Arriva la prima bozza del documento Inail dei tavoli tecnici: distanziamento sociale e tanta attenzione alla pulizia per i ristoratori in vista della riapertura. Fin qui nulla di male: ma leggendo attentamente il documento ci sono numerose criticità che scoraggiano i ristoratori per il futuro, prima delle quali quella dei rapporti familiari. Eccole nel dettaglio.
Obiettivi semplici e concreti: garantire la ripresa delle attività assicurando allo stesso tempo la tutela della salute dei lavoratori e dell’utenza. Questi i punti nevralgici dei documenti tecnici pubblicati sul sito dell’Inail, realizzati in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità. Per ora sono solo bozze e ci sono tante criticità, ma grossomodo sarà questa la modalità di riapertura dei ristoranti in Italia.
La pubblicazione è stata approvata dal Comitato tecnico scientifico della Protezione civile. Si legge che "l’Italia conta circa 1,2 milioni di addetti, ad assumere un aspetto di grande complessità è la questione del distanziamento sociale. Durante il servizio, infatti, non è evidentemente possibile l’uso di mascherine da parte dei clienti. Lo stazionamento protratto, inoltre, in caso di soggetti infetti da Sars-CoV-2 può contaminare superfici come stoviglie e posate". Altro aspetto sotto la lente di ingrandimento è il ricambio d’aria, la ventilazione dei locali e dei bagni che spesso non hanno aerazione naturale.
Il documento presenta misure specifiche per i lavoratori e per i clienti: ad esempio, vanno rimodulate le disposizioni dei tavoli e dei posti a sedere con una capienza massima ben precisa. Lo spazio previsto per ogni cliente è di 4 metri quadrati con la possibilità di inserire barriere divisorie artificiali per i locali troppo piccoli. La prenotazione sarà obbligatoria in quanto strumento di prevenzione utile ad evitare gli assembramenti al di fuori del locale.
Per leggere il documento completo basta cliccare qui, andiamo però nello specifico degli oneri:
Il documento dell’Inail presenta numerose criticità, su tutte quelle dei rapporti familiari. L’autocertificazione vale per i congiunti che, leggiamo dal vocabolario Treccani, risulta essere un "affine, consanguineo, familiare, parente". Andare a cena con gli amici o semplicemente in coppia non permette l’istanza di autocertificazione e questo creerà grossi problemi e imbarazzi ai clienti e ai ristoratori, senza contare la questione morale delle famiglie arcobaleno.
Non si capisce se la presenza di nuclei familiari potrà aumentare il quoziente di densità (1 cliente ogni 4 metri quadri) complessivo oppure no. Ricordiamo che questo documento è ancora solo un’ipotesi e viste queste criticità non è escluso un cambio di passo in corso d’opera per evitare discriminazioni, come successo con Conte e i congiunti nelle scorse settimane. Tra l’altro si vocifera una riapertura per il 18 maggio ma è impensabile avvisare i ristoratori con così poco preavviso.
Come abbiamo raccontato, misure così stringenti non sono state messe in atto neanche in Cina, il centro mondiale del contagio, quindi se l'Inail si rifà davvero all'Organizzazione Mondiale della Sanità non dovrebbe prevedere tante limitazioni per l'Italia.