Dalle sontuose corti reali alle moderne pasticcerie, scopriamo le diverse anime, le origini e le variazioni regionali di un biscotto diventato un'icona.
Ti è mai capitato di passare accanto a un forno e di sentirti avvolto dal profumo inebriante dei biscotti appena sfornati? Se in quell'armonia di aromi hai riconosciuto un accenno di mandorla, è probabile che il pasticcere stesse dando vita a qualcosa di diverso dei soliti frollini: gli amaretti. Si tratta di una delizia che molti associano alla città di Saronno, in Lombardia, ma che si declina in numerose varietà che riguardano anche altre zone d’Italia. Scopriamo come nascono, quali sono le varianti, e come gli amaretti si sono guadagnati un posto d'onore nel vasto universo dei dolci.
Se potessimo viaggiare indietro nel tempo, ci troveremmo immersi in una moltitudine di racconti e leggende riguardanti l'origine di questi dolcini. Secondo la tradizione, la versione morbida iniziò con Francesco Moriondo, economo della famiglia reale Savoia. Egli si invaghì di una giovane siciliana, anch'essa al servizio della casa reale, in qualità di cuoca dolciaria. Una volta sposati, i due si trasferirono in un paese vicino ad Asti, dove la moglie amava confezionare biscotti di mandorle per i loro visitatori. E, a quanto racconta la leggenda, i primi ad assaggiare pare abbiano affermato: “Sono buoni e un po' amaretti”, battezzando così con un nome che è stato poi mantenuto nel tempo.
Un’altra storia racconta invece che i pasticcini, questa volta in versione croccante, furono creati per la prima volta da un giovane pasticciere e dalla sua innamorata in onore della visita del Cardinale di Milano. La ricetta venne poi in possesso della famiglia Lazzaroni che, dopo essersi trasferita a Saronno, contribuì a rendere celebre questa delizia, trasformandola da specialità locale a prodotto apprezzato fino ai giorni nostri. Questo successo fu facilitato anche dalla diffusa presenza del mandorlo nella zona, che consentiva di reperire la materia prima a un costo contenuto.
Ciò che sappiamo con certezza è che i monasteri hanno avuto un ruolo fondamentale nella diffusione di questi, come di altri prodotti. I monaci erano abili pasticceri e spesso producevano dolci, inclusi gli amaretti, che vendevano come fonte di sostentamento per la loro comunità. Questa pratica monastica si è diffusa ben oltre le mura del monastero, influenzando anche le pasticcerie locali. Nel caso specifico di questi biscotti, è noto che differenti regioni italiane ne rivendicano la paternità, e ciascuna ha le proprie leggende e tradizioni a riguardo. Tuttavia, è probabile che la tradizione monastica abbia influenzato anche la diffusione degli amaretti, così come è avvenuto per altre varietà di dolci.
Il periodo del Rinascimento ha visto una grande evoluzione nella pasticceria e nella cucina italiana. Grazie alla loro lunga conservazione e al loro sapore distintivo, questi pasticcini divennero una scelta popolare per i viaggi e furono persino portati in esplorazione in nuove terre. Con l'avvento del commercio marittimo e della scoperta di nuovi ingredienti, come la vaniglia dalle Americhe o le spezie dall'Oriente, le variazioni di questi biscotti cominciarono a fiorire. La fusione di sapori ha contribuito a rendere gli amaretti un dolce versatile e amato, che oggi trova posto non solo nelle case italiane ma anche in cucine di tutto il mondo.
Nel corso dei secoli, gli amaretti guadagnarono il favore anche delle classi nobili e reali. Venivano spesso serviti in occasioni speciali come matrimoni o feste di corte. Il loro legame con eventi così prestigiosi non fece altro che aumentare la loro popolarità, cementando ulteriormente il loro status come dolce prelibato e sofisticato.
Con l'avvento dell'industrializzazione e la nascita delle pasticcerie moderne, la produzione di amaretti è diventata più accessibile. Tuttavia, il fascino e il prestigio che circondano questi biscotti non sono diminuiti. Oggi, molte aziende e pasticcerie locali in Italia continuano a produrli seguendo ricette tradizionali, preservando così l'eredità e la storia di questo dolce intramontabile.
Questo squisito dolcetto è realizzato con una miscela che contiene il 47% di pura mandorla, il che gli conferisce una sapore inconfondibile, arricchitao da un sottile retrogusto amaro tipico del frutto secco. Le mandorle, ricche di energia e con numerosi vantaggi per la salute, contribuiscono a rendere questo bon bon non solo gustoso, ma anche nutriente.
Nel mondo degli amaretti, la distinzione fondamentale è quella tra la consistenza morbida e quella croccante. Quelli morbidi sono quasi come piccole nuvole dolci, tenere e un po' umide al centro. Questa versione è particolarmente apprezzata da chi predilige un morso più soffice e meno secco. Al contrario, la varietà croccante è friabile, rompendosi facilmente quando si morde. Tra le diverse tipologie, ogni regione ha la sua specialità e ne rivendica la paternità, ma tra le tante ecco alcune tra le più famose.