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8 Ottobre 2024 11:00

Alchechengi: cos’è, benefici e come si usa in cucina

Piccole bacche arancioni originarie dell'Asia dall'aspetto raffinato, la consistenza soda e croccante e il gusto piacevolmente asprigno: non sono solo belle da vedere, perfette per decorazioni di dessert raffinati, ma anche buone in originali ricette salate.

A cura di Federica Palladini
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A colpire subito dell’alchechengi (ancora prima di sapere il singolare quanto simpatico nome) è il suo aspetto elegante, che fa sembrare questo frutto asiatico un'opera d’arte in miniatura: non è un caso che venga definito anche “lanterna cinese”, merito del suo impalpabile involucro che lo rende particolarmente sofisticato. Per molto tempo, infatti, è stata l’estetica a far apprezzare queste bacche arancione brillante quando sono arrivate in Occidente, comparendo soprattutto come decorazione di piatti d’ispirazione orientale e in macedonie esotiche, spesso in accoppiata con i litchi: il loro sapore acidulo e le proprietà benefiche qui sono state prese in considerazione solo in seguito. L'alchechengi come ingrediente è una “scoperta” relativamente recente: da qualche anno si trova con facilità dal fruttivendolo, ma anche al supermercato. In più, l’autunno è la sua stagione d’elezione: è arrivato il momento di utilizzarlo in cucina.

Cos'è l'alchechengi: caratteristiche e proprietà

L’alchechengi, conosciuto con i nomi botanici di Alkekengi officinarum o Physalis alkekengi è una pianta appartenente alla famiglia delle Solanaceae, la stessa famiglia di pomodori, melanzane e peperoni che produce piccole bacche commestibili, di colore arancione o rosso. La loro particolarità è quella di essere racchiuse in rivestimento, chiamato scientificamente calice, dalle nuance giallognole, aranciate o rossastre che ricorda la consistenza delle veline di carta leggera e semitrasparente, tanto da essere appunto paragonato nell’aspetto a una lanterna. Si tratta di una pianta perenne originaria dell’Asia (Cina e Giappone in primis), molto diffusa in Europa, che può crescere spontaneamente oppure coltivata nei giardini a scopo ornamentale: durante la tarda primavera e l’estate sbocciano fiori bianchi, da cui in poche settimane si sviluppano i caratteristici frutti tondi e sodi, custoditi al loro interno: si raccolgono tra la fine della bella stagione e l’inizio dell’autunno.

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Che sapore hanno gli alchechengi? Molto particolare: fresco, acidulo, leggermente astringente, che ricorda quello degli agrumi, caratterizzato da una lieve nota amarognola. Da un punto di vista nutrizionale gli alchechengi sono ricchi di vitamina C, carotenoidi e flavonoidi, alleati del sistema immunitario e del rinnovamento cellulare grazie alle loro proprietà antiossidanti. Di queste bacche, sia disidratate sia in estratto, se ne fa anche un uso tradizionale in fitoterapia, con tisane, infusioni e decotti come trattamento naturale per i disturbi dell’apparato urinario e digerente in quanto stimolano la diuresi e svolgono una moderata funzione lassativa.

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Come si usa in cucina l’alchechengi: non è solo una decorazione

Poco succoso e asprigno, sulla carta potrebbe non invogliare, ma in realtà il gusto e la consistenza all’assaggio si rivelano un mix piacevole e accattivante, con il vantaggio di adattarsi a ricette sia dolci, sia salate. Nei dessert l’alchechengi è imbattibile non solo per il suo effetto wow esteriore, ma anche in fatto di gusto quando ricoperto di cioccolato fondente fuso, un po’ come si fa con le fragole, diventando un bocconcino davvero raffinato. Lo puoi anche utilizzare come base per confetture, con un risultato finale che somiglia a quello delle marmellate di agrumi: per un tocco di dolcezza e densità unisci anche una mela, portatrice sana di pectina, che rende così perfetta la ricetta per essere spalmata su pane e fette biscottate a colazione, mentre “nature” si presta come farcitura di crostate, pan di Spagna e cheesecake, per torte creative.

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E nel salato? L’acidità delle bacche è ideale per realizzare ricette dove i protagonisti sono i contrasti di sapore: le salse agrodolci sono tra le preparazioni più gettonate, stile chutney o composte dove la polpa ridotta in purea si arricchisce di zucchero, zenzero, peperoncino, cannella e altre spezie a piacere: da abbinare a secondi di carne di maiale o di pollo, ma anche a formaggi. Puoi pure mangiare gli alchechengi freschi, perché hanno una bella croccantezza: provali in una insalata mista autunnale, con rucola, pere, noci e caprino, condita con la vinaigrette classica: una ricetta appetitosa pronta praticamente in 5 minuti.

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