Simili per nome e per sembianze, sono entrambi tossici, ma il secondo è letale. Ecco come riconoscere i due funghi e cosa fare in caso di avvelemenamento.
I funghi sono degli organismi che crescono in ambienti umidi e ombrosi, come i boschi, i prati e i giardini. Ma se alcuni sono commestibili e si sposano perfettamente con risotti, fettuccine, o piatti a base di carne, altri sono velenosi e possono causare gravi intossicazioni o addirittura la morte. Tra i più pericolosi ci sono l’Amanita muscaria e l’Amanita falloide, che possono essere facilmente confusi con altre specie innocue. Entrambi i funghi risultano pertanto essere tossici, ma il secondo è mortale. Per evitare di correre rischi acquista sempre i funghi certificati o recati in un centro specializzato per farli analizzare.
Vediamo come riconoscere questi due funghi velenosi e quali sono le loro caratteristiche.
L’Amanita muscaria, chiamata anche ovolo malefico è un fungo velenoso non letale, che contiene delle sostanze psicoattive come la muscarina e la bufotenina. Il suo nome deriva dal latino muscarius, che significa attinente alle mosche, perché era usato come insetticida. Il suo veleno può causare effetti allucinazioni, alterazioni della percezione, euforia, confusione, agitazione, nausea, vomito a seconda della dose e della persona. Il suo uso è molto antico e si ritiene che fosse impiegato nei riti sciamanici di alcune popolazioni dell’Asia e dell’Europa settentrionale.
È un fungo molto noto anche nella cultura popolare, perché compare spesso nelle fiabe e nelle illustrazioni, anche di tipo moderno: hai presente il fungo – casa dei puffi? Sì, era proprio l'ovolo malefico il fungo dentro al quale le strane creature blu trovavano rifugio. È anche associato alla magia e al Natale, per via della sua somiglianza con i colori tipici di questa festa. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che l’Amanita muscaria sia il fungo sacro del soma, una bevanda mistica citata nei testi vedici dell’India antica.
Ha un cappello rosso o arancione con delle verruche bianche, un gambo bianco. L’Amanita muscaria è diffusa in tutto il mondo, soprattutto nelle zone temperate e fredde. Cresce in simbiosi con alcune specie di alberi, come betulle, abeti, pini e querce. Si trova nei boschi misti o di conifere, dal livello del mare fino a 3000 metri di altitudine.
Le sue principali caratteristiche sono:
I sintomi dell’intossicazione da amanita muscaria compaiono dopo 30-120 minuti dall’ingestione. Inizialmente si manifestano con dolori gastrointestinali, sudorazione, tachicardia, ipotensione, per poi trasformarsi in vertigini, confusione, allucinazioni visive o uditive, sonnolenza o agitazione. Il trattamento dell’avvelenamento da amanita muscaria consiste nell’indurre il vomito e nel somministrare del carbone attivo per ridurre l’assorbimento del veleno, integrando con liquidi in endovena. La prognosi è generalmente favorevole se non ci sono complicazioni.
L’Amanita falloide chiamato anche tignosa verdognola, è un fungo molto velenoso e pericoloso, che se ingerito può causare la morte. Ha un aspetto simile ad altre specie commestibili, ma si distingue per il suo cappello di colore verdastro o giallastro, le sue lamelle bianche, la sua carne bianca. Cresce nei boschi con alberi come le querce e i castagni, soprattutto in estate e in autunno. Il suo veleno, chiamato amanitina, blocca la sintesi dell’RNA nelle cellule umane, provocando gravi danni al fegato e dei reni, provocando insufficienza epatica e renale, emorragie interne e coma.
L’amanita falloide ha un aspetto ingannevole, perché somiglia ad altri funghi commestibili come il prataiolo o la mazza di tamburo. Per riconoscere l’amanita falloide bisogna prestare attenzione a questi elementi:
I sintomi dell’intossicazione da amanita falloide compaiono dopo 6-24 ore dall’ingestione e includono dolori addominali, sudorazione, disidratazione e stato di forte confusione. Non esiste un antidoto specifico per il veleno dell’amanita falloide, ma solo un trattamento sintomatico e di supporto. La mortalità per avvelenamento da amanita falloide è del 10-30%.
Se si sospetta di aver ingerito questo fungo, bisogna chiamare immediatamente il 118 e recarsi in ospedale. Non esistono rimedi naturali o casalinghi efficaci contro l’avvelenamento da Amanita falloide.