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17 Ottobre 2024 9:00

Tutte le varietà di castagne e marroni da assaggiare in autunno

Autunno vuol dire castagne, un frutto di cui l’Italia è particolarmente ricca grazie alla grande quantità di castagni, selvatici e coltivati, che ne punteggiano il territorio. Da nord a sud, ecco le varietà di castagne e marroni più particolari e gustose da provare nel corso della stagione.

A cura di Martina De Angelis
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Basta il profumo di castagne nell’aria per annunciare che l’autunno è arrivato: niente rappresenta meglio la stagione di questi piccoli frutti deliziosi di cui l’Italia è ricchissima, tanto che li celebra in sagre e feste tradizionali da nord a sud della penisola.

Considerate fin dall’antichità il “pane dei poveri” per il loro grande apporto nutritivo ed energetico, le castagne permettono di spaziare in cucina con le ricette più varie: le puoi mangiare bollitearrostite da sole, oppure le puoi usare per zuppe, risotti e carne, ma anche sotto forma di farina per ottenere pane e dolci squisiti.

Insomma: non è autunno se non hai in casa almeno un cesto di castagne o di marroni che no, non sono la stessa cosa. Per abitudine usiamo il termine “castagna” per indicare tutte le varietà, ma in realtà si tratta di due prodotti simili ma diversi della stessa specie, nello specifico le castagne di solito sono spontanee e selvatiche, mentre i marroni sono il risultato di coltivazione umana ottenuta da innesti e incroci.

Dal Nord al Sud, dalla val Susa al Cilento, passando per gli appennini toscani, i boschi laziali e i colli bolognesi, ti portiamo alla scoperta delle varietà di castagne e marroni più particolari da assaggiare questo autunno.

Castagne

Le castagne sono i frutti dell’albero del castagno, una pianta principalmente spontanea e tipica soprattutto delle zone appenniniche (ma non solo). Piccole, dalla forma a goccia e leggermente schiacciate, le castagne hanno la polpa più o meno dolce in base alla varietà: in Italia ne abbiamo tantissimo, ecco le più conosciute e pregiate.

1. Castagna di Cuneo Igp

La castagna di Cuneo, insignita del riconoscimento Igp, è una varietà molto antica che veniva coltivata già nel XII secolo tra le valli e i monti dell’area di Cuneo, nello specifico in tutta quella porzione di territorio che va dalla valle del Po alla valle Tanaro. In antichità queste castagne venivano principalmente essiccate e ridotte in farina (nella zona si trovano ancora numerosi essiccatoi risalenti al XV – XVI secolo), oggi sono commercializzate anche fresche. La castagna di Cuneo si presta bene a essere usata nei dolci, ma anche come farina per preparare polenta, tagliatelle, ravioli e gnocchi.

2. Castagna del Monte Amiata Igp

Nel cuore dell’Italia, tra le provincie di Siena e Grosseto, cresce una delle castagne italiane più pregiate: è la castagna del Monte Amiata, una varietà di grandi dimensioni presente sul territorio in tre tipologie, Cecio, Marrone e Bastarda. Anche in questo caso sei di fronte a un prodotto antico, già fondamentale per il territorio nel XIV secolo. Questa castagna si distingue per il sapore dolce e delicato, caratteristiche che la rendono ideale per diverse preparazioni e che l’hanno fatta diventare protagonista di alcuni dei più amati piatti locali, tra cui i necci, goloso dolce tipico della tradizione toscana e il famoso castagnaccio.

