Assaggeresti mai una carbonara distillata? E una alla frutta? Queste sono solo alcune delle versioni più strampalate che si trovano online: qualcuna riuscitissima, qualcuna meno.
La carbonara è un piatto iconico della cucina romana, famoso per la sua bontà e semplicità. Sebbene sia un vero simbolo della nostra nazione, nel mondo esistono diverse varianti che reinterpretano la ricetta tradizionale con ingredienti insoliti e accostamenti sorprendenti. Qualcuno è più che riuscito, come la carbonara da passeggio di Barbara Agosti, qualcun altro decisamente no. Vediamo insieme le carbonare più strane che si trovano online tra rivisitazioni azzardate e chef stellati.
Noi italiani siamo ossessionati da questo piatto: lo trattiamo come una reliquia ma proprio come la maggior parte delle reliquie ci troviamo di fronte a un falso storico. Oggi inorridiamo dinnanzi alla prima ricetta scritta in Italia della carbonara: aglio, pancetta, groviera, uova e pepe gli ingredienti principali. Il processo che ha portato alla cremosità del piatto, al guanciale, alla divisione di tuorli e albumi, è stato lungo ed è terminato relativamente di recente (più o meno negli anni '90). Proprio per questo motivo non dovremmo sconvolgerci delle versioni più disparate che troviamo in giro: in fondo ci sono carbonare all'estero più antiche della nostra ricetta attuale. Prendiamo ad esempio la carbonara tedesca, solitamente a base di pennette scotte che galleggiano in una zuppetta di panna sormontata dal prosciutto cotto e dal prezzemolo, con l'uovo stracotto, oppure quella inglese, con besciamella, bacon e tagliatelle. Sono entrambe ricette esportate dagli emigranti prima che in Italia ci fosse il boom di questa preparazione. Sono figlie dell'ignoranza perché non si aggiornano col tempo ma da un certo punto di vista hanno una propria dignità storica. Alcune cose molto strane le troviamo però alle nostre latitudini, alcune in ristoranti molto eleganti.
No, non siamo in Giappone: questo piatto, con tante versioni diverse, si trova nei più disparati ristoranti giapponesi in Italia. Spesso legata al mondo degli all you can eat, la carbonara sushi la troviamo in più vesti e per ogni tipologia di sushi: dal gunkan con salmone, riso, uova e guanciale al più canonico california roll. In questi anni ci siamo sbizzarriti nell'abbinare riso, uova, guanciale e cremine varie per soddisfare i clienti più golosi e prestare il fianco alla mania del food porn. È stata una buona idea? Se fattura, sì.
Non ci sono le uova ma c'è il mango a creare quella cremosità che tanto si ricerca nel piatto romano. L'idea è venuta ai titolari di Cocomerò, un ristorante in Toscana, che ha la frutta come filo conduttore di tutte le portate. Il locale, in provincia di Arezzo, sta facendo parlare di sé grazie a questa scelta. La ricetta è in realtà molto semplice: il mango viene cotto a fiamma bassa con un po' d'acqua finché non diventa una marmellata che va condita con sale e pepe e poi frullata. La pancetta viene cotta come da tradizione, c'è l'aggiunta dello scalogno per equilibrare il piatto, per il resto è tutto condito nel modo più classico con la crema di mango aggiunta a fine cottura e il piatto terminato con un abbondante dose di parmigiano grattugiato al posto del pecorino.
Andiamo nel mondo della cucina stellata perché Riccardo Di Giacinto ha un macarons a Roma, nel suo All'oro. Al cuoco di Monterotondo classe 1976 questo piatto deve piacere davvero tanto perché ne ha addirittura due di versioni "strane" in menu. La prima è il Riassunto di carbonara, un antipasto che "riassume" i sapori della carbonara in maniera diversa; il secondo è Carbon'air, una carbonara 100% dolce.
Si tratta di un uovo di cioccolato bianco ripieno di passion fruit, pepe nero, rigatoni di frolla, dal gusto acido e leggermente piccante per smorzare la dolcezza di tutti gli altri ingredienti. È un piatto incredibile perché richiama l'alternanza delle consistenze dure e morbide della carbonara oltre che al gusto dolce e piccantino tipico del piatto romanesco.
Piatto storico di Elio Sironi, ideato ai tempi del Bulgari Hotel di Milano e non più in carta al Ceresio 7 (suo attuale ristorante) era proprio la carbonara da spalmare. Il fantasioso cuoco milanese laureato in filosofia ha trasformato lo storico primo piatto in una crema spalmabile da mangiare a colazione. Presentato a Identità Golose 2011, è pensato in collaborazione con un nutrizionista per unire carboidrati e proteine così da creare un piatto leggero, equilibrato ed energico per la prima colazione. Si spalma su un crostino con una fetta sottilissima di guanciale per cominciare la giornata col piede giusto.
Uno dei piatti più criticati di Valerio Braschi ai tempi del suo ristorante romano, il 1978. Oltre alla marinara in bustina, alla lasagna in tubetto, c'è stata la carbonara distillata: uno shottino analcolico servito come amuse-bouche. Il piatto è stato pensato in pandemia ed è stato realizzato distillando a bassa temperatura zabaione, pecorino, brodo di pepe nero e crema di guanciale arrosto. Un processo molto lungo che ha fatto discutere tantissimo ma questa carbonara da bere è stata propedeutica al lavoro di Valerio Braschi in quel di Roma.