Piccole come delle olive e dolci come lo zucchero, tanto da essere famose per un detto che indica un profondo stato di gioia e benessere: di giuggiole avrete certamente sentito parlare, ma ne conoscete davvero tutti i benefici e i possibili usi di questi antichissimi frutti? E di cosa parliamo quando diciamo "brodo di giuggiole"? Vediamolo insieme.
Conosciute anche come "datteri cinesi" per la loro inconfondibile dolcezza, le giuggiole sono i piccoli frutti del giuggiolo, arbusto coltivato in Estremo Oriente da migliaia di anni per scopo alimentare e medicinale. Frutti antiossidanti ed energizzanti, utili in caso di stress e malanni stagionali e ottime da consumare sia fresche sia essiccate, le giuggiole si riconoscono per un incredibile color rosso rubino. Difficili da trovare sui banchi di frutta e verdura, perché coltivate solo in piccole aziende a conduzione familiare, le giuggiole sembrano essere sopravvissute solo nel detto "andare in brodo di giuggiole", un modo di dire utilizzato per indicare un stato di gioia e benessere: ma perché si dice così? Scopriamo l'origine del detto e perché non farsi sfuggire questi piccoli concentrati di salute e dolcezza.
Le giuggiole sono i frutti del giuggiolo, un piccolo arbusto di antichissime origini siriane che ha trovato migliaia di anni fa il suo clima ideale in Cina e in Estremo Oriente, dove viene coltivato per scopi alimentari, ornamentali e medicinali. Al giorno d'oggi possiamo trovare alberi di giuggiolo anche in Italia (in particolare in Veneto, Toscana e Campania) o in alcune zone degli Stati Uniti.
Non più grandi di un'oliva, le giuggiole si riconoscono per una buccia il cui colore oscilla tra il rosso rubino e il bruno-rossastro e una polpa biancastra, compatta e farinosa. E il sapore? Quando non del tutto mature, le giuggiole hanno un caratteristico sapore acidulo che ricorda quello delle mele ancora un po' acerbe ma, una volta giunte a maturazione, il gusto si fa dolcissimo, simile a quello di un dattero (e di qui il nome "dattero cinese"). Perché è così difficile trovarle sui banchi di frutta e verdura? Perché purtroppo dell'albero di giuggiolo non esistono colture intensive e la produzione è di tipo familiare.
In Cina le giuggiole vengono impiegate non solo a scopo alimentare ma anche perché considerate dei veri e propri rimedi naturali nell'ambito della medicina tradizionale. Perché? A guardare il profilo nutrizionale di questi piccoli frutti non c'è da stupirsi: le giuggiole sono ricche di sali minerali, in particolare potassio, rame, calcio e ferro; sono ipocaloriche (79 kcal per 100 grammi se parliamo di giuggiole fresche, le calorie salgono quasi a 300 se le consumiamo essiccate) e ricche di acqua. La vitamina C ha un effetto antiossidante e aiuta a combattere l'invecchiamento cellulare e i radicali liberi oltre a proteggere il sistema immunitario.
Alle giuggiole viene riconosciuto anche un deciso effetto antisettico, antibatterico e antinfiammatorio, nella medicina tradizionale cinese vengono impiegate in caso di stipsi e stitichezza grazie alla buona quantità di fibre e sono utili in caso di stress, ansia, irritabilità e affaticamento. Dalla polpa di giuggiole è possibile ricavare una pasta lenitiva e cicatrizzante mentre quelle essiccate vengono usate per preparare collutori e composti espettoranti utili in caso di tosse, mal di gola e forme lievi di bronchite.
Ora che sappiamo cosa sono le giuggiole e perché fanno così bene alla nostra salute resta la domanda: perché si dice "andare in brodo di giuggiole" per indicare uno stato di benessere, gioia e soddisfazione? Storicamente sembra che il detto provenga dal toscano "andare in broda di succiole" e che faccia riferimento alla dolcezza e alla bontà di questi antichi frutti. Ma il brodo, cosa c'entra il brodo con la frutta? Forse non tutti sanno che dalle giuggiole appassite e lavorate con uva, mele cotogne e zucchero si ricava un liquore dolcissimo, tipico di Arqua Petrarca, un piccolo borgo della provincia di Padova: l'espressione "andare in brodo di giuggiole" sembra quindi far riferimento non solo al frutto, ma anche alla dolcezza del liquore, e può tradursi quasi come un "andare in eccesso di zuccheri" e quindi di contentezza.
Se avete la fortuna di trovare delle giuggiole mature, il nostro consiglio è di gustarle semplicemente così, obbedendo alla legge dell'una tira l'altra e di farvi inebriare dalla loro dolcezza. Per chi ama giocare e sperimentare ricette nuove, le giuggiole possono diventare protagoniste anche di profumate e golosissime marmellate, per una colazione fatta in casa e iniziare al meglio la giornata. Essiccate? Ottime in un mix di frutta secca con una buona porzione di yogurt, all'insegna della semplicità.