L'acqua al ristorante deve essere servita nella sua bottiglia originale, chiusa e con l'etichetta che riporta tutte le informazioni obbligatorie. Ci sono però delle eccezioni: ecco cosa dice la legge italiana.
Quando sediamo a tavola al ristorante, l'acqua è spesso la nostra prima scelta. Ma cosa sappiamo davvero sull'acqua che beviamo fuori casa? In Italia, la normativa è molto precisa sulla modalità di servizio dell'acqua minerale naturale nei ristoranti. Ecco quali sono le regole e perché è importante sapere che l'acqua al ristorante non può essere assolutamente servita in caraffa per legge, ma solo in bottiglia chiusa.
La normativa italiana prevede che l'acqua minerale naturale, sia essa liscia o gassata, debba essere venduta nella sua bottiglia originale, chiusa e con l'etichetta che riporta tutte le informazioni obbligatorie. Questo vale sia per i ristoranti sia per gli altri esercizi pubblici. Perché questa regola? In primis per tutelare il consumatore: in questo modo si garantisce al cliente la tracciabilità dell'acqua, la conoscenza della sua provenienza e delle sue caratteristiche. Inoltre, questo evita che acque di diversa qualità possano essere mischiate o spacciate per altre.
Per quanto riguarda il servizio relativo all’acqua in caraffa al ristorante, la normativa vigente prevede al comma 5 dell’art. 13 del D. Lgs. 181/2003, che “Le acque idonee al consumo umano non preconfezionate, somministrate nelle collettività e in altri esercizi pubblici, devono riportare, ove trattate, la specifica denominazione di vendita ‘acqua potabile trattata o acqua potabile trattata e gassata’ se è stata addizionata di anidride carbonica”.
Per legge, dunque, nei ristoranti italiani è obbligatorio servire l'acqua minerale naturale nella sua bottiglia originale. Cosa si può servire al ristorante oltre all'acqua in bottiglia?
L’acqua minerale nel nostro Paese è sottoposta a una normativa rigorosa sia rispetto alla sua origine, al riconoscimento e al controllo, ma anche alle informazioni relative alla sua somministrazione, per la tutela della salute e dei diritti dei consumatori. Si tratta dunque di acque perfettamente sicure dal punto di vista del consumo umano, regolarmente controllate e garantite.