Spesso protagonista di sfide gastronomiche estreme, il balut è un piatto filippino che ha suscitato non poche controversie. Scopriamo che cos'è e come si mangia.
C'è chi in patria lo considera una delizia gastronomica nonostante le umili origini e c'è chi lo contesta aspramente riguardo la sua accettabilità etica. Stiamo parlando del balut, un'altra pietanza da considerarsi parte dei "piatti strani" del mondo. Non è di certo un cibo per tutti e, neppure nelle Filippine, luogo di nascita del Balut, lo hanno assaggiato tutti. Ciò che sembra è un cibo per veri intenditori gastronomici dato, che per mangiarlo, bisogna essere ben "allenati".
Sostanzialmente il balut è un uovo di anatra o gallina fecondato, il cui pulcino all'interno, al momento dell'assaggio, è parzialmente sviluppato. Prima di cucinarlo viene incubato per un periodo che solitamente va dai 14 ai 21 giorni, che dipendono dalla varietà e dalle tradizioni locali. Ciò significa che, a differenza di un uovo sodo normale, il balut contiene un embrione di volatile con ossa, piume e becco quasi del tutto formati.
È un piatto tipico delle Filippine e di molti Paesi del Sud Est asiatico: in lingua filippina significa "avvolto" mentre in Cambogia e Vietnam è conosciuto con altri nomi. L'origine del piatto è incerta ma, alcune fonti, sostengono che sia prima nato in Cina e poi successivamente esportato nelle Filippine dove ha acquistato una grande notorietà.
La preparazione di questo piatto è considerata semplice, ma occhio a non alzare troppo la temperatura dell'incubatrice. Più giorni di incubazione si fanno e più formato sarà il pulcino da mangiare all'interno. Dopo questo processo, l'uovo viene bollito in acqua calda e sale. Si apre spaccando delicatamente con le dita il guscio per poter rivelare il contenuto morbido e semi-solido dell'uovo.
Nei mercati locali, i venditori di balut, camminano con dei cestini in mano offrendo queste uova calde e fecondate agli abitanti del posto. A differenza di altri cibi da strada, il balut viene considerato sicuro in quanto bollito e chiuso. Per consumarlo, dopo averlo delicatamente aperto, si beve il brodo amniotico all'interno, si allarga l'apertura e si condisce con sale grosso e per poi mangiare l'embrione. Come condimenti possono essere utilizzati anche aceto speziato con peperoncino e cipolla. Nonostante le controversie etiche, il balut rimane un piatto popolare che, nelle Filippine, crea un senso di comunità e una forte connessione culturale.
Inoltre, mangiare un balut è, come detto, anche un'esperienza unica per i turisti che mettono alla prova i propri limiti gastronomici. Tante sono le persone che si sono cimentate in questa "sfida culturale" tra creatori di contenuti sul web e giornalisti gastronomici. Le reazioni sono state diverse tra chi lo ha considerato disgustoso e chi, invece, nonostante l'aspetto raccapricciante, ne ha evidenziato un sapore delicato simile all'uovo sodo ma con un retrogusto di brodo d'anatra. L‘albume risulta morbido e il tuorlo cremoso, mentre la carne dell'embrione ha una consistenza simile a quella del pollo.
È considerato un alimento afrodisiaco e per questo motivo è spesso venduto dai chioschi ambulanti nei quartieri con locali notturni. Essendo un uovo, il balut è una ricca fonte di proteine essenziali per la costruzione muscolare e per il recupero. Ottima fonte di ferro e calcio e di vitamine A e B12 importanti per la vista e per il sistema immunitario. Contiene, inoltre, acidi grassi sani essenziali per la salute del cuore e del sistema nervoso.
Nonostante sia un piatto molto importante in patria, c'è chi lo considera eticamente non commestibile. Questo perché nei paesi occidentali, mangiare animali non completamente sviluppati, è considerata un'azione crudele e disgustosa. Le immagini del pulcino, con le sue ossa visibili, possono risultare disturbanti a chi non è abituato a mangiare cibi così diretti dal punto di vista biologico. A discapito di tutto ciò però il balut rimane un piatto popolare e culturale per cui, se stai programmando un viaggio a Manila e dintorni, non lasciarti sfuggire l'occasione di assaggiarlo.