Da qualche giorno è diventata virale sul web la foto di uno scontrino da oltre 500 euro per una cena di pesce. Polemica dei clienti accolta dagli utenti dei social: "È il ristorante di Briatore?". Il ristoratore però si difende.
Già da ormai qualche giorno sta facendo il giro del web la foto dello scontrino da 508 euro per una cena di pesce. Nel bel mezzo della polemica rusticana, in pieno stile social, arrivano le parole del ristoratore interessato.
Veloce riepilogo dei fatti: qualche sera fa quattro clienti di uno chalet sul mare a San Benedetto del Tronto si sono visti recapitare al proprio tavolo, al termine del pasto, un conto che li ha fatti sobbalzare dalla sedia. 508 euro, scontati a 480.
Praticamente 120 euro a testa per una cena decisamente salata. Una cena, lista delle portate alla mano, comprensiva di quattro antipasti degustazione (da 100 euro) altrettanti primi (da 280 euro) quattro crudi di mare (60 euro) due bottiglie di vino (56 euro) oltre ad acqua (4 euro) e coperto (8 euro). 508 euro la somma totale, con la foto dello scontrino stesso capace in poche ore di fare il giro del web, e dei social, scatenando il putiferio e il dibattito tra gli internauti. Al centro della polemica, soprattutto, il prezzo dei quattro primi.
"Come è possibile che una cena costi 500 euro?!", "Ma non avevano letto i prezzi sul menu prima di ordinare?!", "È il ristorante di Briatore?!", i commenti più diffusi, con lo sdegno da parte degli utenti a farla da padrone per il conto extra large. Dopo giorni di dibattiti e discussioni è arrivata la risposta, attraverso il Corriere Adriatico, da parte del ristoratore stesso, che ha tentato di giustificare il costo della cena "dello scandalo".
I clienti, dopo aver abbozzato e pagato il conto, hanno deciso di pubblicare lo scontrino sui social, lamentandosi del prezzo ritenuto eccessivo della loro cena. Alla luce delle polemiche scatenatesi il ristoratore ha cercato di smorzare la tensione, decidendo di dire la sua in merito: "Soltanto quello che è stato messo su quei 4 piatti a noi costa 180 euro, Iva compresa“, ha spiegato, sostenendo come assieme alla pasta siano stati serviti dei crostacei particolarmente rari, e quindi costosi (circa 40 euro al chilo), chiamati magnose. La chiosa, per chiudere il discorso, su quanto avvenuto: “Le cose stanno in un altro modo rispetto a quello che è stato detto sui social”.
Stando a quanto sostenuto dal cliente, sarebbe stato un suggerimento del personale di sala quello delle linguine con le magnose, non presenti in menu. Il prezzo, non comunicato in fase di comanda, si è rivelato poi sgradita sorpresa. Alla base di tutto, considerata quindi la versione del cliente, ci sarebbe stato un errore di informazione (volontario? Involontario?) da parte dello staff del ristorante.
Si tratta, come detto, di un crostaceo piuttosto raro, difficilmente reperibile in pescheria. Nuota nelle acque del Mediterraneo e nei pressi delle coste atlantiche, ma sono in pochi a pescarlo, almeno a livello professionale. La parte commestibile della magnosa è circa il 35% del peso corporeo (può arrivare anche a 2 chili) e può arrivare a costare ben 40 euro al chilo.