitate in tv mentre cucina non si può pesare: senza la Sora Lella non ci sarebbe stato Masterchef probabilmente.
La Sora Lella, alias di Elena Fabrizi, oggi avrebbe compiuto 117 anni. A Roma è un mito incontrastato grazie alla sua genuinità, il suo carattere, la sua romanità. La "sora" di tutti i laziali (perché sì, Elena Fabrizi era laziale e non romanista), oltre ad essere una grande artista è stata anche la prima cuoca in tv.
Se oggi possiamo vedere Masterchef oppure 4 Ristoranti lo dobbiamo alla Sora Lella e a Giulio Macchi che nel 1967 la invita a Linea contro linea: "Si Napoleone veniva a Roma, er pollo lo magnava come ‘o cucino io" dice la donna mentre brandisce un coltello grosso quanto un braccio per sventrare il volatile; con la telecamera che inquadra le viscere del pollo come nulla fosse. Sul grande schermo ci arriva relativamente tardi, grazie a Carlo Verdone e non al fratello Aldo Fabrizi, con cui aveva un rapporto molto conflittuale.
Nel 1967 però di esperienza ai fornelli ne ha eccome la Sora Lella: prima di dedicarsi al cinema Elena svolse l'attività di ristoratrice a Roma, dove aprì una trattoria in Campo de' Fiori e poi un altro ristorante assieme al marito e al figlio, Aldo Trabalza, sull'Isola Tiberina e chiamato appunto Sora Lella, che oggi è gestito dai suoi tre nipoti, figli di Aldo.
L'ospitata iconica da Macchi l’ha resa la prima personalità di spicco della gastronomia nella televisione italiana. Seguirono delle altre ma solo la puntata del pollo alla romana è reperibile online ed è un piacere da vedere, anche a distanza di 50 anni.
Linea contro linea si apre in un mercato dove troviamo la Fabrizi a caccia di peperoni. Chiede a Gigè, il mercante, se "ne hai de boni" e quando il fruttivendolo le porge la cassetta comincia a sceglierli, dicendo alle altre clienti di controllare: i peperoni a tre punte pizzicano. Mentre riconsegna i prodotti al commerciante la Sora Lella addenta un peperone e se ne lamenta anche, nonostante le rassicurazioni di Gigè. Era così, sanguigna.
In un mondo dove le aziende devono ritirare i dolcetti perché potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno, la Rai dell’epoca offriva un primo piano delle budella del pollo. In una tv dove la ricerca dell’impiattamento e dell’estetica è forse più importante del gusto stesso, la Sora Lella gettava tutto nel piatto. Una dose di cibo unto, una porzione generosissima di pollo che vi farà venire una gran fame nonostante il bianco e nero.
La sua visione di cucina genuina, senza fronzoli, molto pratica nel gusto e nella preparazione ha sfondato il piccolo schermo. "Non si arrabbi, non ho mica offeso lei" dice Macchi che ha osato paragonare il pollo alla romana al pollo alla Marengo, di tutta risposta la Sora Lella dice che "no, lei ha offeso Roma! A Roma se magna così. M'arrabbio perché quando se parla de cucina divento idrofoba". Macchi sembra sinceramente spaventato dalle dimensioni del coltello e dalla rabbia con cui la cuoca seziona il pollo, ne conviene che forse è meglio bere "un goto de vin". Tutta la scena è in equilibro tra il comasco e il romanesco, tra la minacciosa figura della Fabrizi e l'eleganza del divulgatore lombardo. Nord e Sud che parlano coi propri dialetti e si capiscono alla perfezione, con la Sora Lella mattatrice di festa che diventa un simbolo del Paese stesso oltre che della sua Capitale.