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3. Castagna di Vallerano Dop

Tra le tutte le varietà che ti presentiamo, la castagna di Vallerano è una delle più rare e particolari: si coltiva solo ed esclusivamente nel comune della provincia di Viterbo da cui prende il nome (tanto che, dal 2009, è tutelata dal marchio Dop), ha una singolare buccia rossastra sottilissima che si stacca con grande facilità e ha una polpa chiara resistente in cottura. Croccante e dolciastra, la castagna di Vallerano esisteva già nel 1500 e ancora oggi è uno dei prodotti di maggiore vanto del territorio, celebrata in una grande sagra tra fine ottobre e novembre. Grazie alle sue caratteristiche la puoi impiegare in cucina in praticamente qualsiasi ambito, dalla preparazione di primi e secondi ai dolci, fino alla produzione del liquore di castagna.

4. Castagne dei Monti Cimini

Il Lazio custodisce un’altra preziosa varietà di castagne, un prodotto d’eccellenza della Tuscia da millenni: sono le castagne (e i marroni) dei Monti Cimini, un grande comprensorio montuoso al centro della provincia di Viterbo dove il terreno di origine vulcanica permette di ottenere frutti dalle qualità molto apprezzate. Grandi, saporite e gustose, le castagne di questa zona si dice fossero amate già ai tempi dei Romani, che gustavano il frutto e usavano anche il legname per le costruzioni. Le castagne dei Monti Cimini si prestano particolarmente alla preparazione di farina (con cui ancora oggi si preparano pane e dolci), ma vengono molto usate nel territorio anche in ricette come zuppee minestre o maialino ripieno di castagne, mentre i marroni si propongono in barattolo, canditi, come confettura o come liquore. I borghi dei Monti Cimini, tra ottobre e novembre, dedicano alle loro castagne diverse sagre dove poterle degustare.

5. Castagna di Montella Igp

Dall’Appennino Avellinese arriva una varietà di castagna molto particolare: è piccola nelle dimensioni rispetto alle altre, ma ha un gusto deciso e leggermente caramellato che la rende unica. È la castagna di Montella, prodotto Igp la cui coltivazione era già considerata preziosa ai tempi dei Longobardi. Si può mangiare fresca o secca, ma il suo sapore particolarmente dolce la rende ideale per preparare creme e marmellate, ma è buonissima anche nelle minestre o per guarnire le carni. Nella zona di appartenenza, in periodo natalizio, si usa per preparare le castagne del prete, ovvero castagne essiccate si graticci di legno esposti a fuochi di legno di castagno, poi tostate e reidratate con acqua e vino.

Castagne al forno

Marroni

Come abbiamo accennato, i marroni sono diversi dalle castagne pur appartenendo alla stessa famiglia: si tratta, infatti, non di frutti spontanei ma di frutti ottenuti dalla coltivazione umana attraverso potature, innesti ed esperimenti. Il risultato è un prodotto più grande, saporito e corposo, anche questo disponibile in tante varietà pregiate.

1. Marrone della Val di Susa Igp

Una coltivazione antica e affascinante, la cui nascita si deve al lavoro prima dei templari e poi dei monaci: sono i marroni della Val di Susa, coltivati nel territorio sin dal 1200 e fortemente influenzati dall’altitudine e dal clima in cui vivono le piante. Riscoperti intorno agli ’80 dopo un periodo di temporanea sparizione, oggi sono un vanto della Val di Susa, che ne produce cinque ecotipi diversi. Gran parte dei marroni è destinata al consumo fresco, poiché hanno una polpa croccante, dolce e saporita, ma si usano anche per preparare marrons glacés e marroni sotto grappa.

2. Marrone di Combai Igp

Anche il marrone di Combai ha un’origine antichissima che risale al Medioevo, in particolare al XII secolo. Dopo un periodo di abbandono la castanicoltura è ripresa e oggi coinvolge 11 piccoli comuni della Marca Trevigiana, un angolo magnifico tra boschi, castelli e abbazie. Il marrone di Combai, celebrato in una apposita festa tra ottobre e novembre, ha una buccia brillante e una polpa biancastra, farinosa e dal sapore amabilmente zuccherino.

