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22 Settembre 2020 15:00

A Torino una cena stellata al buio per gli ipovedenti: il ricavato in beneficenza

Una cena di beneficenza per gli ipovedenti: l'appuntamento è per il 27 settembre al Q35 Urban Garden con lo chef stellato Alessandro Mecca e tanti colleghi torinesi molto talentuosi. Il costo della cena al buio è di 100 euro che saranno devoluti totalmente in beneficenza all'APRI, l'Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti.

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Foto dalla pagina Facebook del ristorante Spazio 7

Una cena al buio cucinata da un gruppo di chef per sensibilizzare le persone nei confronti degli ipovedenti, in una serata di beneficenza: succede a Torino, grazie al lavoro di Esperienze Sensoriali in collaborazione con Artemide Torino e Torino Estate, presso gli spazi post industriali e contemporanei di Q35. Prevista per il 27 settembre, la cena è a numero limitato con prenotazione obbligatoria e il costo del menu è di 100 euro: il ricavato andrà interamente in beneficenza. Tra gli chef presenti anche Alessandro Mecca, chef stellato del ristorante Spazio 7 nel capoluogo piemontese.

Una cena totalmente al buio

Non è la prima volta che cene di questo tipo animano le domeniche piemontesi, ma questa edizione è molto speciale grazie, soprattutto, alla brigata di cucina di grandissimo spessore. Lo chef Mecca ha invitato all'evento l'APRI, l'Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti. La squadra sarà composta da Daniela Petrone (da Petronilla), Cesare Grandi (da Limonaia), Niccolò Giugni (da Razzo), Giorgio Cotti (da Gaudenzio) e da Alessio Zuccaro capitanati ovviamente dalla Stella Michelin Alessandro Mecca.

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Immagine di Lido Vannucchi

La cena al buio sarà molto particolare, non solo per l'alto livello di cucina, ma perché sarà un'esperienza che porterà i commensali a sperimentare una nuova percezione della realtà. I clienti proveranno sulla propria pelle gli effetti della comunicazione senza l'uso della vista grazie all'assenza della luce. Un'occasione per assaporare il cibo senza lasciarsi distrarre dai sofisticati impiattamenti, in cui si potrà cogliere ogni singolo profumo in una situazione completamente nuova.

Il menu sarà composto da un aperitivo di benvenuto, un antipasto, un antipasto caldo, seguiti da un primo piatto, un secondo piatto e il dolce. La descrizione scarna è obbligata: nessuno conosce i piatti, tranne gli chef che li preparano, così i commensali saranno ulteriormente stimolati a dover assaporare tutte le portate per provare a indovinare gli ingredienti principali. Questo "gioco" è molto più difficile di quanto si pensi, perché chi non ha patologie spesso è "cieco" alle difficoltà degli altri.

La sala sarà gestita da veri esperti: il Gruppo Giovani APRI, i ragazzi ai quali verrà devoluto l'intero ricavato dell'evento, sono abituati a muoversi con agilità e sicurezza nell'oscurità.

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Quello che i piatti non dicono
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