In Italia, pro capite, solamente nel 2022 si sono consumati circa 54 litri di bevande zuccherate (equivalenti a 5 chili di zucchero a testa). I dati elaborati da una ricerca condotta da Beverfood.
In solamente un anno in Italia, è stato calcolato, il consumo pro capite di bibite zuccherate ha superato i 50 litri. Per la precisione mediamente a testa nel nostro Paese si bevono 54 litri di bevande ricche di zucchero: un'abitudine, si intuisce facilmente, a dir poco dannosa per la salute dei consumatori più abituali.
Specialmente se consideriamo come da una parte ci siano consumatori poco, o per nulla, assidui, dall'altra ce ne sono altri capaci di superare la soglia sopra citata, equivalente a circa 5 chili di zucchero. Sono numeri emersi da un'analisi condotta da Beverfood tramite dati raccolti dall'Associazione Assobibe, legata all'industria delle bibite analcoliche. Le cifre riportate fanno scattare più di un campanello d'allarme per quanto riguarda la salute dei fruitori più abituali. Se la maggior parte dei consumi riguardano bevande al gusto cola, con a seguire le aranciate, nella lista ci sono anche prodotti non frizzanti e solo apparentemente innocui come bibite a base di te, drink energetici per sportivi e tisane varie. E attenzione anche alle bevande definite ‘senza zucchero'.
I dati rispecchiano l'andamento dei consumi riferito al 2022. Con 54 litri di bevande zuccherate pro capite si è stabilito un nuovo record per quanto riguarda il nostro Paese. Eppure a livello internazionale ed europeo siamo uno dei popoli che, sotto questo aspetto, si comportano ‘meglio'.
Se in Italia nel 2022 sono stati consumati 3.190 milioni di litri di questo tipo di drink, in crescita dell’11% rispetto all’anno precedente, all'estero i numeri sono ben più alti. Nel nostro Paese i consumatori abituali sono poco meno di 3 milioni, in Germania ci si aggira sugli 8 milioni e mezzo, in Francia sono circa 5 milioni mentre i polacchi poco più di 3,6 milioni. Parlando di percentuali invece i consumi più alti si registrano in Belgio (20% della popolazione), seguito da Malta, Germania, Ungheria, Polonia e Bulgaria (tutte a circa il 12%).