In crescita il consumo di vini biologici in Italia. Il segno più supera il 13% rispetto al 2020: il Prosecco bio traina il settore con oltre 5 milioni di bottiglie vendute solo nel 2021.
Quella dei vini biologici si dimostra non solo una tendenza in crescita nel nostro Paese, ma addirittura pare abbia ormai conquistato più della metà dei consumatori. Questo, almeno, quanto emerge da una recente ricerca condotta da Nomisma (per conto di FederBio e AssoBio e presentata durante l'ultimo Vinitaly), che disegna un nuovo e rinnovato quadro legato al consumo di vini biologici. Nel 2021, il 51% degli intervistati ha dichiarato di aver bevuto un calice bio. Crescita importante, considerando che nel 2015 questa percentuale era ferma ad appena il 17%.
Praticamente un italiano su due lo scorso anno ha avuto modo e occasione di consumare questo tipo di prodotto. Un numero che se da una parte non è certo esemplificativo di di una nuova tendenza (800 persone intervistate a riguardo), dall'altra quantomeno generalmente conferma il rinnovato approccio, e la crescente curiosità, verso il vino biologico. Curiosità ribadita da un volume di vendite capace di conoscere un importante segno più nella passata stagione rispetto ai 12 mesi precedenti.
Ma quali sono le tipologie di vini biologici più apprezzati dai clienti? A trainare il comparto ci pensano i frizzanti come, per esempio, il Prosecco, capaci solo nella grande distribuzione (super e ipermercati) di raggiungere 40 milioni di euro di vendite (su un totale di 46, quasi il 4% di crescita in confronto ai 12 mesi precedenti), rappresentando oltre l'85% degli incassi complessivi (+4,5% rispetto al 2020). Segno più anche per quanto riguarda gli acquisti online: nel 2021 +13,4% rispetto al 2020.
Nello specifico, il Prosecco bio nel 2021 ha totalizzato circa 5 milioni di bottiglie vendute, seguito da due rossi fermi come il Nero d'Avola (2,9 milioni di euro) e Montepulciano d'Abruzzo (2,6 milioni di euro).
Detto di una tendenza, considerati i dati, in crescita, cosa si intende per vino biologico? Si tratta di prodotti, in poche parole, a base di uve non sottoposte a trattamenti chimici in vigna, e vinificati in cantina con utilizzo ridotto (o nullo) di solfiti e grazie all'uso di prodotti enologici certificati biologici.
La certezza di avere tra le mani un prodotto bio è data in etichetta, dove compare il logo verde europeo tipico di questa tipologia merceologica. A partire dal 2012, con l'approvazione del decreto UE, si è iniziato a parlare di vini biologici e non più di vino proveniente da uve biologiche.
Il panorama dei vedemecum enoici italiani si arricchisce inoltre di una nuova guida, riferita per l'appunto ai vini biologici. Naturasì in collaborazione con Doctorwine hanno presentato durante l'ultima edizione di Vinitaly una guida che raccoglie le migliori 180 aziende italiane produttrici, in totale, di quasi 500 vini biologici e biodinamici.