Nuovo decreto per l'etichettatura di mortadelle, salami, culatelli e tutti i salumi più importanti d'Italia per tutelare consumatori e allevatori del Paese. L'obbligo di specificare la provenienza del maiale da cui si ottiene il salume rafforza il Made in Italy sia nel mercato interno che per le esportazioni.
Cambia l'etichettatura per i salumi, da adesso sarà molto più stringente per "sostenere il vero made in Italy e smascherare l'inganno della carne tedesca o olandese spacciata per italiana". Lo ha annunciato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, in occasione della firma di un decreto interministeriale, sottoscritto dai ministri dell'Agricoltura, Sviluppo economico e Salute.
La cosa più importante emersa dal decreto firmato all'assemblea di Roma della Coldiretti è l'obbligo dell'indicazione della provenienza delle carni suine. Tutto questo per garantire trasparenza agli oltre 35 milioni di italiani che comprano salumi almeno una volta a settimana, secondo i dati Istat, e per proteggere i 5 mila allevamenti di maiali. Questi ultimi sono stati messi a dura prova dalla pandemia e proprio dalla concorrenza della carne estera. Grazie al nulla osta della Commissione Europea per questo decreto, adesso per apporre il marchio del made in Italy il salume dovrà essere prodotto totalmente nel nostro Paese.
Il presidente di Coldiretti si dice soddisfatto perché "in un momento difficile per l'economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l'obbligo di indicare in etichetta il Paese d'origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy". Prandini conclude all'Ansa dicendo che " il 93% dei cittadini ritiene importante conoscere l'origine degli alimenti, secondo l'indagine online del ministero delle Politiche agricole. La norcineria è un settore di punta dell'agroalimentare nazionale che contribuisce al prestigio del made in Italy nel mondo grazie al lavoro di circa centomila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione con un fatturato che vale 20 miliardi". Il tutto è avvenuto nella sede di Coldiretti perché l'associazione ha promosso a lungo una raccolta firme insieme a Campagna Amica, Fnsea, Solidarnosc e altre associazioni europee. La petizione per l'estensione dell'obbligo di etichettatura con l'indicazione della nazione d'origine ha raggiunto oltre 1 milione di firme.