Nel nostro Paese l'acqua che sgorga dal rubinetto è pulita e sicura da bere. Nonostante questo però ancora in tanti prediligono quella in bottiglia. Una scelta che grava anche sull'ambiente.
L’Italia si piazza al primo posto a livello europeo per quanto riguarda i consumi di acqua in bottiglia, sistemandosi sul secondo gradino del podio se allarghiamo lo sguardo a tutti i Paesi del mondo. Il consumo pro capite nello Stivale si attesta sui 208 litri contro la media continentale livellata ben più in basso, a circa 106 litri. Sono solamente i messicani, invece, a bere più acqua in bottiglia di noi con 244 litri a testa all’anno. Numeri e dati sciorinati a Torino durante il Festival dell’Acqua, organizzato da Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche).
Cifre paradossali, come sottolineato al convegno torinese, se consideriamo come in Italia la qualità dell’acqua del rubinetto sia molto alta. Potabile, ricca di sali minerali e rigorosamente controllata prima di giungere nelle nostre case. Prima di sgorgare dal rubinetto, infatti, è sottoposta a un severo sistema di prevenzione e di verifiche da parte delle Autorità di controllo ambientale, delle Autorità Sanitarie e dei gestori dei servizi idrici.
Nella maggior parte dei casi, almeno nel nostro Paese, l’acqua che esce dal rubinetto è assolutamente sicura. Potremmo, insomma, bere questa senza particolari timori di intossicazione invece di consumare (perlomeno in tali quantità) quella all’interno delle bottiglie. Il problema, più che altro, potrebbe essere legato alle condizioni delle tubature di condomini e singole abitazioni. Quelle sì poco monitorabili dalle autorità sanitarie, ma di gestione prettamente comunale. Detto ciò, gran parte degli italiani preferisce ancora l’acqua imbottigliata rispetto a quella del rubinetto di casa.
Tornando ai dati, circa il 62% delle persone (dato Censis) predilige l’acqua in bottiglia, spendendo circa 240 euro l’anno a testa per il suo acquisto. Nel corso degli ultimi decenni, comunque sia, la diffidenza verso l’acqua del rubinetto si è man mano assottigliata. Se nel 2002 (dati Istat) oltre il 40% delle persone ne erano diffidenti, nel 2018 la percentuale era scesa al di sotto del 30. Dai report presentati in questi giorni al Festival dell’Acqua, tra l’altro, le categorie di cittadini più propense a bere l’acqua del rubinetto sono le donne, i giovanissimi e gli adulti oltre i 65 anni di età.
Dai dati emerge inoltre come ogni giorno in Italia vengano utilizzate 30 milioni di bottiglie di plastica e 7 milioni di vetro.
Il risultato? In un anno 13,5 miliardi di bottiglie diventano rifiuti da smaltire, con un impatto ambientale non indifferente data la grossa quantità di scarti di plastica e le emissioni dovute al trasporto della merce. Bere l’acqua del rubinetto, oltre a una soluzione logica, rappresenterebbe quindi anche un’opzione green a beneficio dell’ambiente.