A Singapore hanno ideato e messo a punto il primo vino di soia al mondo. Un'azienda locale, partendo dai liquidi di scarto della lavorazione del tofu, ha ottenuto una bevanda alcolica e dalle note fruttate. Le opinioni di chi l'ha provato.
Definirlo vino, probabilmente, è un po’ azzardato. Stando almeno a chi l’ha provato. Se l'obiettivo era far parlare di sé, però, questo prodotto ha fatto centro: sta facendo il giro del mondo la notizia del primo vino ricavato dalla soia, precisamente dal liquido di scarto della lavorazione del tofu, messo a fermentare in speciali serbatoi con l’aggiunta di zucchero e lieviti. Tutto per merito di un'azienda di Singapore, la quale ha impiegato 5 anni per mettere a punto il suo speciale prodotto.
Dolce e con tonalità di frutta bianca, capace di sposarsi al meglio con un tagliere di formaggi o un dessert, gradazione alcolica vicina ai 6 gradi. Apparentemente, leggendo questa fugace descrizione, sembrerebbe un normalissimo vino, nonostante il basso tenore alcolico. Ciò che lo caratterizza maggiormente però è tutto il processo di lavorazione che c'è dietro alla sua realizzazione. Niente uve, solamente liquidi derivati dalla soia.
È la nuova trovata di un’azienda di Singapore: la SinFooTech ha deciso di produrre un vino a dir poco non convenzionale. Si chiama Sachi, letteralmente significa “felicità” e si tratta a tutti gli effetti di un unicum nel suo genere. Una sorta di versione liquida del tofu, direbbe qualcuno: e in effetti con il caglio di semi di soia ha decisamente molto in comune. Il vino, infatti, viene prodotto dai suoi stessi liquidi di scarto.
A Singapore hanno messo a punto un sistema ingegnoso per recuperare e rivalorizzare le acque reflue di un vicino centro di produzione di tofu per realizzare, appunto, il Sachi. I rifiuti vengono raccolti e portati in una distilleria, dove sono lavorati velocemente per evitare che il siero del tofu si deteriori.
Al liquido i brewers aggiungono zucchero e lievito, poi la fermentazione avviene in un serbatoio dove il tutto viene lasciato tra le due e le sei settimane prima dell’imbottigliamento, previo filtraggio per eliminare le impurità. Ne esce una bevanda alcolica che non supera i 6 gradi, ma probabilmente definirla vino è un po’ azzardato. Stando almeno alle parole di chi l’ha assaggiato, come il giornalista di Spill Magazine Dannor Har, il quale ha affermato come: “Se la gente dovesse berlo aspettandosi del vino rimarrebbe delusa. Credo sia qualcosa a sé stante e la gente dovrebbe berlo pensandolo in questo modo”. Allo stesso tempo, per le sue note fruttate e dolci, potrebbe essere ottimo per accompagnare i dessert.
Curiosi di sapere quanto costa il vino di soia? Una bottiglia da mezzo litro viene proposta al pubblico a 35 euro circa, mentre quella da 187 ml a 15 euro. L'azienda propone il Sachi anche in differenti gusti: da poco in commercio si possono trovare quelle al lychee e rosa, pesca e oolong, yuzu e bergamotto.