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25 Luglio 2022 11:08

Allarme produttori: la siccità mette a rischio la vendemmia, spumanti e vini in pericolo

Stando a quanto riporta Coldiretti questo 2022 è l'anno più caldo di sempre. -45% di piogge su tutto il Paese nel primo semestre: poca acqua per le vigne e raccolto in pericolo.

A cura di Alessandro Creta
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Si avvicina il periodo della vendemmia ma coltivatori e produttori vedono con sempre crescente preoccupazione la situazione delle loro vigne. A causa della siccità, infatti, i filari stanno soffrendo di una grave carenza di acqua, e questa situazione sta mettendo in allarme una buona fetta del comparto enoico italiano. Non piove ormai da tantissimo tempo, in alcuni territori da oltre 40 giorni, e questa mancanza idrica mette in pericolo la vita di piante e frutti. La sola irrigazione potrebbe, quindi, non bastare dopo un primo semestre 2022, come annuncia Coldiretti, rivelatosi il più caldo di sempre, con precipitazioni dimezzate e temperatura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica.

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Sia i produttori di vino sia quelli di spumante assistono preoccupati alla situazione attuale, consapevoli del fatto che le condizioni metereologiche delle prossime settimane saranno cruciali in tal senso. Se non pioverà, una buona percentuale di uve raccolte mancherà all'appello.

Vendemmia, preoccupazione per le bollicine

Le maggiori preoccupazioni si registrano nelle terre delle bollicine. Prosecco, Trento Doc, Franciacorta su tutti; i produttori invocano la pioggia nei prossimi giorni, altrimenti tra il 20% e il 30% di uva mancherà nel corso di un raccolto che in tante zone si preannuncia ai minimi. I vigneti sono messi a dura prova dalle alte temperature, la maturazione dei frutti non è omogenea e lo stato vegetativo degli acini non risulta uniforme.

Grosso punto interrogativo per il futuro, con la vendemmia che in alcune zone potrebbe essere anticipata anche nelle settimane centrali di agosto. In particolar modo le prime uve destinate alla produzione dello spumante potrebbero essere raccolte già il 10 del prossimo mese. "Se non irrighiamo, le piante muoiono – afferma Sandro Bottega, tra i maggiori produttori di Prosecco, come riporta La Repubblica – La situazione è drammatica: non si può arrivare a sfiorare i 40 gradi per un mese intero. Arrivati a questo punto, non sappiamo più che cosa sarà dell’agricoltura, e sorgono dubbi anche sul livello qualitativo dell’uva".

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Quanta uva mancherà all'appello se questa situazione di emergenza dovesse ancora protrarsi? "Abbiamo già messo in conto una perdita di almeno il 20% – ha detto Bottega –. L’ideale sarebbe che ci fossero forti escursioni termiche, sole e acqua". In alcuni territori potrebbero servire fino a 50 mm di acqua per poter salvare il raccolto, purché non si verifichino piogge violente, potenzialmente dannose per i frutti. In questa situazione di emergenza assume maggior rilievo il lavoro dell'enologo in cantina, chiamato a operare accorgimenti che possano salvaguardare la qualità delle uve.

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