L’aceto balsamico è uno dei vanti della tradizione gastronomica italiana. Lo usano chef e cuochi amatoriali, ma questo prodotto ha una data di scadenza? Come lo si può conservare al meglio?
L’aceto balsamico è uno dei vanti della tradizione gastronomica italiana, vittima di numerosi tentativi di imitazione all’estero e del fenomeno del cosiddetto italian sounding. L’autentico aceto balsamico però è prodotto solo in provincia di Modena e Reggio Emilia, realizzato esclusivamente con mosto di uve locali.
Ne bastano poche gocce per esaltare un piatto, accentuarne il sapore, e anche grazie alla parsimonia del suo utilizzo una bottiglietta una volta aperta deve necessariamente essere capace di preservarsi a lungo. Già, ma per quanto tempo possiamo conservare questo prodotto? Come lo si può mantenere al meglio?
Il lungo processo di invecchiamento dell’aceto balsamico garantisce un’importante capacità di mantenimento. Anche a distanza di anni dalla sua apertura, il prodotto riesce a preservare praticamente inalterate le sue qualità organolettiche.
L’aceto balsamico ha una durabilità lunghissima. Di fatto si può dire come questo prodotto non abbia scadenza. Essendo aceto, dotato quindi di una forte acidità che ne tutela il mantenimento, questo liquido è praticamente immune da qualsivoglia deperibilità. Tra l'altro, in provincia di Modena in un museo dedicato è conservata una bottiglia di quasi 300 anni. Aperta nel 1943 per un test di assaggio, il suo sapore venne definito "più che soddisfacente".
È, comunque sia, prassi indicare sulla confezione un lasso temporale che considera un decennio da quando il prodotto viene messo in bottiglia. Questo almeno per quanto riguarda l'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, mentre l’Aceto Balsamico di Modena Igp non ha una vera e propria data di scadenza.
Si legge sul sito del Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena come questo sia: “… un ottimo conservante per prodotti alimentari e di per se stesso non avrebbe una scadenza. Per garantire al consumatore una confezione non danneggiata dal tempo, per consuetudine viene scritta sulla etichetta una data di scadenza di 10 anni dall’imbottigliamento”.
Perché l’aceto balsamico è in grado di conservarsi, praticamente, per sempre? Tutto merito della fermentazione del mosto d’uva, la quale rende il liquido resistente al trascorrere del tempo mantenendo le sue caratteristiche anche dopo l’apertura.
Nonostante tutto ciò, comunque, è bene seguire alcuni accorgimenti per preservare al meglio il prodotto.
Seppur, come detto, non sia un prodotto che scada, è bene conservare al meglio l’aceto balsamico per averlo sempre al massimo della sua resa qualitativa.
Così come per olio e vino, per un corretto mantenimento anche l’aceto balsamico va tenuto lontano da fonti di calore, per evitare eccessivi sbalzi di temperatura.
Niente contatto diretto con la luce del sole quindi, meglio riporre la bottiglia (chiusa possibilmente con il suo tappo, il più ermeticamente possibile) in un luogo buio. Non c’è nemmeno bisogno del mantenimento nel frigorifero: all’aceto balsamico basta essere tenuto a temperatura ambiente per potersi conservare in maniera ottimale. Per preservare il suo caratteristico aroma, inoltre, è bene conservare l’aceto balsamico lontano da cibi e sostanze che emettono odori pronunciati.