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3. Marrone del Monfenera Igp

Rimaniamo in Veneto per un altro prodotto di grande pregio, il marrone del Monferna, tipico della zona della Pedemontana del Grappa e del Montello. È un’altra varietà dalle radici medievali che risalgono al 1300, epoca in cui veniva trasportato al mercato di Treviso e, lungo il fiume Sile, fino a Venezia. Oggi è un grande vanto del territorio, amato per la consistenza del frutto particolarmente farinosa e pastosa.

4. Marrone di San Zeno Dop

Le rive del lago di Garda sono una terra fertile, oltre che bellissima, dove crescono grandi eccellente, tra cui spiccano anche i marroni. Sulla sponda veronese puoi incontrare il marrone di San Zeno, che riconoscerai dalla sua buccia marrone chiaro e dalla polpa gialla, molto pastosa e molto dolce. Queste sue caratteristiche particolari hanno reso il marrone di San Zeno una star della gastronomia locale, protagonista di piatti tradizionali come la castanea, una minestra a base di marroni, verdure e legumi.

5. Marrone di Castel del Rio Igp

Raggiungiamo la provincia bolognese per scoprire tutto il gusto del marrone di Castel del Rio, prodotto tipico della Valle del Santerno coltivato da secoli. È un marrone dalla polpa fine e dal sapore molto intenso, un vero vanto del territorio che gli ha dedicato anche un’esposizione, il Museo della civiltà del castagno. A tavola, in queste zone, ci si prepara praticamente di tutto, dai cappelletti ripieni di castagne alle frittelle, fino alle immancabili minestre e zuppe.

6. Marrone di Caprese Michelangelo Dop

Caprese Michelangelo è un comune della provincia di Arezzo famoso per essere il borgo di nascita di Michelangelo Buonarroti, ma forse non sai che è anche casa di una delle più apprezzate varietà di marroni. Qui si coltiva, fin dal IX e X secolo, il marrone di Caprese Michelangelo, famoso per la sua polpa biancastra e per la consistenza particolarmente croccante, oltre che per una dolcezza dagli aromi di mandorla e vaniglia. Il marrone locale ha una grande quantità di amido che in cottura lo rende molto friabile e viene commercializzato fresco o secco, identificato da un logo con l’effigie di Michelangelo Buonarroti.

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7. Marrone del Mugello Igp

Il marrone del Mugello è una delle varietà italiane più antiche, coltivato già dagli antichi romani e particolarmente rinomato tanto da diventare un protagonista di molte ricette della tradizione toscana. Identificabile facilmente per via della sua buccia rossastra dalle striature scure, è amato per la sua polpa estremamente dolce e zuccherina. Tra le diverse tipologie disponibile di questo squisito marrone assaggia quella di Marradi, protagonista della torta al Marron Buono di Marradi, una base di sfoglia che sostiene un composto morbido e dolce.

8. Marrone di Roccadaspide Igp

Viaggiando nelle terre del Cilento, tra la valle del fiume Calore e i Monti Alburni, incontrerai le coltivazioni del marrone di Roccadaspide, antica varietà nata dal marrone avellinese che fu introdotta dai monaci benedettini dal XII secolo. Diventato prodotto Igp nel 2008, questo particolare marrone è molto dolce ma poco farinoso e viene commercializzato soprattutto come farina, conserva sciroppata o crema.

9. Marrone di Serino Igp

Concludiamo questo viaggio in Irpinia, nello specifico in provincia di Avellino: ti abbiamo già parlato delle castagne di questa zona, ma l’area è specializzata anche nella coltivazione di marroni. In particolare merita un assaggio il marrone di Serino, dalla forma tondeggiante, la buccia lucida e marrone e una polpa bianca, soda e dolce, ricca di sali minerali per merito del terreno vulcanico. Si consuma fresco, bollito o in ricette tipiche come "castagne e fasule", tradizionale zuppa invernale a base di castagne e fagioli; si usa anche per la preparazione di marmellate e marrons glacés.

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Quello che i piatti non dicono
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