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3 Luglio 2024 15:00

Bevande e liquori tipici della Grecia: i più popolari da gustare in vacanza

Non solo moussaka, gyros e insalate con la feta: oltre ai gustosi piatti più noti, la Grecia offre una selezione di distillati, vini, liquori e caffè come l'ouzo, il retsina e il frappè caffè perfetti da sorseggiare in un bar o in una taverna. Parola d'ordine: relax.

A cura di Federica Palladini
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La Grecia per turisti e viaggiatori è sinonimo di mare, vacanze e buona cucina. Non c’è nulla di più rilassante, infatti, di godersi il sole seduti ai tavoli di una taverna, assaporando colorati antipasti (i mezédes) e sfiziosi piatti come moussaka e gyros. Il tutto accompagnato da bevande e liquori tipici che rendono i pasti ancora più conviviali: impossibile, infatti, non andare in Grecia senza degustare un bicchiere di ouzo, il famoso distillato aromatizzato all’anice, oppure di retsina, il vino bianco o rosato da tavola più popolare. Così come quando fa davvero caldo, il consiglio è quello di sorseggiare un ghiacciato caffè frappè a base di miscela solubile, acqua e zucchero, da ordinare al bar anche in versione take away. Tra caffè e distillati, vediamo cosa bere in terra ellenica durante le vacanze.

1. Ouzo

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Il distillato più popolare, un vero e proprio simbolo della Grecia. Louzo è una bevanda alcolica dalla gradazione piuttosto alta, dai 38 ai 50 gradi: proprio per questo lo si allunga con acqua fredda e cubetti di ghiaccio, per essere assaporato lentamente. Nel territorio greco se ne contano più di 300 produttori, con la zona di Plomari, appartenente al comune di Lesbo, considerata quella d’eccellenza, da dove arrivano le migliori bottiglie. L’ouzo si realizza partendo da una base di alcool etilico proveniente dalla fermentazione del mosto d’uva a cui vengono uniti solitamente anice (che dà la caratteristica nota aromatica) e semi di finocchio, e può contenere anche altre spezie ed erbe tra cui chiodi di garofano, liquirizia e menta.

Negli ouzeri, le tipiche taverne dove si consuma, viene servito accompagnato dai mezédes, i piccoli antipasti da condividere a base di pesce, verdure, carne e formaggi, tipo dolmades, spanakopita e tirokafteri. I veri intenditori lo degustano anche liscio, ed evitano il solo ghiaccio, in quanto a contatto con la bevanda rischia di formare dei cristalli che ne alterano il sapore. Il suo colore da puro è trasparente, pulito, mentre a contatto con l’acqua diventa opaco, praticamente bianco: questo succede perché gli olii essenziali fuoriescono dalla soluzione con l’abbassamento della gradazione alcolica, disperdendosi nel liquido.

2. Tsipouro

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Tra le bevande spiritose più note si annovera anche lo tsipouro, un’acquavite che viene prodotta a partire dalle vinacce, ovvero i residui della lavorazione dell’uva durante il processo di vinificazione. Fino al 1988 si trattava di un distillato casalingo, non di qualità, a uso privato dei viticoltori, che potevano venderne solo piccole quantità: dalla fine degli anni ‘80, invece, grazie a un’apposita legge, fu inserito tra i prodotti tradizionali greci, così da migliorare le tecniche di produzione e ampliare la zona di diffusione. Lo tsipouro arriva principalmente dalla Tessaglia e dalla Macedonia, mentre a Creta è conosciuto con il nome di tsikoudia e può presentare caratteristiche differenti a seconda delle tecniche di fabbricazione: ci sono tipologie fatte invecchiare in botti di rovere, che acquistano un gusto più speziato o affumicato, e altre, invece, a cui si aggiungono aromi, uno su tutti l’anice. Come per l’ouzo, anche il tenore alcolico dello tsipouro è alto, aggirandosi tra i 40-45 gradi: si usa sorseggiare con calma insieme alle mezédes diluito con acqua e ghiaccio quando è arricchito da profumi, oppure liscio come digestivo.

