Nell'ultimo decennio l'Italia ha ridotto più della metà l'utilizzo di antibiotici ma nonostante ciò si piazza sul podio europeo dei Paesi che ne fanno più uso. Davanti a noi solo Polonia e Spagna. I numeri del rapporti dell'Ema.
In un lasso di tempo che va dal 2011 al 2021 in Italia l'utilizzo di antibiotici negli allevamenti è calato di oltre il 50%, nonostante questo rimaniamo sul podio dei Paesi che in Europa ne usano di più. È in estrema sintesi quanto emerge dal recente rapporto stilato dall'Agenzia europea del farmaco (Ema) sul consumo di antimicrobici veterinari nell'Ue/See. Nell'ultimo decennio, in tutto il Continente, le vendite di antibiotici destinati agli animali sono calate del 47% (considerando i 29 Stati membri dell'Unione, ai quali sono aggiunti Svizzera e Regno Unito), con l'Italia a registrare una diminuzione addirittura del 51% rispetto al periodo precedentemente calcolato. Eppure nel nostro Paese ancora si fa largo uso di medicinali, al punto che solamente Spagna e Polonia ci precedono nelle vendite occupando le prime due posizioni di questo non felice e poco onorevole podio. Non solo, in rapporto alla popolazione animale negli allevamenti, lo Stivale si piazza dietro la sola Polonia. I dati, come comunica l'Ema, mostrano comunque "… progressi verso il raggiungimento degli obiettivi" in riferimento al Piano nazionale contro la resistenza agli antibiotici, adottato nel 2017.
"Questo rapporto – si legge nello studio pubblicato – si concentra sul consumo di medicinali veterinari antibiotici (VMP) a livello europeo e analizza le tendenze che ha seguito dal 2010″. Si specifica come questo rapporto, inerente il secondo decennio di questo millennio, sia stato "… leggermente modificato rispetto a quello degli anni precedenti al fine di concentrarsi sugli indicatori primari e secondari del consumo di antimicrobici (più specificamente antibiotici) negli animali da produzione alimentare".
Inclusi nel rapporto i cavalli, esclusi invece gli animali da compagnia. Le penicilline risultano la classe di antibiotici più venduta, rappresentando il 31,2% dell'indotto complessivo. Stando ai dati che i Paesi hanno fornito nel periodo 2011-2021, le vendite complessive di antibiotici veterinari sono diminuite del 47% in questo intervallo, raggiungendo il valore più basso mai registrato. Meno di tre anni fa inoltre l’Italia ha avviato un sistema di tracciabilità digitale dei medicinali veterinari, con dati anche a livello di allevamenti, che rappresenta un “… passo importante verso lo sviluppo di un adeguato programma di gestione antimicrobica”, fa sapere Ema.