Siccità, agenti atmosferici estremi, rincari dei costi di produzione potrebbero contribuire alla crisi dell'olio extravergine di oliva italiano. Possibile un rialzo del prezzo al pubblico (si superano i 10 euro al litro?) e anche una minore disponibilità del prodotto. Cosa sta succedendo.
Costi di produzione insostenibili: presto potremmo ritrovarci a pagare l'olio extravergine di oliva non meno di 10 euro al litro. È l'allarme lanciato da Coldiretti, nello specifico da Coldiretti Puglia, in vista dell'immissione sul mercato dell'olio prodotto proprio durante l'attuale campagna olearia.
A causa del rincaro dei prezzi dell'energia potremmo presto trovare sugli scaffali della grande distribuzione bottiglie a loro volta più care, tutto a scapito del portafoglio dei consumatori. "Quintuplicati i costi per produrre l’olio extravergine in Puglia (tra i maggiori produttori a livello nazionale, ndr) a causa dell’esplosione delle bollette e dei rincari di materie prime, etichette e vetro che mettono in ginocchio le aziende olivicole e i frantoi", spiega la nota pubblicata sul sito della Coldiretti, che fa riferimento anche ai cambiamenti climatici (devastante la siccità registrata quest'anno) capaci di incidere sulla produzione olivicola, dimezzandola.
La questione non è da considerarsi limitatamente riferita alla Puglia: i rincari registrati nel tacco dello Stivale avranno delle conseguenze a livello nazionale. La Regione del Mezzogiorno infatti è caratterizzata da oltre 370mila ettari di terreno destinato alla produzione di olive, con più di 60 milioni di alberi e rappresenta quasi il 32% della superficie nazionale coltivata a ulivo. Buona parte dell'olio che ritroviamo sugli scaffali, insomma, viene dalla Puglia. In media nelle aziende olivicole i costi sono aumentati di circa il 50%: a pesare soprattutto i rincari diretti e indiretti determinati dall’energia che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio nelle campagne. Anche il vetro registra un pericoloso trend al rialzo, costando oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno. Stesso discorso per le etichette (+35%) il cartone (+45%) e la plastica, arrivata a un preoccupante +70%.
Come se non bastasse olivicoltori e frantoiani sono costretti a fronteggiare l'incremento dell'elettricità, i cui costi sono quintuplicati rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Tutto ciò si traduce in un aumento del prezzo al pubblico dell'olio, che potrebbe superare i 10 euro al litro, soglia minima ritenuta da tanti addetti ai lavori il confine tra un prodotto buono e uno invece di bassa qualità.
A inasprire una situazione già di per sé complicata anche l'allarme lanciato da Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia: potrebbe non esserci olio a sufficienza per soddisfare la richiesta della grande distribuzione. "La sproporzione tra consumi e produzione è tale che, di qui alla prossima estate, potremmo non avere olio a sufficienza per gli scaffali della grande distribuzione”, ha detto Andrea Carrassi, Direttore Generale dell’Associazione. Secondo le prime stime da questa campagna olearia verranno prodotte circa 200 mila tonnellate di olio extravergine di oliva, a fronte di un fabbisogno nazionale di tre volte superiore. Un problema non solo italiano: la siccità e i fenomeni atmosferici estremi hanno contribuito al taglio della produzione anche di Spagna (possibile un -50%), Portogallo (-30%) e Tunisia (-16%).