3. Raki

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Il raki viene prodotto esattamente come lo tsipouro, anche se presenta caratteristiche differenti che non rendono perfettamente sovrapponibili le due bevande. Il raki, prima di tutto, si associa principalmente all’isola di Creta, dove sono localizzate diverse piccole produzioni locali, che ne fanno il distillato iconico. Durante la lavorazione, le vinacce non subiscono l’aggiunta di nessun aroma, quindi il raki non contiene mai l’anice: cosa che lo porta a essere una bevanda a sé stante rispetto anche al celebre raki turco, che ha origine dal mais, dalle patate, dalle susine, dai datteri o dall’uva ed è sempre addizionata con l’anice. La sua gradazione alcolica deve essere minino 40%, e un bicchierino di raki si gusta senza acqua o ghiaccio, come la nostra grappa.

4. Mastika

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Con la mastika ci spostiamo in un’altra isola, quella di Chio, dov’è nota la produzione di questo liquore realizzato con un ingrediente tipico del territorio, la resina di lentisco, chiamata Mastice di Chio (Masticha Chiou), riconosciuta come Dop dall’Unione Europea e considerata insieme alla sua modalità di coltivazione patrimonio immateriale dell’umanità dal 2014. Il lentisco è un arbusto sempreverde (pistacia lentiscus) dal quale durante il periodo estivo viene estratta una resina vegetale di colore giallognolo e dal sapore dolciastro, con cui si mettono a punto diversi prodotti (cosmetici, dentifrici, dolciumi, gomme da masticare) e che viene anche impiegata per la realizzazione della mastika (o mastiha) e, in percentuali minori, si può trovare come aromatizzante nell’ouzo. Il liquore è a base di alcol, è trasparente e ha una gradazione alcolica attorno ai 26-28 gradi: è fresco, perfetto bevuta liscio oppure all’interno di cocktail, con acqua tonica e limone.

5. Retsina

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Come l’Italia, anche la Grecia è una terra di vini. Sia la parte continentale sia insulare, infatti, può vantare una grandissima varietà di vigneti autoctoni, con cui si producono bianchi, rosé e rossi più o meno pregiati. Senza dubbio, il vino più noto e diffuso, rintracciabile in qualsiasi taverna è il retsina, una tipologia da tavola bianca o rosata: la sua peculiarità è quella di essere un vino resinato, ossia che al mosto d’uva viene aggiunta della resina di pino d’Aleppo durante la fase di fermentazione. Si racconta che, in passato, probabilmente il forte aroma si sviluppava nel vino attraverso la resina che serviva a sigillare le anfore in cui era conservato. Il retsina è tendenzialmente economico, beverino, alla portata di tutti, e si accompagna con i mezédes e i piatti tipici della cucina greca, specialmente quelli a base di pesce.

6. Caffè greco

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Il caffè greco è un rito esattamente come il nostro espresso, anche se la filosofia con cui lo si assapora è completamente diversa, così come la sua preparazione. In Grecia, infatti, con un sorso e via rischieresti di bruciare le papille gustative, in quanto la bevanda viene servita caldissima, non filtrata, e prima di assaggiarla si aspetta che si raffreddi, con lentezza. In più, la sua realizzazione è più simile a quella di un caffè turco, facendo bollire i chicchi di caffè macinati nell'acqua all’interno di un pentolino chiamato briki, con la polvere che una una volta versata nella tazzina non va più mescolata, ma lasciata depositare sul fondo. Lo si beve in totale relax nei kafeneia, i classici café greci, spiluccando meze o affiancato a dolcetti come i loukoumi, profumati all’acqua di rose.

7. Frappè caffè

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La versione tutta greca del caffè freddo, inventata nel 1957 da Dimitris Vakondios, che lavorava per il noto brand Nescafé. Nonostante il nome, infatti, con il frappè ha poco a che fare: si tratta di un caffè lungo realizzato con la miscela solubile montata/shakerata con acqua fredda e zucchero (se si preferisce dolce), così che in superficie risalti un’invitante schiuma. Si possono aggiungere anche del ghiaccio o del latte, per renderlo più goloso: lo si ordina d’asporto, perfetto da portare in spiaggia nei classici contenitori monouso dotati di coperchio e cannuccia, oppure si sorseggia al bar, servito in bicchieri di vetro oversize.

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